Telefono Amico Parma: i 30 anni di un servizio basato sull’ascolto

SONO 30 GLI ANNI TRASCORSI DALLA NASCITA DEL PROGETTO TELEFONO AMICO A PARMA, UN SERVIZIO ALL'INTERNO DELLA PUBBLICA ASSISTENZA CHE GARANTISCE ASCOLTO E SUPPORTO A CHI NE HA BISOGNO.

Telefono Amico Italia è un’associazione nazionale che distribuisce sul territorio italiano 20 diversi centri di ascolto e supporto per mezzo telefonico, quello di Parma proprio nel 2019 ha compiuto 30 anni dalla sua nascita.

I dati relativi al 2018 indicano che sono state circa 7000 le chiamate ricevute in un anno, con una media approssimativa di 12 chiamate al giorno. Il dato sembra continuare a crescere, indice del fatto che dal punto di vista sociale sempre più persone ritengono di aver bisogno. Allo stesso tempo, questo dimostra come il servizio offerto dal progetto aiuti gli individui a sentirsi meno soli e più liberi nel manifestare le loro esigenze legate all’ascolto.

A QUALE SCOPO NASCE – Nato nel 1989 grazie alla collaborazione di 52 volontari, Telefono Amico Parma è ancora caratterizzato dagli stessi valori che hanno spinto alla creazione di questa realtà 30 anni fa. Il servizio prende forma all’interno di “una grande famiglia” – definita così da Francesca Anedda, consigliere della Pubblica Assistenza con delega a Telefono Amico – che è proprio la Pubblica Assistenza, un mondo in cui convivono diversi servizi sociali: “abitualmente la Pubblica è legata, nell’immaginario collettivo, all’ambulanza, ma in realtà non fa solo questo”. Il servizio offerto dal progetto è una risposta telefonica, garantita nella fascia oraria che va dalle ore 17 alle 23 tutti i giorni dell’anno, festività comprese. Telefono Amico si rivolge a chiunque senta la necessità di parlare, senza esclusioni di alcun tipo. É da notare però, che la fascia di età di coloro che chiamano è notevolmente e tristemente aumentata. Sarà perchè le persone con età inferiore ai 30 anni utilizzano altri mezzi come “valvola di sfogo” o per paura di essere giudicati?

L’obiettivo che si pone Telefono Amico non è intervenire direttamente e risolvere il problema di chi chiama. Attraverso un meccanismo di ascolto attivo e quindi partecipato, i volontari si impegnano per far si che il soggetto in questione riesca da solo a trovare le risposte che stava cercando. Il supporto è quindi diretto alla riflessione, “senza essere giudicati” – precisa Tilde Silvestri, vicecomandante al servizio di Telefono Amico – “noi diciamo che Telefono Amico è nato per l’emergenza emotiva, ma per emergenza emotiva non si intende solo il suicidio”.

I VOLONTARI – Telefono Amico, dunque, fornisce ascolto e supporto a chiunque senta il bisogno di parlare, ma chi è che alza la cornetta? A rispondere sono i volontari, che rimangono anonimi per rispettare il principio ideologico secondo cui sia il servizio a rispondere e non il singolo individuo. Allo stesso modo anche chi sta dall’altra parte del telefono non è obbligato a fornire le proprie generalità, così da garantire un rapporto di parità tra chi chiama e chi risponde. “Spesso ci siamo resi conto che chi chiama è più tranquillo se non deve fornire informazioni di sè, è più libero” spiega Francesca Anedda.

I volontari, oggi all’incirca 40, vengono preparati attraverso un corso di formazione iniziale che continua poi con una serie costante di aggiornamenti. L’obiettivo è quello di fornire un ascolto di qualità affidando ai volontari stessi gli strumenti per poter rispondere ad ogni tipo di evenienza. Il corso iniziale è tenuto da uno psicologo, che in 12 incontri, incentrati non solo sulla teoria ma anche e soprattutto sulla pratica, li prepara alla comunicazione, all’ascolto e all’interazione.

