“Mamma ho prenotato l’aereo”: l’esodo dei rientri dei fuori sede
LE DISAVVENTURE DELL' ITALIA CHE STUDIA A PARMA TRA COSTI PROIBITIVI E VIAGGI DELLA SPERANZA
Tasse universitarie, affitto, bollette…e non solo. Se si è fuorisede bisogna trovarsi un lavoro anche per poter tornare a casa. Che si arrivi da Sicilia, Sardegna, sud Italia o città meno distanti, problemi e disagi sbucano come margherite. Un tram tram continuo tra biglietti spesso costosi e ‘viaggi della speranza’ che, su un totale di 25.050 iscritti secondo gli ultimi dati aggiornati ad aprile 2014, riguarda più del 60% degli studenti che arrivano a Parma da fuori città e provincia.
A PARMA DAL SUD E DALLE ISOLE – Alle prese con voli low cost o traversate dello Stivale in treno, gli studenti fuorisede che tornano in Sicilia, Sardegna e sud italia soltanto per vacanze e festività riescono solo talvolta a trovare costi contenuti. Luisa racconta che per un viaggio andata e ritorno da Napoli questo Natale spenderà 140 euro per tre ore e mezza di tragitto con un Frecciarossa o un treno Italo facendo però tappa a Bologna. Il 5,9% del totale degli univeristari di Parma che, come Veronica, viene dalla Puglia può scegliere fra i treni per Bari quasi ad ogni ora mentre per Taranto Trenitalia offre una sola corsa al giorno. Nel periodo ‘rosso’ però i costi, pur con prenotazioni in largo anticipo, si aggirano intorno ai 150 euro. “Per risparmiare un po’ – aggiunge Veronica – qualcuno prende l’autobus, ma sono 12 ore di viaggio”.
Sono però i siciliani, il 6,2% degli studenti del nostro Ateneo, a confrontarsi forse con i costi maggiori e le tratte più lunghe. Prenotando solo con mesi e mesi di anticipo si riesce infatti a contenere ‘ i danni’. “A inizio settembre devo già pensare al volo per tornare a casa a dicembre – sottolinea Anna -. Nonostante abbia prenotato con una compagnia low cost, ho pagato il biglietto oltre 200 euro”. Senza contare, come sottolinea, il treno e la navetta per raggiungere l’aeroporto di partenza, Bologna e Milano, e poi, una volta atterrata in Sicilia, l’ulteriore spostamento per raggiungere la sua città, Caltanissetta. Quasi un’impresa insomma. “A Catania ci sono diverse compagnie che servono le tratte nazionali ma molte sono praticamente inutili. Alitalia ha eliminato moltissimi voli diretti”. Con 113 euro infatti Giovanna è riuscita a pagare la sola andata per tornare a casa. Per di più, senza voli da Parma dopo la soppressione della tratta prima effettuata dall’aeroporto Verdi, si è trovata costretta, come altri catanesi, a partire da Bologna, volare fino a Roma per abbattere i costi e da qui, dopo un’attesa di 4 ore, proseguirà per Catania.
Nonostante poi alcune compagnie aeree abbiamo sulla carta offerte per la continuità territoriale, riservate a chi risiede o certifica di essere nato in regioni difficilmente collegate con il resto del Paese, i posti e le tariffe non risultano adeguate alla domanda.
La difficoltà non diminuisciono se si decide di optare per altri mezzi di trasporto: con i treni, infatti, cambia poco o nulla. Prenotando anche con un discreto anticipo rispetto alle feste natalizie, i posti su tutti i tipi di treni (Intercity, IntercityNotte, Regionale, Regionale Veloce, e la varie Frecce) risultano esauriti. Per di più, qualora disponibili, si prospettano viaggi della durata dalle 13 alle 20 ore. “Abbiamo provato a posticipare la partenza per Catania al 7 gennaio e i posti disponibili c’erano, ma a costi esorbitanti, soprattutto per il budget di uno studente: viaggi a partire da non meno di 72 euro”, afferma Giovanna. Trenitalia offre però la cosiddetta offerta ‘Notte&AV’ a chi decide di utilizzare un treno Notte e uno ad alta velocità all’interno dello stesso viaggio. In questo modo, siciliani, calabresi e pugliesi possono pagare prezzi ridotti o per il servizio cuccette o in vagoni letto con cambi previsti rispettivamente a Roma o Napoli e Bologna. Anche qui, però, i posti disponibili vanno velocemente a ruba.
Anche i dieci ragazzi sardi che si sono trasferiti a Parma per il corso di Giornalismo trovano alcuni prezzi vantaggiosi, ma per i fortunatissimi, si fa per dire, si nasconde un inghippo. L’unica compagnia aerea che offre la tratta Parma-Cagliari è RyanAir e così le alternative fra cui scegliere si riducono vistosamente, mentre i costi salgono inesorabilmente.
