“I Ricostruttori” in Pilotta: omaggio ai grandi imprenditori parmigiani
IN PILOTTA UNA MOSTRA PER RICORDARE GLI ANNI DEL BOOM ECONOMICO E LE PERSONE CHE HANNO FATTO "GRANDE" IL TERRITORIO
Inaugurata lo scorso 14 dicembre e aperta al pubblico fino al 29 febbraio nel complesso monumentale della Pilotta, I Ricostruttori. La Parma del Boom: la mostra che ha voluto omaggiare i capitani d’industria parmensi, protagonisti negli anni ’50 del boom economico e nazionale.
Curata dal giornalista e storico Pino Agnetti e promossa dall’Unione Parmense degli Industriali, la mostra inaugura in occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020.
I RICOSTRUTTORI, LA MOSTRA– L’esposizione si apre con un enorme dipinto del 1952 di Guido Montanari, “Allegoria dell’industria parmense” dove alcune delle principali attività industriali vengono rappresentate attraverso figure antiche per enfatizzare quel carattere mitico e avventuriero di quell’epoca. Nessuna operazione nostalgica di sola retorica, ma di riappropriazione di uno spirito di un’epoca come si può constatare nelle parole di Pino Agnetti riprodotte su uno dei pannelli: “Nessun “Amarcord”. Nessuna scontata rievocazione alla “Come eravamo”. Non è questo il senso, né il passo de “I Ricostruttori”. Credo che i primi a chiedere di non essere ibernati in un limbo nostalgico e retorico sarebbero proprio loro: gli artefici di un miracolo che fu certamente economico, ma anche e prima ancora esistenziale, morale e civile”.
A questo, si aggiunge l’esigenza di dar voce ad una realtà che secondo Agnetti trova meno spazio nei racconti mediatici: “E’ quindi singolare che, nella narrazione corrente riferita al “Boom”, l’industria sia rimasta relegata a una posizione tutto sommato secondaria rispetto ad esempio all’arte, al cinema e alla televisione. Quando invece, ogni volta che leggiamo dei nostri primati in Europa e nel mondo, è innanzitutto verso quella straordinaria leva di imprenditori fattisi letteralmente da soli che bisognerebbe volgere la fronte”. Questa “straordinaria leva di imprenditori – continua Agnetti – fu animata come il Prometeo della mitologia, da una fede incrollabile nell’uomo e nelle capacità di quest’ultimo di realizzare il bene più grande: il bene comune“.
Uno spirito, questo, ben presente anche agli uomini di quell’epoca come si può leggere nelle dichiarazioni del 1951 durante una visita a Parma dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi: “Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno“.
Sopra il pannello dedicato alle parole di Einaudi sventolano le foto di alcuni de “I Ricostruttori”: Pietro Barilla, Giuseppe Borri, Camillo Catelli, Giacomo Chiesi, Pietro Pizzarotti, Mansueto Rodolfi. Accanto una grande fotografia raffigurante Enzo Ferrari, Pietro Barilla e Nino Medioli appoggiati ad un’auto mentre discorrono.
La mostra dedica uno spazio anche alla Mostra Internazionale delle Conserve e degli Imballaggi a cui nel 1951 si affiancò la Fiera dell’Alimentazione (anticipazione dell’odierno Cibus). Fu questo il primo segnale di rinascita di Parma e del paese uscito distrutto dalla guerra, con tassi di mortalità infantile e di disoccupazione altissimi.
LE TAPPE DEL BOOM– Ma quali sono i più importanti risultati imprenditoriali della storia di Parma? Possiamo ricordare quando, nel 1950, Pietro Barilla fece il suo primo viaggio negli Stati Uniti e la Pizzarotti iniziò i lavori dell’areoporto di Cagliari. Altri importanti risultati furono raggiunti nel 1952 con Roberto Casappa che costruì la sua prima pompa oleodinamica e nel 1953 con Carlo Mattioli creò un nuovo logo per l’Ente Mostre di Parma, la testa di mercurio; oppure quando nel 1955 Morris lanciò il profumo Glory firmato dalle sorelle Fontana e la Farmaceutici Chiesi inaugurò la nuova sede. Passando per il 1956 e il 1957, rispettivamente gli anni in cui la Simonazzi ampliò l’attività nel campo dell’imbottigliamento e Camillo Catelli depositò il marchio del suo nuovo evaporatore Anteo; per poi arrivare al 1959 e al 1960, gli anni in cui i fratelli Salvarani lanciarono le prime cucine componibili in laminato plastico e Giovanni Robuschi acquistò gli stabilimenti delle ex Officine Barbieri.