Francesca Anedda e Tilde Silvestri sono state esse stesse delle volontarie prima di essere incaricate a svolgere il loro attuale ruolo.”L’abbiamo fatto per tanti anni, però adesso che da diversi anni facciamo altre cose (ovvero occuparsi della parte organizzativa e gestionale n.d.r) ci manca effettivamente un pochino la parte operativa” –  racconta la vicecomandante. Essere un volontario dunque, nonostante le diffoltà che si possono sicuramente incontrare, lascia qualcosa che va oltre la risposta telefonica.

I temi di cui si tratta durante la conversazione possono riguardare questioni molto diverse tra di loro: “si può parlare del più e del meno, della cucina, del tempo o di cosa quella persona ha fatto oggi, ma ci sono anche persone che portano delle criticità forti, e quindi in quel caso bisogna saperle un attimo gestire “, racconta Francesca Anedda. “Anche il volontario in quel caso deve saper gestire le sue emozioni, noi in questo siamo di supporto durante tutto il corso di formazione” – continua Tilde Silvestri.

E CHI CHIAMA? – Il progetto Telefono Amico è ideato per rivolgersi a tutti, non prevede nessun tipo di criterio diretto ad escludere qualcuno o ad includere qualcun’altro. A differenza di quanto si crede, a chiamare non sono soltanto persone sole. Diverse delle chiamate ricevute provengono da soggetti con relazioni sociali che sentono il bisogno di rivolgersi a qualcuno al fine di essere ascoltati senza nessun giudizio. Chi chiama è il vero e solo protagonista della conversazione. Il volontario non parlerà di sé e delle proprie esperienze, ma ascolterà chi sta dall’altra parte per supportarlo verso un’appropriata riflessione.

Chi chiama Telefono Amico è generalmente mosso da solitudine o bisogno di compagnia, ma questo non implica che le problematiche non possano essere diverse. Spesso il disagio emotivo nasce dalle diverse relazioni sociali, quindi problemi di coppia o di lavoro, dal fattore economico, da condizioni difficili come la depressione o da situazioni salutari problematiche.

Abbiamo avuto modo di ascoltare una ragazza che ha usufruito del servizio Telefono Amico Parma e che ha deciso di raccontare la sua esperienza. Useremo di seguito un nome di fantasia, per rispettare la richiesta dell’intervistata stessa. La chiameremo Giulia, è una studentessa di 23 anni e soffre di un disturbo del comportamento. Nonostante la terapia, spesso sprofonda in crisi depressive che la portano a compiere azioni estreme. In una delle sue ultime ricadute, presa da un momento di lucidità, decide di chiamare Telefono Amico Parma, ed è una ragazza a risponderle. Giulia sin da subito nota la gentilezza della volontaria e soprattutto la sua disponibilità all’ascolto. “Siamo state al telefono una mezzoretta, abbiamo parlato, mi sono sfogata e lei mi ha ascoltata senza intervenire troppo. Devo dire che mi ha aiutata, in quel momento mi ha salvata. Se sapessi chi è la ringrazierei sicuramente”. “Secondo me è un servizio che va assolutamente promosso e portato avanti” conclude la studentessa, riconoscendo quanto il progetto che mira all’ascolto possa fare tanto nei confronti di chi sente il bisogno di parlare con qualcuno in un qualsiasi momento di crisi.

INFORMAZIONI UTILI – Per consultazioni generiche riguardo i valori, la mission e i principi esiste un apposito sito dedicato a Telefono Amico Italia.

Per entrare in contatto con il centro di Parma è invece consigliato rivolgersi alla pagina Facebook Telefono Amico Parma‘, dove sono reperibili tutte le informazioni legate al servizio offerto, quali numero di telefono per chiamare e orari.

Chi volesse invece diventare uno dei volontari, può scrivere all’email segreteria@apparma.org e riceverà tutte le informazioni e i passi da seguire a riguardo.

di Lorena Cappello

 

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