Ronnie Jones, un bluesman a Parma

RONNIE JONES RACCONTA I TEMPI DELLA DISCO MUSIC A PARMA E DELLE SUE COLLABORAZIONI CON I MIGLIORI ARTISTI ITALIANI, DA ZUCCHERO AD ARBORE E BONCOMPAGNI

Ronnie Jones è un bluesman diventato il primo dj straniero in Italia, sia per la radio che per la televisione. Ha fatto parte del cast di Hair insieme a Teo Teocoli, Renato Zero e Loredana Berté. Ha registrato The Night Time Is The Right Time di Ray Charles e Drifter’s Money Honey. Ha inciso Looking for action, Me and Myself, Fox on the Run, Games, The Man e Again. Ha scritto Let’All Dance, Rock Your Baby, e Tell me Why per Ivana Spagna; insieme a Zucchero ha scritto Bambino io Bambino tu. Si è esibito durante la serata conclusiva del Music Village di Parma presso piazzale Picelli, lo scorso venerdì 14 giugno, incantando il pubblico con i classici del suo repertorio. Gli abbiamo chiesto di ricordarci i tempi di Hair, la collaborazione con Zucchero e con la radio insieme a Boncompagni e Arbore.

Volevo chiederti intanto come trovi questa serata.

Molto carina. Io conosco Parma da tanti anni, da quando venivo a fare il disc-jokey, Mr Schmidt dove compravo i dischi. Tutto è cambiato, allora Parma aveva 60.000 abitanti, anni ’70, ho dei bei ricordi. Robi Bonardi che era il mio fratello a livello discoteca. Quasi quasi è una seconda casa per me.

E con Zucchero come vi siete conosciuti?

In realtà non lo conosco molto bene, ci siamo conosciui a Cefalù, anni ’80, si faceva un concerto là. Lui aveva fatto Donne, mi chiese: “Ronnie, tu scrivi canzoni, hai qualcosa che io possa mettere nel mio disco nuovo, sto cercando qualcosa di reggae”. Allora dico: “Questi pezzi mi piacciono, li hanno cantati solo due band”, ma lui mi fa “No, voglio qualcosa di originale.” Tre settimane dopo mi chiama l’editore: “Zucchero aveva deciso di fare il pezzo, però non in inglese come hai fatto tu, bensì rifarlo in italiano ex-novo”. Così è stato, siamo stati 7 coautori, lui mi voleva a tutti i costi come autore di Bambino io, bambino tu.

E come ricordi il periodo di Hair?

Stasera mi hanno portato il manifesto originale, non ristampato, e ne sono molto onorato. Perché è stato l’inizio di tutto per me in Italia, erano tutti molto giovani, io ero già vecchio, il direttore musicale Bill Conti è andato in California a fare Rocky e io sono rimasto qui .

Boncompagni e Arbore ti hanno introdotto nelle radio italiane.

Devo ringraziare loro, perché mi hanno chiamato la prima volta dicendomi:”Vieni a Roma a presentare i dischi”, ma io dicevo “Ma il mio italiano non è buono”, e invece loro hanno detto “Vogliamo una parte esotica, quella che tu fai, non vogliamo uno che parla perfetto, ma uno che dia sapore alla presentazione”. Quello che manca alle radio è una persona che faccia la parte non giornalistica della presentazione, ma che parli dell’artista e della sua musica: allora cambia tutto. Com’è truccato, com’è vestito l’artista non ha importanza, alla gente interessa la musica.

(Un ringraziamento speciale a Massimo Bonini)

di Fabiano Naressi

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