Record, 10 allenatori, Crespo, top e flop di mercato: l’era Ghirardi

SCHIANCHI: "APPASSIONATO MA NON APPASSIONANTE", MAJO: "NEL BENE E NEL MALE, OLTRE LE PROPRIE POSSIBILITA'"

tommaso.ghirardi.parmaL’era Ghirardi al Parma Calcio cominciata il 25 gennaio 2007 , quando l’imprenditore bresciano insieme ad Angelo Medeghini e alla partecipazione di banca Monte Parma attraverso la società ‘Eventi Sportivi S.r.l’ ha rilevato la società ducale dopo due anni di amministrazione controllata di Enrico Bondi, si è conclusa.

 

I CAMBI IN PANCHINA E NELLA DIRIGENZA– Sotto la gestione di Tommaso Ghirardi sulla panchina gialloblù siedono dieci allenatori: nella stagione 2007/2008 Stefano Pioli viene sostituito da Claudio Ranieri che salva la squadra dalla retrocessione; nella complicata stagione successiva il Parma ha ben tre allenatori capaci di mettere insieme solo 34 punti: il primo è il cassinate Domenico Di Carlo, esonerato per lasciare il posto all’ex interista Héctor Cùper che a sua volta è sostituito da Andrea Manzo, allenatore della primavera. Il 2009 si apre in Serie B sotto la guida di Luigi Cagni presto rimpiazzato da Francesco Guidolin: a lui il merito di far tornare la squadra emiliana nella massima serie grazie a un ottimo secondo posto. Nel 2010/2011 Leonardi affida i crociati a Pasquale Marino e poi a Franco Colomba che, come Ranieri qualche anno prima, evita una nuova retrocessione. L’ultimo cambio in panchina si ha l’anno successivo: è il 2011 e alla guida del Parma viene chiamato l’attuale allenatore Roberto Donadoni capace di conquistare, nella passata stagione, 58 punti ottenendo un ottimo sesto posto valido per la qualificazione in Europa League, poi ‘sfuggita’ d’ufficio per il mancato pagamento Irpef.

Donadoni arSotto Ghirardi la squadra emiliana conquista in media 48.1 punti a stagione, 12.15 vittorie, 13.3 sconfitte e 12 pareggi.

I cambiamenti, durante la presidenza del bresciano, non sono solo in panchina. In questi anni la società ha lavorato con due direttori sportivi: il primo, Andrea Berta, ha collaborato con Ghirardi già al Carpenedolo, società di Terza Categoria acquistata nel 1998; il secondo, Pietro Leonardi, ex Udinese, è ancora in carica.

 

Gabriele Majo arLE PAGELLE DEGLI ESPERTI – Chi di Parma se ne intende è sicuramente Gabriele Majo, giornalista e direttore di Stadiotardini.it, sito online dedicato alla squadra crociata. L’era Ghirardi si è di fatto conclusa domenica 7 dicembre e a questo punto tirare le somme è un atto dovuto. “Io gli darei un bel 7 – dichiara Majo – perché dal punto di vista dei risultati sportivi la sua è stata indubbiamente una gestione che ha portato un certo tipo di risultati”. Un voto, come egli stesso ammette, provocatorio “nei confronti dei tanti tifosi che in questo periodo dopo averlo esaltato per anni, l’hanno scaricato”.

Per Andrea Schianchi, importante firma della Gazzetta dello Sport “quella con Ghirardi è stata un’avventura appassionata, ma non appassionante. Lui è un personaggio focoso, ma ha commesso troppi errori”. Volendo giudicare il rendimento della presidenza appena conclusa su una scala da uno a dieci, per il giornalista meriterebbe: “6, non di più. Non dimentichiamo che nella stagione 2008/2009 il Parma è retrocesso dalla A alla B e non capitava dal 1989-90. L’aveva evitata anche negli anni dell’amministrazione straordinaria dopo il crac Parmalat”…

 

ACQUISTI TOP- Uno degli aspetti che ha caratterizzato indubbiamente questi 7 anni è stato il fatto di aver voluto vivere forse oltre le proprie possibilità, permettendosi giocatori big come Giovinco, Cassano o Gargano, tutti con un valore importante a livello di monte-ingaggi. Un limite, poi, ha riguardato i pagamenti: “La preoccupazione maggiore che c’è stata in questo lasso di tempo – ammette Majo – è stata quella di pagare le cosiddette obbligatorietà, ossia gli stipendi dei giocatori e le relative tassazioni, entro i termini stabiliti. Una rincorsa affannosa fatta certamente per evitare penalizzazioni”. Durante questi anni, la società ha sempre cercato di costruire una squadra che potesse raggiungere traguardi ambiziosi, probabilmente, con il miraggio di eguagliare quanto fatto negli anni d’oro della gestione Tanzi. “In qualche modo – sostiene il giornalista – si è cercato di imitare quel modello purtroppo irraggiungibile”. Forte, insomma, la volontà da parte dell’ex presidente e del suo direttore generale Leonardi di lasciare il segno: “Le prime volte che Donadoni batteva un record, non si perdeva tempo a esaltare la cosa facendo un chiaro confronto all’epoca di Tanzi in cui certi traguardi erano raggiunti grazie anche a capitali importanti”. Squadre, dunque, non costruite solo con l’obiettivo di salvarsi: oltre ai già citati Giovinco, Cassano e Gargano per la città emiliana sono transitati giocatori come Giuseppe Rossi, Amauri e Paletta. A proposito di questi ultimi due Majo esprime alcune considerazioni: “A mio parere  Amauri non ha fatto male anche se qualcuno, quando si parla di lui, storce il naso. È stato sicuramente un giocatore sopra alle possibilità che poteva permettersi una squadra come Parma”. Diverso, invece, il discorso per Paletta: “È stato sicuramente il miglior prodotto valorizzato dal Parma – prosegue- forse doveva essere ceduto prima. È arrivato come ‘signor nessuno’ e nel giro di qualche anno è cresciuto ed è arrivato fino ai Mondiali sfortunati del Brasile”.
Schianchi concorda con Gabriele Majo: anche per lui i top sono stati”Paletta, Giovinco e Cassano“.