A tutto ciò si aggiunge l’amara consapevolezza che la data del primo esame di gennaio cade a ridosso con la fine delle vacanze, in un periodo in cui i biglietti aerei, indipendentemente da tratte e compagnie, hanno ancora un costo elevatissimo: sull’ordine di centinaia di euro per il solo viaggio di ritorno verso Parma. Nonostante le lezioni non riprendano prima di metà febbraio, infatti, sono pochissimi gli studenti che da città tanto distanti possono permettersi di tornare a casa fra un appello d’esame e la ripresa dell’attività didattica.
A PARMA DA EUROPA E SUD AMERICA – La faccenda si complica ulteriormente per gli studenti stranieri. Sì, stranieri, dal momento che i ragazzi che giungono da sedi universitarie estere non sono soltanto gli Erasmus (ovvero coloro che aderiscono al progetto promosso dall’Unione Europea) ma anche gli Overseas, provenienti da diversi continenti. Macarena viene da Bajadoz, una città spagnola della comunità autonoma di Extremadura, al confine col Portogallo, e quest’anno è arrivata a Parma per studiare giornalismo. In città sta vivendo “un’esperienza bellissima”, ha incontrato “un sacco di gente che ci ha aiutato con tutto”, ma in Italia “la differenza più grande per me è la economia”, sottolinea.
“In Spagna – spiega – le cose sono un po’ più economiche”. E in vista del rientro a casa per le festività natalizie anche lei fa i conti con i prezzi dei voli. “Il biglietto dipende assolutamente da quando si prende. Per esempio, il ritorno è di 24 euro, ma se lo prendo ora, probabilmente sarebbe più o meno 100”. Un costo non indifferente, certo, ma comunque in linea, quando non inferiore, alla cifra che bisogna sborsare per spostarsi all’interno dello stesso territorio nazionale.
Discorso completamente diverso per Elena che ha attraversato l’Oceano Atlantico per arrivare nel Belpaese dal Venezuela: “Un biglietto aereo può costare da 1800 a 2000 euro, se lo compri con poco tempo di anticipo. Se invece lo compri prima costa comunque 1200 euro che è veramente molto, perché il Venezuela è troppo lontano”. Questo Natale quindi per lei sarà fatto di tortellini, panettone e il calore degli emiliani. Ma Elena ne è felice: “La gente di Parma è molto aperta nel fatto di aiutare le persone e quando sanno che sei straniera ti aiutano di più per farti capire come funziona tutto nella città”.
LE TRATTE “QUASI” NAZIONALI – La preoccupazione per costi e date che dilaga fra chi percorre centinaia di chilometri, trova un degno avversario nel diffuso malcontento di pendolari e studenti che vivono abbastanza vicini da poter godere della cosiddetta ‘settimana corta’ ma abbastanza mal serviti da non poterla effettivamente sfruttare.
Città come Verona, Forlì, Rovigo, la cui distanza da Parma può essere coperta con viaggi di un’ora e mezza in macchina, comportano cambi, ritardi e spesso pomeriggi interi passati sui treni. Se poi, nel tentativo di velocizzare le tre ore e quarantacinque minuti che separano Verona da Parma, ci si azzarda a scegliere una Freccia, qualsiasi sia il colore prescelto, il costo della sola andata lievita a 30 euro, 38 se le Frecce sono ben due. Una spesa non indifferente che, abbozzando qualche calcolo, raggiunge circa il costo di metà mensilità d’affitto solo nell’ipotesi di voler rientrare a casa due volte al mese.
Come Verona, molti altri tragitti fanno tappa a Bologna, espandendo tempi e prezzi tanto da rendere impensabile rincasare ogni venerdì. “Per tornare a casa nel weekend, l’intero sabato mattina e domenica pomeriggio sono sprecati nel viaggio. Passo più tempo in treno che in famiglia, perciò rimango qui”, racconta Giulia, trasferitasi quest’anno per l’impossibilità di affrontare il tragitto da pendolare.
LA PARMA DEI PENDOLARI – Disagi in parte diversi ma difficoltà simili se si parla dei pendolari. Se infatti si torna a casa tutte le sere, quindi affitto e bollette sono salvi, a “tagliare le gambe” a questi studenti ci pensano gli abbonamenti: i bolognesi per il viaggio dalla propria città alla sede universitaria spendono 76 euro al mese, senza contare i 25 di abbonamento per il bus casa-stazione. Tutto questo scioperi permettendo. Inutile poi aggiungere che se la lezione inizia alle 8.30 e non si abita nelle vicinanze della stazione, gli spostamenti si complicano non poco.
L’ALTERNATIVA SI FA STRADA – A fronte di costi proibitivi e servizi spesso tutt’altro che soddisfacenti, un utile alternativa a disposizione di chi viaggia sta riscuotendo recentemente sempre maggiore successo. Si tratta del BlaBlaCar, una piattaforma web di ‘car pooling‘ grazie alla quale si possono offrire e cercare viaggi di gruppo su un’auto messa a disposizione da un conducente prenotando un posto sulla vettura per il tragitto precedentemente accordato. Una forma innovativa di mobilità sostenibile nata principalmente dall’esigenza di ridurre i costi di trasporto in un Paese che, parlando appunto di mobilità, ha ancora tanta strada da fare.
di Andrea Francesca Franzini, Giuseppe Mugnano e Francesca Gatti
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