La Ministra Bonetti all’Unipr: “Inclusione e parità? Ce lo chiede la Costituzione”

LA MINISTRA INTERVIENE AL CONVEGNO DELL'UNIVERSITA' DI PARMA CHE INAUGURA IL CORSO "CITTADINANZA E COSTITUZIONE" PER LE "COMPETENZE TRASVERSALI"

Lunedì 3 febbraio si è svolto, nell’Aula Magna della Sede Centrale dell’Università di Parma, il convegno La cultura dell’inclusione e della parità: il ruolo dell’Università, per inaugurare il corso Cittadinanza e Costituzione che si svolgerà da quest’anno nell’ambito del progetto Competenze trasversali. Tra i relatori, spiccava la Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Elena Bonetti, mentre a moderare l’incontro è stata la Prorettrice alla didattica Sara Rainieri.

A introdurre l’evento è stato un video contro le discriminazioni ispirato al discorso sulla costituzione del giurista e politico Piero Calamandrei. Il Rettore Paolo Andrei ha commentato come il nuovo corso “riempie di orgoglio, perché credo che tutte le università abbiano il dovere di promuovere la possibilità per gli studenti di attuare un percorso sia di formazione attinente ai loro studi, ma anche una formazione a 360 gradi per formare le opinioni non per sentito dire, ma dopo approfondimento”. Francesca Nori, presidente del CUG (Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo), è intervenuta sostenendo che “il principio di uguaglianza, come l’hanno pensato i padri costituenti, ci obbliga a mettere in campo tutte le misure necessarie per garantire a tutti uguale dignità sociale. Pari opportunità e inclusione sociale penso siano davvero le parole chiave nella costruzione e nel rafforzamento di una comunità democratica”.

E’ intervenuta anche Nicoletta Paci, assessora alla Partecipazione e ai Diritti dei cittadini del Comune di Parma: “Quella che svolgiamo è un attività che cerca di mettere davanti a tutti i diritti dei cittadini, sanciti dall’Articolo 3 della nostra Costituzione. Ma le attività che portiamo avanti sul territorio non possono essere incisive se non c’è un affinità anche a livello nazionale. Per questo è importante avere una sinergia in tal senso,” ha spiegato in riferimento alla presenza della Ministra Bonetti.

Il Professor Antonio D’Aloia, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Parma e co-responsabile del nuovo corso, ritiene che questo corso sia “una grande responsabilità, perché è un tema talmente vasto che ogni tentativo di fare sintesi corre il rischio di dire cavolate”. Capire la Costituzione “è una sfida impegnativa e difficile, – ha continuato D’Aloia – ed è importante che l’università voglia caricarsi di questa sfida. L’uguaglianza è tante cose insieme, tutte fondamentali: un diritto ad essere trattati con uguale rispetto, a non essere discriminati, è un principio da raggiungere come fine ultimo”.

La Ministra Elena Bonetti, anche lei docente universitaria (di matematica, come specifica lei stessa) ha lodato il nuovo corso universitario, convinta che sia “un’intuizione di estrema importanza. Il ruolo dell’università, nel nostro paese, deve essere quello di promuovere la consapevolezza civile e la partecipazione di tutti i cittadini. L’università racchiude in sé la matrice di comunità, di incontro tra generi, generazioni e saperi diversi, per cui essa è il luogo della società con la maggiore capacità di generare il futuro. Questo perché è un luogo di incontro delle diversità, di incontro e contaminazione tra le generazioni che permette al sapere di progredire, consolidarsi, trasmettersi e rinnovarsi”.

“Una società inclusiva sa essere aperta, generativa, comunitaria. – continua Bonetti – Noi lo siamo? Possiamo esserlo se torniamo a ciò che la nostra Carta Costituzionale ci chiede”. “L’Università – ritiene la Ministra Bonetti – può (e deve) promuovere un modello di meritocrazia che sappia valorizzare completamente anche il mondo femminile”.  Valorizzazione del lavoro femminile anche nella ricerca, come ci ricorda la recente notizia delle due ricercatrici dello Spallanzani di Roma che sono riuscite a isolare il Coronavirus. Una delle due, precaria, è tuttavia spaccato della realtà italiana e per cui la Ministra ritiene di dover porre rimedio, “nel Family Act stiamo infatto inserendo la promozione del lavoro femmnile, anche nella ricerca”. E infine l’Università “può tornare all’esercizio della parola, perché solo così si potrà contrastare quel linguaggio dell’odio che tanto male sta facendo al nostro paese”.

Dopo gli interventi si è tenuto un dibattito curato da Emilia Caronna, Delegata per le fasce deboli e i disabili dell’Ateneo, che ha invitato a parlare di inclusione e lotta all’intolleranza tre studenti appartenenti alle cosidette ‘minoranze’: una studentessa di colore, una musulmana e un ragazzo omosessuale.

di Nathan Greppi 

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