Il futuro è nelle mani di chi sogna un’utopia sostenibile
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA HA PARTECIPATO ALLA CERIMONIA PER L'INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO 2019-2020 DELL'UNIVERSITÀ DI PARMA. TEMATICA DELL'INCONTRO, LO SVILUPPO SOSTENIBILE
“Le Università hanno uno straordinario ruolo perchè devono pensare a quale etica noi dedichiamo ai nostri ragazzi. Ed è qualcosa su cui noi stessi, professori, dobbiamo impegnarci. E forse i ragazzi ci possono aiutare a riscoprire un’etica basata su una giustizia fra generazioni. E dunque? Il futuro?”, si conclude così la prolusione Salvare il pianeta, salvare l’umanità. Utopia o dovere morale? del Professore Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile).
Giovannini è stato uno degli ospiti intervenuti, venerdì 29 novembre all’Auditorium Paganini, per la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2019-2020 dell’Università di Parma. Ospite d’onore il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.
IL PILASTRO SOSTENIBILITA’- Tema cardine della cerimonia, lo sviluppo sostenibile e la sua applicazione. La sostenibilità rappresenta per l’Università di Parma non solo un argomento di interesse, ma un vero e proprio impegno. Lo dimostra la pubblicazione online del primo Rapporto di Sostenibilità dell’Ateneo “che sintetizza le nostre performance in ambito economico, sociale e ambientale per l’anno 2018” spiega il Rettore Paolo Andrei.
“Per l’Università di Parma parlare di sviluppo sostenibile significa aver capito che la nostra missione è fondata sulla rilevanza di tre ‘pilastri’ – la centralità degli Studenti, il rafforzamento del ‘capitale umano’ e l’interazione con la Società” sottolinea Andrei.
L’importanza del ruolo ricoperto dagli Atenei e la loro azione propulsiva riguardo le tematiche ambientali, è rafforzata anche dalle parole del Presidente della provincia di Parma, Diego Rossi: “La nostra Università, sempre in stretto contatto con il tessuto socio-economico, forma i cittadini che contribuiranno a costruire il futuro”. Sarebbe allora superficiale pensare all’Università come un organo scollegato dalle sue responsabilità sociali. Al contrario, essendo fortemente radicata e connessa alle realtà locali, l’Università dovrebbe assumere il ruolo di guida non solo verso i suoi studenti, ma verso l’intera comunità.
Questi propositi si riflettono dunque anche sul tessuto cittadino parmigiano, impegnato a fare della sostenibilità un obiettivo cui tendere sul lungo periodo. Non basta però declinare la sostenibilità in un’accezione puramente ambientale. Come infatti evidenzia il sindaco di Parma Federico Pizzarotti: “La sostenibilità è qualcosa che deve permeare la nostra vita di tutti i giorni perché la società che viviamo la costruiamo noi e la costruiamo a partire dalle nostre basi”.
Non si tratta di una sfida semplice, ma la comunità ha a disposizione gli strumenti in grado di affrontarla: primi fra tutti la qualità della ricerca e la cultura. Rassicura allora trovare la stessa inclinazione nelle parole di Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna. “Noi stiamo investendo molto sul futuro. Credo che sia la regione d’Italia che investe di più sul diritto allo studio e vogliamo che ci sia una prospettiva nella quale la cultura e i saperi siano centrali, proprio perchè sulla qualità dobbiamo vincere. Io penso davvero che in un periodo di muri alzati, di oscurantismo di ritorno ci salveranno due cose: la bellezza e la cultura”.
SULL’ISTRUZIONE ANCORA SI INVESTE POCO- Certo, nei discorsi teorici tutto fila liscio. La realtà dimostra invece che c’è ancora molto da migliorare ed è dovere del Presidente del Consiglio degli Studenti sottolinearlo. Riprendendo l’articola 34 della Costituzione – che tutela l’istruzione scolastica – Yuri Ferrari ricorda infatti le criticità che tutt’ora penalizzano l’efficenza del sistema universitario italiano.
