Nell’Abbazia di Valserena il tesoro dello Csac

ESPOSIZIONE PERMANENTE E INTERVENTO ARCHITETTONICO PER APRIRSI AL GRANDE PUBBLICO

Abbazia Paradigna AR“Un tesoro rimasto un pochino nascosto in questi anni”. Così il rettore Loris Borghi ha definito i numeri dello Csac (Centro studi e archivio della comunicazione), un patrimonio che porta i nomi, tra tantissimi altri, di Lucio Fontana, Man Ray, Arnaldo Pomodoro, Armani, Versace, Ferré, Sottsass. Di fatto una delle più vaste raccolte italiane di materiale riguardante l’arte, la fotografia, il design, i media e lo spettacolo.

Eppure la sua fruizione è sempre stata circoscritta ai soli addetti ai lavori e non ai turisti o ai semplici appassionati di cultura visiva. Privilegi finalmente democratici di un centro che vanta numeri eccezionali: più di 12 milioni di opere tra dipinti, sculture, stampe, disegni di architettura e design, manifesti cinematografici, negativi su lastra e su pellicola. Testimone prezioso della contemporaneità, dedicato agli oggetti del comunicare, “è un patrimonio che non ha eguali in ambito accademico”, come dichiara il nuovo presidente dello Csac, il prof. Luigi Allegri. Adesso aspetta solo di essere valorizzato e reso fruibile.

 

LA CASA DELLO CSAC – Il Progetto Paradigna, presentato il 4 ottobre, prevede  la riapertura della Certosa la quale ospiterà una esposizione permanente delle opere dello Csac; un’operazione volta a valorizzare sia il complesso storico dell’Abbazia cistercense e del paesaggio padano circostante, sia gli spazi dedicati alle funzioni del Centro.

Il primo step dei lavori sarà realizzato entro maggio 2015, in concomitanza con l’avvio dell’Expo. L’obiettivo è quello di rendere il Centro Studi un polo culturale aperto e appetibile a tutti, tanto agli addetti ai lavori, quanto agli studenti, ai turisti e all’intera città. Il presidente Luigi Allegri sottolinea che “lo Csac manterrà le sue caratteristiche di archivio, luogo di conservazione e studio, ma sarà allo stesso tempo un centro didattico in cui saranno organizzati seminari, attività di laboratorio, restauro, atelier, workshop, tirocini universitari. Infine assumerà anche una valenza museale-espositiva per chi vuole scoprire questo tesoro”.

Tutti potranno usufruire di un sito web interattivo, con le informazioni sulle attività del centro e con l’accesso al catalogo online dei fondi. Si provvederà, inoltre, a migliorare i collegamenti per facilitare il raggiungimento dell’Abbazia, che si trova già in una posizione molto favorevole (a 1km dall’uscita dell’autostrada) per chi arriva in pullman o in auto, a cui saranno offerti ulteriori servizi quali la caffetteria, un luogo di ristoro e una foresteria, con 8 camere. Per realizzare questo ambizioso progetto, è dunque necessario apportare delle novità strutturali alla splendida Certosa di Paradigna.

 

Progetto ParadignaPROGETTO ARCHITETTONICO – “L’intervento architettonico – come ha spiegato il Pro Rettore per l’Area Edilizia e Infrastrutture Carlo Quintelli – consisterà in una razionalizzazione del deposito e nella costruzione di una nuova ala, con un archivio moderno in grado di ospitare tutto il materiale che in questo momento riempie gli spazi storici. Essi potranno così essere destinati alle funzioni complementari.”

Inoltre sono stati proposti eventuali lavori per: l’attrezzamento espositivo della chiesa e delle sale colonnate; la sistematizzazione della corte centrale, dov’è collocato il patrimonio scultoreo; l’allestimento di una sala con funzione polivalente. II Progetto Paradigna è reso possibile dal finanziamento dell’Università, che ha già stanziato un milione di euro per i lavori di ampliamento. Tuttavia l’Ateneo auspica il contributo di enti e istituzioni, pubbliche o private, puntando all’auto-sostenibilità per le spese di gestione.

 

COME NASCE LO CSAC – Nato come progetto dell’Università degli Studi di Parma, grazie all’intraprendenza del docente e critico di Storia dell’arte Arturo Carlo Quintavalle, e diretto per 25 anni da Gloria Bianchino, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione oggi intrattiene rapporti e collaborazioni con le maggiori istituzioni museali europee e statunitensi organizzando numerose rassegne. Il primo nucleo della raccolta fu inaugurato nel 1980 nel Palazzo della Pilotta e vantava 400mila pezzi. “La raccolta crebbe notevolmente grazie a donazioni spontanee di istituzioni e artisti, che hanno offerto all’Università pezzi di straordinaria importanza per il dibattito storico-culturale del tempo, dando un esempio di grande generosità e fiducia nel futuro“, racconta Gloria Bianchino. Il materiale fu gradualmente trasferito prima nel Padiglione Nervi, poi nell’Abbazia di Valserena.

 

LA CERTOSA DI PARADIGNA – L’Abbazia di Valserena è un ex monastero cistercense situato alla periferia nord di Parma, in località Paradigna; è impropriamente definita Certosa, poiché, pur non essendo mai stata sede dell’Ordine certosino, fu identificata con la quella che ispirò Stendhal nel suo celebre romanzo La Certosa di Parma. La sua costruzione fu autorizzata con la Bolla di Papa Bonifacio VIII del 1298 e fu ultimata nel 1324. L’abbazia si ampliò nel corso dei secoli fino a diventare una grande struttura nella quale, al momento della soppressione napoleonica, si contava la presenza di ben cinquecento monaci. Una volta abbandonata, fu destinata ai più diversi usi e parte degli edifici fu abbattuta. Nel 1965, quando Paradigna fu acquistata dal demanio, fu avviata una lunga opera di restauro che portò la struttura a diventare la sede del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma.

di Martina Falzone, Carlotta Falcone e Valentina Bocchi

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