Se non diventi influencer che triennale è?

L'UNIVERSITÀ TELEMATICA E-CAMPUS HA PRESENTATO UN CORSO DI COMUNICAZIONE CON INDIRIZZO "INFLUENCER". UN MODO PER NON ABBANDONARE GLI STUDI O UNO SPRECO DI TEMPO?

Il web ormai è saturo di profili che si propongono di ‘influenzare’ il popolo dei social media: uomini e donne di tutte le età tentano di crearsi una cerchia di follower sempre più numerosa per poter diventare la Chiara Ferragni della situazione. Le motivazioni sono diverse: c’è chi lo fa per passione e chi lo vede come un guadagno. Poi c’è chi, grazie al numero elevato di seguaci, ha un lavoro vero e proprio.

Foto di eCampus, Facebook

“Non ci sono più i bambini di una volta”. Frase fatta – un po’ da vecchi – ma forse non così sbagliata. Fare la principessa è un sogno che ha perso terreno nei cuori delle bambine: molto meglio diventare un’influencer. E allora perchè non investire nelle nuove generazioni? È proprio quello che ha fatto l’Università telematica eCampus, tra i principali atenei online d’Italia (con oltre 30 mila iscritti) e riconosciuto dal MIUR, ha proposto il nuovo indirizzo Influencer nel corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Questa triennale si propone di fornire le competenze e gli strumenti per destreggiarsi nel marketing digitale che sta progressivamente superando quello tradizionale. I nuovi iscritti dovranno studiare materie come Semiotica, Estetica, Psicologia e Sociologia, oltre che partecipare a diversi laboratori come quello di Scrittura o di Lettura dell’Immagine. Tutte materie presenti anche nel tradizionale corso di Scienze della Comunicazione. Ma l’avanguardia di eCampus non si ferma qui: l’università ha scelto come volto della campagna pubblicitaria nientepopodimeno che Cristiano Ronaldo. A quanto pare, il goleador Juventino punta sempre all’eccellenza e non solo nel calcio: all’urlo di #choosethebest, il sorriso di CR7 invita i giovani a iscriversi all’ateneo online.

Da quando è stato reso pubblico il nuovo corso, il web si è nettamente diviso in due parti: c’è chi ritiene la laurea in Influencer l’apice del ridicolo – veramente bisogna studiare tre anni per pubblicare delle foto? – mentre altri hanno reagito senza troppo stupore. Era solo questione di tempo, in fondo i profili con grande seguito guadagnano ben più di uno dipendente medio.

Tutto molto bello, ma c’è un aspetto che bisogna considerare. Molte delle influencer più conosciute hanno avuto successo senza bisogno di una laurea specifica: Chiara Ferragni, la regina dell’influenza mediatica italiana, ha frequentato Giurisprudenza – anche se ha lasciato gli studi per cavalcare l’onda del successo. Camilla Boniardi – per gli amici Camihawke – è laureata in Legge. Veronica Ferraro è Dottoressa in Lettere, mentre Irene Colzi in Economia e Commercio. A questo punto la vera domanda è: il corso di eCampus può davvero insegnare a diventare esperti del mestiere? Senza dubbio le materie sono interessanti e possono educare alla teoria dell’apparenza, ma difficilmente potranno insegnare ad avere fascino e carisma: caratteristiche vincenti per questo lavoro.

Se il web ha resistito fino ad ora con fashion blogger non laureate nell’innovativo percorso Influencer, perché proprio adesso eCampus ha avuto questo lampo di genio? E soprattutto, è davvero una scelta sensata e indispensabile? È abbastanza evidente che per poter influenzare follower e media non serva aver dato un esame di Tecnica, storia e linguaggio dei mezzi audiovisivi. Bisogna piuttosto avere buone capacità di comunicazione, charme e idee innovative. Sarebbe anche apprezzabile farsi portavoce di messaggi positivi ed eticamente corretti. Non sempre avviene, ma questa è un’altra storia…

Questo percorso Influencer può essere un valore aggiunto per la propria crescita personale, ma, se si vuole evitare di spendere dei soldi inutilmente – e non proprio due spicci: 3.900 euro all’anno più le tasse – si può continuare a fare la fashion blogger senza essere “Dottoressa”. Il corso insegna la tecnica, il talento naturale bisogna averlo.
Un po’ come i corsi di scrittura creativa che promettono di formare gli Umberto Eco di domani, eCampus si pone il chimerico obiettivo di sfornare blogger. E di qualità, per giunta. Se alla base, però, non c’è un’empatia con il pubblico, riuscire nell’impresa è quasi impossibile. Tanto vale dedicarsi ad un altro corso di studi o proseguire il proprio lavoro sul web in modo indipendente. Non è indispensabile possedere una laurea. Fare l’università è una scelta. La cultura è importante a prescindere, ma se è imposta dal web e dalla società serve davvero?

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