Testamento biologico: un registro comunale per sollecitare lo Stato

DAL 29 SETTEMBRE CI SONO 10 ISCRITTI. IL VICESINDACO PACI: NON E' UN PESSIMO RISULTATO

Letto d'ospedale“Una battaglia di civiltà”. E’ così che il vicesindaco di Parma, Nicoletta Paci, definisce l’istituzione della dichiarazione anticipata di trattamento, o più comunemente iscrizione al registro dei testamenti biologici. Il Comune di Parma, infatti, permette dal 29 settembre ai suoi cittadini di esprimere la propria volontà riguardo all’accettazione o meno di terapie che potrebbero essere eseguite in condizioni di incapacità ad esprimere una preferenza.

 

DATI ALLA MANO – Un servizio disponibile già in quasi 150 città italiane, che hanno deciso di anticipare la creazione di una vera norma legislativa nazionale, in linea con quanto scritto nell’art. 32 della Costituzione, in cui viene stabilito che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Anche in attesa del deposito della ratifica italiana alla Convenzione sui diritti umani e la biomedicina, con cui si affermerebbe di tenere in considerazione la volontà precedentemente espressa dal paziente riguardo a possibili cure.

A Parma sono 10 le persone che in questi due mesi hanno deciso di iscriversi al registro, dato a fronte del quale il vicesindaco prevede nuove azioni informative: “Credo che non sia un numero né eccezionale né pessimo, è una scelta abbastanza difficile che non tutti fanno a cuor leggero. Abbiamo già riunito a un tavolo dei medici per stilare un documento che li aiuti a dare disposizioni più corrette a coloro che vogliono iscriversi al registro, una sorta di modulo con cui si possa scegliere che tipo di soluzione richiedere”.

 

VERSO UNA LEGGE NAZIONALE – La procedura di iscrizione al registro dei testamenti biologici non è affatto complicata ed è ben illustrata sul sito del Comune, che distingue la semplice iscrizione al registro dei testamenti biologici dalla conservazione del testamento biologico da parte del Comune stesso, ma non assicura l’effettiva esecuzione delle volontà del richiedente, come Paci tiene a precisare: “Il registro comunale ha in primis un’azione di sollecitazione a una legge di tipo nazionale, che lasci la possibilità ai cittadini che lo desiderano di fare delle scelte per il proprio fine vita, e poi dà la possibilità a coloro che si iscrivono adesso di lasciare le proprie volontà pur sapendo che potrebbero essere disattese. Sappiamo che per i medici ci sono anche dei casi di provvedimenti legali di tipo penale, per cui è molto difficile riuscire a trovare la persona che si attenga a queste disposizioni”. Un servizio, quindi, che ha ancora un valore più simbolico che effettivo, ma non per questo meno importante, e che il vicesindaco intende portare all’attenzione dei parmigiani: “Credo che la cosa fondamentale sia che questo tipo di registro possa essere in grado di aprire un dibattito utile alla cittadinanza, in modo da approfondire determinati temi e riuscire soprattutto a far capire quella forma di rispetto per la quale, se non si hanno particolari credenze di tipo religioso, si debba rispettare anche chi la pensa in un altro modo e ha necessità di essere rispettato nel proprio desiderio di non prolungare all’infinito una vita laddove si diventi sostanzialmente un vegetale”.

 

LIBERTA’ DI SCELTA – “Questo è un Paese che non permette una scelta consapevole, l’alternativa che ci offre è il suicidio”. Esordisce così Marco Maria Freddi, membro del consiglio generale dell’associazione Luca Coscioni. “Noi andiamo contro la nostra carta costituzionale, obbligando le persone a morti atroci senza poter scegliere per se stessi”. E’ questo l’argomento principale sul quale Freddi vuole insistere riguardo la libertà di scelta da parte dell’individuo. Libertà che in Italia non è regolarizzata da nessuna legge per quanto riguarda le decisioni di vita e di morte: “Manca proprio l’idea della libertà dell’individuo. L’Italia è un Paese che insiste a dividerci per fazioni ma dimentichiamo la nostra individualità, il nostro essere individui. Per questo ritengo sia giusto che venga istituito un testamento biologico, che oggi ha valore politico, non legale”.

L’argomento, come spiega Freddi, non è solo di oggi, ma è un argomento che abbraccia gli ultimi 40 anni della storia italiana, ma che per questioni politiche non viene affrontato, probabilmente, dice, anche per la forte influenza che la chiesa cattolica ha sulla politica italiana: “L’Italia non è assolutamente un paese laico, ma non lo è mai stato. In realtà sono gli stessi cattolici che votano per questi diritti. Le cose non sono mutate dagli anni precedenti, ma per la prima volta abbiamo un Papa che ha sposato moltissime battaglie rivoluzionarie. Finalmente all’interno del Vaticano si è disposti a reinterpretare le libertà civili”.

Strettamente collegata al testamento biologico è l’eutanasia, altro argomento a favore del quale l’associazione Luca Coscioni si occupa da tempo, anche con il lancio, proprio in questi giorni, di uno spot di sensibilizzazione sul tema con la collaborazione di molti personaggi famosi. Secondo Freddi è molto importante non banalizzare la questione riducendola a un incentivo al suicidio, citando invece il recente caso di Brittany Maynard, statunitense affetta da un tumore incurabile che ha deciso di interrompere le sue sofferenze in Oregon, dove l’eutanasia è legale, e non si è finora verificato un abuso di questa pratica: “Quando le cose sono legali e consapevoli anche gli strumenti vengono utilizzati in modo consapevole, altrimenti accade come in Italia, in cui le persone sono costrette a suicidarsi o andare in Svizzera o altri paesi. Dobbiamo ricordare che l’eutanasia è praticata regolarmente nei nostri ospedali -conclude Freddi- per cui evitiamo di proseguire nell’onda di questa ipocrisia e parliamone. L’Italia è pronta a parlare di eutanasia”.

di Fiorella Guerra, Eliana Tripaldi e Luigi Vitale

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