Bohemian Rhapsody: Freddie Mercury è tornato

BOHEMIAN RHAPSODY, IL FILM BIOPIC SUI QUEEN CHE HA FATTO EMOZIONARE E CHE HA RIPORTATO IN VITA LA LEGGENDA DI FREDDIE MERCURY

In una loro canzone cantavano “We will, we will rock you”, che letteralmente sognifica “ti scuoreremo”, beh, con il film campione d’incassi Bohemian Rhapsody, i Queen, a 27 anni dal loro ultimo concerto, sono stati capaci di scuoterci nuovamente.

Lo scorso 29 Novembre è uscito l’attesissimo biopic sulla band inglese e sul loro frontman Freddie Mercury. Le sale sono state riempite ancor prima che la pellicola uscisse, tanto che, a tre mesi dal lancio, era ancora presente nella programmazione di tutti i cinema, anche in versione karaoke.

Il film ha incassato circa 862.000.000 di dollari in tutto il mondo, in Italia ha ottenuto il miglior incasso cinematografico del 2018 guadagnando 22.000.000 € e a Marzo 2019 diventa il decimo maggior incasso di sempre nel botteghino italiano con 29.000.000 €. Inoltre è diventato il biopic musicale di maggior successo nella storia del cinema.

Ma entriamo nel merito di questo fenomeno cinematografico; il film racconta la storia della band dai loro primi esordi universitari all’inizio degli anni ’70 fino alla loro epica performance al Live Aid del 1985.

Narra di un Freddie che, se non i fan di una vita, pochi conoscevano: un ragazzo timido che non accettava le sue origini indiane, che non sopportava quei suoi doppi incisivi che lo rendevano diverso dagli altri, ma che lo hanno anche reso il cantante migliore della storia della musica, e che detestava soprattutto essere rilegato in un’unica etichetta. Questa biografia ci ha infatti mostrato tutti gli aspetti che lo rendevano speciale, dal suo grande amore per i gatti a cui, per chi non lo sapesse, dedicò alcune canzoni, alla sua passione per l’arte e il design, in cui si laureò all’Ealing Art College di Londra, e che lo portò a creare l’iconico logo dei Queen, ispirandosi allo stemma reale del Regno Unito e includendo i segni zodiacali dei quattro componenti della band, Brian May, Roger Taylor e John Deacon. Ha poi rivelato quel lato romantico che lo ha portato a innamorarsi di Mary Austin, con la quale ha vissuto sette anni, per poi rivelarsi omosessuale, ma che è rimasta l’amore della sua vita fino alla fine, a cui ha dedicato la canzone d’amore per antonomasia “Love of My Life”, e che ha fatto innamorare anche noi di Freddie ancora più di quanto la sua musica e la sua voce non l’avessero già fatto.

Certo il film ha qualche difetto, agli appassionati più attenti della band non sono sfuggiti alcuni errori temporali e di riscrittura degli eventi realmente accaduti: John Deacon non entrò nei Queen insieme a Mercury nel 1970, ma un anno dopo, quando il gruppo aveva già provato altri tre bassisti; la band non si sciolse mai, eccetto una piccola pausa, prima delle registrazioni di The Work nel 1983, durante la quale ognuno dei componenti fece progetti da solista, quindi il concerto del Live Aid non rappresentò alcuna reunion. Freddie scoprì di essere positivo all’HIV dopo il Live Aid, tra l’86 e l’87.

Nonostante questi cambiamenti, probabilmente realizzati per consentire una versione più romanzata e scorrevole della storia, non c’è alcun dubbio che l’ultima scena, quella della rappresentazione del Live Aid, ha messo tutti d’accordo; il concerto è stato riprodotto fedelmente, e ha suscitato forti emozioni e anche qualche lacrimuccia, sembrava di essere lì con loro.

Ma così come il pubblico si è diviso, anche la critica non è stata da meno, molte sono state le critiche negative sull’aspetto della vita sessuale del protagonista, la quale, secondo alcuni, è stata esasperata. Sono piovute però tantissime critiche positive per questo film, soprattutto sull’interpretazione dell’attore Rami Malek, che ha saputo entrare nel personaggio riproducendone i minimi dettagli e riportare, almeno per due ore, Freddie Mercury qui con noi.


Interpretazione che è valsa all’attore per ben tre volte il premio come miglior attore protagonista, rispettivamente ai Golden Globes, ai BAFTA (British Academy Film Awards), e dulcis in fundo agli Oscar; cerimonie, le prime due, che hanno visto trionfare anche Bohemian Rhapsody come miglior film, e aggiudicarsi 3 statuette agli Oscar come miglior montaggio, miglior montaggio sonoro e miglior sonoro.

Alla premiazione dei Golden Globes Rami Malek oltre ad esprime la sua profonda emozione e gratitudine nel ricevere un così importante premio, ringraziando tutta la produzione e in particolar modo Brian May e Roger Taylor, unici membri della band rimasti, per la grande possibilità a lui offerta, attraverso una bellissima dedica ha voluto intitolare il suo premio alla persona che gli ha portato così tanta fortuna “Grazie a Freddie Mercury per avermi regalato la gioia di una vita. Ti amo, bellissimo uomo. Questo è per e grazie a te, stupendo.” E anche noi sentiamo di dover ringraziare questo uomo fantastico per tutta la musica e le emozioni che ci ha donato, anche se per poterlo ascoltare di nuovo dovremo attendere ancora un po’, perché si sa “L’inferno è molto meglio. Immagina le persone interessanti che incontrerai laggiù”.

di Beatrice Nardella

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