 

ACQUISTI FLOP- Ma non sono mancate le cantonate, specie prima dell’arrivo di Pietro Leonardi che di calcio e soprattutto di mercato se ne intende parecchio: Bojinov e Reginaldo sono stati due giocatori che non hanno lasciato il segno. Mossa che ha scatenato diverse critiche è stata l’arrivo di Cristiano Lucarelli nella stagione 2007/2008 : “È stato il cosiddetto acquisto ‘col botto’ – rivela il giornalista di Stadiotardini- al presidente piaceva in quanto il nome era altisonante ma l’esperienza non è andata granché bene”. Chiamato a risollevare le sorti del Parma, Lucarelli, infatti, non è riuscito ad aiutare la squadra a salvarsi. Ancora Majo: “Tanti si chiedevano come fosse stato possibile non avere trattenuto Giuseppe Rossi e spendere sei mesi, dopo la stessa cifra, per Lucarelli per cercare di essere salvati. Evidentemente era una problema di soldi: a quei tempi non poteva permettersi di prendere Giuseppe Rossi e non si può fargliene una colpa.” Schianchi, anche in questo caso, ha un’opinione simile: “Se i top e i flop si basano solo sul rendimento sportivo, per me i flop sono Cristiano Lucarelli, Pabon e Belfodil“.

Hernan Crespo arIL RITORNO DI HERNAN CRESPO– Un capitolo a parte sul ritorno di Crespo. “Il primo anno in cui è tornato – ammette Majo– è stato deludente, poi le cose sono un po’ cambiate e grazie ai suoi gol, nella stagione successiva, tante partite sono state raddrizzate”. I parmigiani avevano ancora negli occhi i gol e i successi portati dal ‘Valdanito’ negli anni 2000, per loro era e rimane una bandiera indiscutibile. “Il ritorno di Crespo nel 2010 – aggiunge Schianchi – è la dimostrazione che a Parma si vive bene, lui ha fatto una scelta per la famiglia e non solo per il calcio“. Il giornalista poi accenna anche al presente: “Sta facendo bene l’allenatore della Primavera, è all’inizio della nuova carriera e si sta impegnando molto. Non credo sia ancora pronto per fare il salto in Serie A, ha bisogno di farsi le ossa. Ma credo diventerà un grande allenatore: ha passione, cultura calcistica e sa essere anche uno psicologo“. 

 

LE PARTITE TOP– Tra le partite che più di tutte ricorderà dell’era Ghirardi, Gabriele Majo racconta: “ Sicuramente la partita giocata a Cittadella che ha determinato il passaggio dalla Serie B alla Serie A e l’altra, quella contro il Livorno dello scorso anno con cui il Parma aveva raggiunto il traguardo dell’Europa League.” Due partite non belle, ma importantissime per i traguardi che la squadra era riuscita a raggiungere in quelle due occasioni.

 

TANTI DOLORI E POCHE GIOIE CON LE BIG – Numeri alla mano, le partite disputate con le big della Serie A Juve, Milan e Inter, tanto per intenderci, non lasciano scampo. Con le grandi ha sempre fatto fatica e qualche volta ha preso la cosiddetta ‘imbarcata’: in questo senso la stagione 2011/2012 è da dimenticare. Nel girone d’andata, infatti, Juventus-Parma finisce 4 a 1 così come Milan-Parma e addirittura un rotondo 5 a 0 contro l’Inter dell’ex allenatore dei crociati Claudio Ranieri. Ancora viva è la sconfitta per 7 a 0 subita ad opera della Juventus nella stagione in corso che ha decretato, di fatto, il record peggiore in Serie A. Qualche gioia però durante l’era Ghirardi è arrivata: nella scorsa stagione, per esempio, sia all’andata sia al ritorno, il Parma di mister Donadoni ha dato una lezione di calcio alla squadra rossonera di Milano prima al Tardini con un buon 3 a 2 poi a San Siro con un bel 4 a 2.

 

I RECORD– In questi anni il Parma ha anche ottenuto alcuni record: con Roberto Donadoni nel 2012, grazie alla vittoria sul Bologna, i crociati conquistano la settima vittoria consecutiva. L’anno seguente la squadra, inoltre, ha raggiunto i mille punti nella classifica perpetua della Serie A e, sempre nella stessa stagione, Raffaele Palladino segna il gol numero mille dei ducali: è l’anno caratterizzato da un intero girone senza sconfitte, un filone di imbattibilità lungo 17 partite.

 

di Giorgia Camoni e Samanta Carrea.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*