Unipr più sostenibile: dopo le borracce gli erogatori d’acqua

IN VIA SPERIMENTALE TRE DISPENSER D'ACQUA PER RIDURRE LA PLASTICA

Nel contesto internazionale, sempre più attivo e coinvolto verso la spinta ambientalista, anche l’Università di Parma da il suo contributo. Dopo l’adesione alla campagna nazionale Puliamo il mondo  – organizzata il 20 settembre dal gruppo Ateneo Sostenibile finalizzato alla pulizia del Campus di Scienze e Tecnologie – arrivano in Università gli erogatori di acqua.

Da settembre sono stati installati tre dispenser d’acqua in tre punti diversi dell’Ateneo: in sede centrale, nel plesso didattico via Kennedy e presso la sede di Ingegneria al Campus di Scienze e Tecnologie. I distributori sono collegati all’acquedotto pubblico ed erogano al costo di 15 centesimi 750 ml di “acqua microfiltrata, sanificata e biologicamente pura” come informa il sito dell’Ateneo. L’acqua è, infatti, sottoposta a un processo di filtraggio che la depura dai residui di ruggine o pulviscolo. Inoltre, è possibile scegliere tra naturale, leggermente frizzante o frizzante e la temperatura che si desidera.

PROGETTO PILOTA- Si tratta, per ora, di un progetto pilota volto a riscontrare l’effettiva utilità degli erogatori e a valutare se le macchinette sono utilizzate dagli studenti. I distributori avranno quindi ‘un tempo di prova’, della durata di 3 mesi.  Se i dati saranno positivi, ogni plesso avrà un dispenser accanto a quelli per merendine e bevande.

NUOVI PROGETTI SOSTENIBILI – Come ha spiegato il Prorettore vicario dell’Università,  Paolo Martelli, l’iniziativa rientra in una strategia più ampia che ha come obiettivo la riduzione della plastica monouso. L’Università di Parma è infatti membro dal 2015 della Rete Università Sostenibili (RUS), nata per coordinare le azioni e le decisioni prese dalle università italiane che intendono intraprendere le politiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Con questo scopo,  il rettorato si era già mosso promuovendo la borraccia targata ‘Università di Parma’ (acquistabile presso il ParmaUniverCity Info Point). Il prorettore Martelli ricorda anche il progetto Rivending, nato per promuovere una raccolta differenziata che selezioni i diversi tipi di plastica: “Una delle proposte è quella di dedicare contenitori appositi per la raccolta dei bicchierini da caffè composti da polistirolo: una plastica  interamente degradabile” spiega il Prorettore Martelli. Questi bidoni sono già presenti, ad esempio, nel polo umanistico.

E GLI STUDENTI? –  Dal momento che questa iniziativa nasce per sensibilizzare gli universitari al tema sostenibilità ambientale, abbiamo chiesto agli studenti le loro opinioni in merito. Da 101 opinioni sentite tra gli studenti di varie facoltà sono emerse posizioni discordanti: c’è chi afferma di usare abitualmente gli erogatori e di ritenerli un giusto investimento, in quanto permettono di risparmiare  soldi ed evitare la plastica. Ma c’è chi, al contrario, preferisce continuare ad acquitstare bottiglie d’acqua, a causa dei pochi posti in cui sono stati collocati gli erogatori. Per motivi, quindi, legati alla comodità. La pigrizia batte la sostenibilità.

Dai nostri sondaggi è emerso che il 99% degli studenti (77 su 78) che frequentano le sedi sprovviste dei distributori, vorrebbero che venissero installati. Tra gli universitari che hanno a disposizione gli erogatori nei loro poli, su 23 interrogati, 14 dichiarano di non utilizzarli. Non si può tuttavia sottovalutare il fatto che molti studenti ancora non sappiano di queste installazioni, essendo presenti da poco più di un mese.

Il nuovo servizio presenta vantaggi e svantaggi. Chiaramente uno dei vantaggi più rilevanti è la riduzione del consumo di plastica monouso e il conseguente minor impatto sull’ecosistema. Anche per chi sostiene che l’acqua del rubinetto di Parma sia sgradevole al gusto, e continua a comprare bottigliette, non ci sono più scuse, questi erogatori depurano ulteriormente l’ “acqua del sindaco” dando addirittura la possibilità di sceglierla frizzante.

Tutto positivo per l’ambiente, ma alcuni studenti hanno evidenziato anche delle piccole criticità che l’Università di Parma dovrebbe riconsiderare: gli erogatori sembrano fatti apposta per le borracce Unipr, da 750 ml, proprio quelle che si vendono al Ponte Romano. Se si prova a riempire borracce di dimensioni più piccole – che spesso molti possiedono – si può interrompere l’erogazione mediante un apposito pulsante per evitarne lo spreco, ma la quota di denaro spesa (15 centesimi) resta identica. Nessuno sconto per chi ha le borracce piccole!

L’iniziativa dell’Università di Parma è comunque lodevole, anche se non vogliamo comprare la borraccia targata UniPr. Un piccolo passo per sensibilizzare gli studenti e non solo, anche i docenti e i dipendenti dell’ateneo. E’ un progetto che vuole dare risposte concrete ai tanti dibattiti sull’ambiente sollevati in questi mesi dai giovani dopo l’appello di Greta Thunberg.  Un contributo con piccole ma buone scelte quotidiane. Una Università che si fa promotrice di sostenibilità, oltre che di cultura.

di Cosma Krizia Loparco e Arianna Banti

 

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