Perché i flussi migratori dall’Africa non diminuiranno

L'ANALISI DI ELLIOT, SCRITTORE EMIGRATO DAL GHANA

Elliot, originario della Repubblica del Ghana, vive in Italia da un anno. Non si è trasferito per lavoro né per cambiare vita, ma per amore. “Mia moglie lavora in Italia da anni -racconta – e spesso scendeva da me per passare un po’ di tempo insieme. Ora è passato un anno da quando mi sono trasferito qui”. Felice di aver raggiunto la moglie, Elliot è in cerca di un impiego stabile, ma prima è necessario che impari l’italiano. È per questo motivo che si reca spesso alla Biblioteca sociale Roberta Venturini di Parma, dove studia la lingua da autodidatta, soprattutto scegliendo un libro dagli scaffali e consultando il traduttore online, per imparare nuovi vocaboli. Intanto, portando avanti la sua attività di scrittore svolta abitualmente in Africa, prosegue nella stesura del suo libro sull’immigrazione.

UN PUNTO DI VISTA SUL FENOMENO MIGRATORIO – Elliot non ha ancora un lavoro, ma ha un progetto: “Recentemente ho pensato alla possibilità di scrivere un libro sull’immigrazione, perché ho notato che c’è molta confusione su questo argomento. Ci vuole un testo che sia veramente informativo”, spiega, precisando che le sue conoscenze sul fenomeno non derivano da alcuna attività di ricerca ma dall’esperienza diretta. “Io vengo dall’Africa, conosco bene le motivazioni che spingono le persone a lasciare il continente e venire in Europa“, sottolinea Elliot. La particolarità del suo progetto sarebbe dunque il punto di vista sull’immigrazione: quello di un autore in stretto contatto con la realtà descritta. Inoltre, l’idea di Elliot è di non limitarsi alla sfera informativa, ma di riuscire, con il suo testo, anche a intrattenere e “nutrire la mente del lettore”. Testo che, come ha spiegato lo scrittore, parte da una domanda: “Perché le persone attraversano il mediterraneo e vengono in Italia?“. Quesito che si sente riproporre spesso e che chiama in causa “persone spesso percepite come un peso”. “Forse”, aggiunge Elliot, “si potrebbe avere un atteggiamento diverso nei loro confronti: affidando loro dei compiti, integrandoli e potenziando le loro capacità per poi rimandarli a casa più capaci, in modo che possano dedicarsi allo sviluppo dei loro paesi”.

IL ‘SOGNO EUROPEO’ – Le principali motivazioni elencate da Elliot che inducono gli africani a lasciare il continente sono tre: la ricerca di un luogo sicuro, dunque non costantemente minacciato da guerre in atto, l’alto tasso di disoccupazione che affligge paesi come il Ghana, la Nigeria o la Sierra Leone e la necessità di un’educazione accessibile a tutti. “Recentemente il Ghana ha fatto un passo avanti sotto questo punto di vista istituendo scuole superiori gratuite – racconta Elliot – ma per quanto riguarda il resto, al pari degli altri paesi africani, le difficoltà – soprattutto economiche – sono moltissime.” C’è però un altro fattore che induce i migranti a venire in Europa: l’immagine diffusa tra gli abitanti del continente africano è quella di un’Europa idilliaca in cui tutto è perfetto e in cui domina la bellezza. “In Africa, se ti metti a sfogliare una rivista trovi fotografie che ritraggono un’architettura meravigliosa, cibo invitante, facce sorridenti ovunque”. E quest’ idea sull’Europa, storicamente radicata, fa sì che essa appaia ai loro occhi come un paradiso. “E loro vogliono raggiungere il paradiso”, spiega Elliot. “Sono sicuro che se si spalancassero loro le porte dell’Europa, il continente africano si svuoterebbe completamente. Perché se potessero farlo, tutti i suoi abitanti salterebbero in Europa direttamente dall’Africa”, conclude.

La ‘sindrome dell’Europa perfetta’ deriva da una mancanza d’istruzione e di una conoscenza autentica. “Io non ho vissuto quest’illusione”, puntualizza Elliot. “Inoltre non vedo nulla di così speciale nella realtà dei paesi europei. Salvo l’educazione più accessibile; proprio ciò di cui in Africa hanno maggiormente bisogno”, ciò che a detta dello scrittore ha la capacità di aprire le menti, di creare nelle persone un giudizio più veritiero e smorzare lo slancio verso il ‘sogno europeo’.

LA VERA EUROPA –  Nel 2018, secondo quanto riportato dall’Istat in un rapporto del dicembre 2019 sull’immigrazione in Italia, le immigrazioni provenienti dal Ghana sono diminuite del 25% (dall’Africa – 17%) rispetto all’anno precedente. Ciò sarebbe dovuto al fatto che nel 2017 si è registrato un aumento da record di migrazioni dall’Africa. Gli immigrati dal Ghana nel 2018 sono 5 mila; l’affluenza, in realtà, rimane consistente. “E non c’è modo di diminuirla – sentenzia Elliot – senza un programma che aiuti concretamente gli africani a sviluppare i loro paesi. I paesi africani, dal punto di vista economico, si stanno indebolendo ulteriormente“, spiega, nonostante il fondo istituito dall’Unione Europea nel 2015 – l’EUTF Africa – per migliorare le loro condizioni e contrastare così il flusso migratorio verso l’Europa. Un grande costo per alcuni paesi africani come il Ghana è rappresentato dal sostenimento dell’organizzazione democratica: “La democrazia è una cosa positiva, ma ha un costo enorme. Dopo aver investito tutto per finanziare la democrazia e i suoi organi governativi, cosa resta per le persone? Nulla. Per questo motivo continuano a richiedere prestiti e la nazione ad indebitarsi”.

L’Europa ha optato per ‘aiutarli a casa loro’. “Ma – si domanda Elliot – l’Africa è realmente pronta per affrontare tutto ciò?”.

di Eva Skabar 

 

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