STORIE DI INTRAPRENDENZA E LUNGIMIRANZA– Non potevano mancare alcune biografie di alcuni dei più noti capitani d’industria. Sono storie di intraprendenza e lungimiranza ma anche di perseveranza e coraggio. Come quella di Luigi Bormioli che appartenente a una dinastia di mastri vetrai decide di mettersi in proprio staccandosi dalla famiglia e ricominciando tutto ‘da zero’. Una scelta che verrà premiata grazie al suo impegno nella ricerca di materiali vetrosi raffinati ed innovativi che hanno reso la Bormioli Luigi una delle più importanti aziende del settore a livello internazionale.
Partì da zero anche Oreste Luciani che partito come garzone di bottega, condizione che rinvendicò sempre con orgoglio, a 18 anni si mise in proprio e creò le prime pompe per l’irrigazione equipaggiate con motore a scoppio che, da lì a qualche anno, avrebbero avuto una vasta diffusione.
Sono storie di impegno e umiltà come quella di Clelia Rizzoli che a soli 13 anni entrò come operaia nella piccola azienda di inscatolamento di alici del padre. Dopo una lunga e progressiva scalata al vertice, negli anno ’50, porta insieme ai fratelli Luigi e Aldo i loro prodotti in tutt’Italia ottenendo grande come ‘Zia Clelia’.
Storie di lunghi viaggi intercontinentali come quelli che compì Pietro Pizzarotti nel secondo dopoguerra per cercare nuovi mercati e progetti per la piccola impresa edile fondata da suo padre Gino nel 1910. Un’impresa che oggi conta attività in oltre 20 Paesi.
Storie di legami fraterni come quella di Mario e Giuseppe Braibanti che cambiarono la storia della produzione industriale di pasta inventando nel 1933 la “Pressa continua Braibanti“: la prima macchina al mondo per la produzione completamente automatizzata della pasta.
A proposito di invenzioni ed eccellenze nel settore alimentare, doveroso menzionare Mansueto Rodolfi che negli anni ’50 lanciò sul mercato il primo sugo pronto al pomodoro: l’Ortolina, accompagnato dallo slogan “l’orto in cucina”, un ottimo connubio di genuinità e praticità.
Un’altra eccellenza nel settore alimentare è sicuramente rappresentata dalle farine di Oreste Figna fondatore della Figna Molini (oggi Agugiaro & Figna Molini), azienda che conobbe un grande sviluppo nelle mani di suo figlio Alberto, in quanto unica produttrice in Italia di un lievito madre esiccato.
Infine, come non menzionare Pietro Barilla che grazie ai suoi studi di marketing compiuti negli Stati Uniti comprese l’importanza della pubblicità televisiva e gettò quelle basi che permisero alla piccola attività di famiglia di diventare una delle aziende alimentari più importanti al mondo.
Percorrendo a ritroso la passerella con le tappe del Boom di Parma, un consiglio e auspicio saluta infine i visitatori: le sfide di domani si vincono oggi. Mai parole più vere.
di Angelo Baldini
Vedo e leggo solo ora questo commento/recensione alla mia mostra “I Ricostruttori” sui grandi capitani d’industria del Boom economico a Parma e tengo a congratularmi, ringraziandolo, con l’autore, Angelo Baldini, per avere colto in maniera esemplare il senso e le finalità della mostra visitata prima della forzata interruzione anticipata a causa del Coronavirus da più di 8.000 persone (reali in quanto calcolate con il “contapersone”): un record assoluto che mi piace condividere con tutti coloro, a cominciare dalle aziende coinvolte, che hanno collaborato alla iniziativa oltre che naturalmente con l’Unione Parmense degli Industriali che l’ha promossa e sostenuta e con il Complesso Monumentale della Pilotta che l’ha ospitata. Pino Agnetti