Destinando circa il 3,6% del PIL all’istruzione scolastica, l’Italia continua ad essere controcorrente rispetto alla media OCSE, attestata intorno al 5%. Inoltre il Paese si colloca in fondo alla classifica europea per numero di laureati. Questo anche a causa dei costi elevati che l’istruzione pubblica chiede alle famiglie. “Da qualche anno è emersa la figura dell’idoneo non assegnatario” continua lo studente. Si tratta di una categoria che descrive quella fascia di universitari che potrebbero accedere a una borsa di studio, ma che per mancanza di fondi non possono usufruirne. Rivolgendosi al Presidente della Repubblica, Ferrari affronta poi una problematicità costante legata al vivere l’università da fuorisede: l’impossibilità di esprimere il proprio voto elettorale in un Comune che non sia quello di appartenenza. Dalle parole di Yuri Ferrari emerge, infatti, la convinzione che l’esperienza universitaria non debba essere in nessun modo ‘limitante’. Deve piuttosto porsi come una realtà di totale inclusione. “Ai miei colleghi studenti e in particolare ai nuovi arrivati voglio dire di vivere l’università come una nuova casa, come il luogo dove poter coltivare le vostre passioni e vivere momenti indimenticabili. Circondatevi di buoni compagni e preparatevi per il viaggio più bello della vostra vita”.
L’UTOPIA DEL FUTURO– I giovani, e in particolare gli studenti, sembrano così esser diventati le fondamenta su cui costruire un nuovo modo di guardare al futuro. Uno sguardo proiettato verso quella che il Professor Enrico Giovannini definisce “Utopia sostenibile”. Essa nasce come soluzione a un’era geologica unica, detta dell’ “Antropocene”, la sola in cui è l’uomo a influenzare l’ambiente in cui vive e non il contrario.
Secondo il Portavoce ASviS, oggi si assiste a un conflitto fra “I figli del PIL e i figli dell’Antropocene”. I primi erano convinti che la produzione e il consumo indiscriminato avrebbero rivitalizzato la crescita economica e che i mercati si sarebbero adeguati, evitando il disastro socio-ambientale. “Oggi sappiamo che purtroppo tutto questo non è successo. Se il rapporto che ogni anno il World Economic Forum pubblica sui rischi globali si chiama Out of Control, dovremmo essere molto preoccupati”. Diventa allora compito dei ‘figli dell’Antropocene’ sviluppare un modo, nuovo e più sostenibile, di guardare al futuro.
Al termine della prolusione, con grande partecipazione della platea, prende infine la parola il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Allargando lo sguardo ad una visione più Comunitaria, Mattarella sottolinea l’importanza degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU fatti propri anche dalla Commissione UE con l’intenzione di: “Fare dell’Unione Europea per il 2050 una realtà neutra dal punto di vista ambientale. Io non avrei nulla da aggiungere e non saprei farlo con l’efficacia con cui Enrico Giovannini ha provveduto, ma vorrei che fosse recepito il senso di futuro che ha proiettato con la sua relazione”. Prediligere l’eccitazione per il futuro, piuttosto che l’attaccamento al passato era stato l’augurio espresso dal Professor Giovannini, al termine del suo discorso. Il Presidente Mattarella ne arricchisce il messaggio regalando alla platea una brillante parafrasi della novella leopardiana ‘Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere’: “È il fascino del futuro che rende migliore l’attesa dell’anno a venire. Il fascino del futuro, il fascino di quello che l’umanità può fare di stagione in stagione“.
Riallacciandosi poi al concetto di ‘utopia sostenibile’ introdotto precedentemente da Giovannini, il Presidente Mattarella conclude: “L’utopia è tutt’altro che uscire dalla realtà. Fra utopia e dovere morale c’è una strettissima connessione. Buon Anno Accademico“.
di Martina Santi e Bianca Trombelli
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