Parma eco-mobile: nel 2020 andremo tutti in bici?
L'IMPEGNO DELLA CITTÀ VERSO LA MOBILITÀ SOSTENIBILE: SI PARLA DI INVESTIMENTI MILIONARI, MA I CITTADINI SONO PRONTI AL CAMBIAMENTO?
“Io ho una bici, molto spesso la uso… ma in alcune zone la pista ciclabile è rovinata, a tratti buia, non mi sento sicura a tornare a casa, sopratutto alla sera” sono le parole di Chiara, una studentessa dell’Università di Parma che, come altri studenti, ha deciso di raccontarci la sua esperienza quotidiana. Parma vanta la presenza di numerose piste ciclabili che coprono una vasta area della città ma, purtroppo, le condizioni non sempre sono delle migliori: tratti discontinui, fossi, dislivelli e scarsa illuminazione delle zone periferiche, sono tra i principali problemi che riscontra chi sceglie la bici come mezzo per brevi spostamenti. Ma è davvero possibile migliorare la situazione e incentivare i giovani ad avvicinarsi al tema di una mobilità sostenibile? Come rispondono il Comune di Parma e l’Università a queste esigenze?
UNO SGUARDO D’INSIEME- Nell’inverno del 2017 sono stati registrati, in un arco temporale di 50 giorni, superamenti del limite giornaliero di biossido presente nell’aria. Le cause di inquinamento sono molteplici: traffico, attività industriali ed agricole sono tra le principali, oltre alla conformazione geologica del territorio, che limita il ricambio d’aria. Nel 2018, grazie alle numerose iniziative frutto della sinergia tra Università e Comune, Parma è stata eletta città più eco-mobile d’Italia. Per mantenere questo titolo è stata istituita la figura del Mobility Manager (decreto Ronchi, 27/1998) assegnata a tutte le aziende con più di 800 dipendenti per mapparne gli spostamenti e cercare di dare una veste più green alle imprese. La Mobility Manager dell’Università di Parma è Chiara Iacci e ci tiene a sottolineare come sia importante “orientare gli studenti ad utilizzare meno le automobili per gli spostamenti all’interno del campus, e più gli autobus, le bici, o i piedi!”
LE INIZIATIVE DEL COMUNE- Per fronteggiare il problema, da anni, la città di Parma si sta muovendo con iniziative di car e bike sharing favorendo una mobilità più sostenibile. Come ultima novità, il Comune lancerà a breve il free floating: un’iniziativa che consentirà di noleggiare e lasciare la bici in qualunque punto della città, in totale sicurezza, senza necessitare delle apposite colonnette. A proposito di queste ultime, il Comune intende aumentarne il numero installandone ulteriori 12 postazioni oltre alle 33 già presenti. “Mi preme particolarmente il tema della bicicletta poiché, per come siamo fatti noi, e il nostro territorio, potrebbe fare davvero la differenza” spiega Tiziana Benassi, Assessore alle politiche di sostenibilità ambientale del Comune di Parma, e continua dicendo che “sono già stati stanziati 2 milioni e mezzo di euro per nuovi tratti di piste ciclabili e relative ricuciture“. A completare il progetto di mobilità sostenibile attuato dal Comune saranno i risciò, servizio pensato in particolar modo per il boom di turisti previsto nel 2020, in occasione di Parma capitale della cultura. “Verrà attivato proprio in questa direzione e consentirà ai turisti di conoscere la città e i suoi poli attrattivi, consentendo uno spostamento sostenibile e permettendo la riscoperta di angoli nascosti della città” spiega Benassi.
LA RISPOSTA DELL’UNIVERSITA’- Su questa tematica si è pronunciato anche Fabrizio Storti, professore di geologia e prorettore dell’Università di Parma, sostenendo l’idea dei risciò e dichiarando che “come messaggio potrebbe andare, perché tutto quello che porta le persone a riflettere sull’uso minimale dell’auto diventa positivo“. L’Università di Parma, infatti, si sta impegnando con l’istallazione di nuove postazioni di bike sharing, e orientandosi verso uno spostamento del tutto elettrico per quanto riguarda le auto. “Tutto questo non basta se non coinvolgiamo i circa 25 mila studenti” spiega Storti, riflettendo sul fatto che questi ultimi non siano solo una risorsa economica, ma anche un importante condizionamento sulla condotta dei giovani, “perché è importante passare da Parma città con l’Università, a Parma città universitaria“.
UN MIX VINCENTE?- Sia l’assessore Benassi che il professor Storti evidenziano l’importanza di sensibilizzare cittadini e studenti sulla problematica dell’inquinamento atmosferico: “E’ importante conoscere gli effetti sul nostro sistema respiratorio e far capire come cambia la struttura polmonare dopo aver respirato per 10 o 20 anni aria inquinata.” Le iniziative sono pensate per un vasto pubblico, ma ci si rivolge soprattutto ai giovani: è più facile lavorare con loro perché non hanno ancora maturato abitudini radicate, difficili da abbandonare. Ed è proprio per loro che sono state pensate molte agevolazioni come: sconti sugli abbonamenti per i mezzi, la prima mezz’ora gratuita per il bike sharing e altre.
Per raggiungere l’obiettivo di città veramente a mobilità sostenbile, quindi, si dovrebbe lavorare principalmente sull’aspetto culturale, prendendo ad esempio i paesi del nord Europa, come la Norvegia, che ha fatto della bicicletta il suo principale mezzo di trasporto anche con condizioni metereologiche più avverse di quelle dell’Italia. Nel nostro Paese invece mancano ancora infrastrutture e iniziative che incoraggino in modo radicale l’utilizzo di biciclette e auto elettriche. Riuscirà Parma a raggiungere un simile livello di sensibilità ecologica? L’impegno delle istituzioni è sicuramente importante e rilevante per il risultato, ma per avere successo si deve sicuramente partire un po’ anche da noi tutti, come cittadini, come persone che vogliono vivere bene nel loro territorio.
di Claudia Manildo e Eleonora Di Vincenzo
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