La difficile ripartenza del nuoto dopo il Covid-19: “Non dimenticatevi di noi”
TANTE SOCIETÀ SPORTIVE TAGLIATE FUORI DAGLI AIUTI ECONOMICI SONO A OGGI A SERIO RISCHIO MA IL TAVOLO IN REGIONE E' AL LAVORO
Oltre all’emergenza sanitaria viviamo un periodo di emergenza sociale ed economica. A vivere momenti di crisi ci sono anche tutte quelle attività sportive che vivono e sopravvivono lontano dai riflettori abbaglianti puntati quasi esclusivamente sul calcio. Sport che hanno un ruolo formativo oltre che atletico. Le società sportive sono uno dei perni delle comunità. Ci sono discipline che sono rimaste nel dimenticatoio per anni e vengono portati alla luce della ribalta soltanto in occasioni dei grandi eventi internazionali come le Olimpiadi. Ma quotidianamente queste discipline sportive e le società offrono un servizio importante per i giovani e non solo.
Una di queste è il nuoto, da sempre fonte di grandi soddisfazioni per l’Italia, con eccellenze mondiali. Basta ricordare la Pellegrini, Paltrinieri o il Settebello di pallanuoto.
Proprio dalla pluricampionessa veneta Federica Pellegrini arriva una polemica in questo senso; la nuotatrice azzurra, durante un intervento a Radio24, ha infatti detto di essere dispiaciuta che si parli soltanto di quando ripartirà il campionato di calcio durante questo periodo di emergenza Covid-19. “Esistono altri sport, e sono importanti. Soprattutto per noi nuotatori cambia tanto, a livello di sensibilità, non potersi allenare per così tanto tempo”. La sua speranza è che ci si possa allenare nuovamente dal 3 maggio. E’ infatti ora vietato l’uso delle strutture sportive, dopo una fase iniziale in cui era consentito l’allenamento per i professionisti. Ma non c’è ancora nessuna indicazione chiara, così come per gli altri sport. Lo spostamento delle olimpiadi al 2021 ha già causato lo slittamento dei mondiali di nuoto inizialmente in programma a Fukuoka dal 16 luglio al 1 agosto 2021. Non si ha ancora una data per il rinvio, così come non ce ne sono per i campionati sospesi in Italia. “Al momento la speranza è che si possano prima o poi completare, ma non ci sono certezze” spiega infatti il delegato Fin di Parma, Fabio Bussetti.
QUALI DANNI STA SUBENDO IL NUOTO? – Il settore natatorio è particolarmente colpito dalla crisi, in quanto tutta la mole di lavoro, soprattutto economico, ricade sulle società e sulle associazioni sportive sparse per il territorio nazionale. Società che senza introiti da più di un mese, e con ingenti spese da sostenere, rischiano di non sopravvivere. L’unica cosa che si può fare per cercare di risparmiare qualcosa è, quando possibile, chiedere la momentanea sospensione degli affitti per gli spazi acqua in concessione dal Comune. Ed e proprio questo che è stato fatto dalla società sportiva Nuoto Club ’91 Parma, come riferito dal presidente Andrea Avanzini.
La situazione è molto delicata, l’ha fatto presente anche il presidente della Federazione Italiana Nuoto, Paolo Barelli, in una lettera scritta all’Ansa nelle scorse settimane. “Dopo oltre un mese di chiusura le società sportive del nuoto sono all’ultimo respiro. Le piscine sono strutture costosissime da mantenere, ma gli utenti le troveranno ancora aperte quando il virus sparirà? O le società sportive spariranno con le piscine perché fallite non reggendo il colpo mortale del blocco? Chiediamo un sostegno economico concreto in favore delle società sportive, perché sono una risorsa insostituibile”.
Ad oggi, tuttavia, questo sostegno dedicato alle società sportive non si è visto,come confermano Fabio Bussetti e Andrea Avanzini a Parma. Per il momento gli unici aiuti che dovrebbero arrivare sono quelli rivolti ai collaboratori, mentre i dipendenti, quando possibile, sono stati messi in cassa integrazione. Andrea Avanzini spiega: “A livello economico la nostra prima preoccupazione sono i collaboratori sportivi, per ora siamo tutti fermi e sono stati richiesti tramite il decreto Cura Italia, stabilito per gli operatori sportivi e CO.CO.CO (collaboratori coordinati e continuativi), i bonus 600€ per il mese di marzo. Si spera che le risorse economiche bastino per tutti”. Fabio Bussetti aggiunge che la Fin è in continuo contatto con le società sportive, ma al momento non sono chiari gli scenari . “Il presidente della Federazione, Paolo Barelli, è in ‘pressing’ sulle istituzioni per segnalare il problema, e recentemente c’è stato l’interesse del Ministro dello Sport Spadafora per cercare di aiutare gli sportivi che, essendo regolati dalla Legge 133 dello sport, non ricevono retribuzioni per le loro prestazioni se il compenso è inferiore ai 10.000 euro e l’attività sportiva è interrotta per cause di forza maggiore”. Per essere chiari, questo è un problema che riguarda sostanzialmente la grande parte degli atleti non professionisti, di varie discipline, ma che vivono con lo stipendio retribuito loro in base alle prestazioni sportive. Anche il calcio dilettantistico, ad esempio, si trova nella stessa situazione. “Dalla Fin centrale le società stanno chiedendo un aiuto economico, sconto sulle affiliazioni e tesseramento. – continua il presidente di Nuoto Club ’91 Parma- A livello regionale si sta pensando a un bonus sport di 200,00 € da dare alle famiglie e da utilizzare per iscriversi alle attività sportive, ma anche questo va in base al reddito familiare e dipenderà da quanti ne potranno beneficiare”.
I DUBBI SULLA FASE 2 – L’altro grande problema è quello sulla ripartenza. Quando e soprattutto come si potrà ripartire? Sono domande che, come detto, non hanno ancora una risposta. Per quanto riguarda il ‘come’ le idee non mancano, infatti stando a quanto riportato in un articolo del Corriere della Sera , alcune società studiano nuovi protocolli come: presenza massima di due o tre persone per corsia; tempo di permanenza in acqua limitato per consentire un numero di accessi maggiore nella giornata; rivisitazione del concetto di ‘spogliatoio’. Per il ‘quando’ è tutto più complicato, visto che si dovrà attendere la decisione del Governo. Un’altra delle maggiori preoccupazioni è ovviamente economica, come spiega anche il presidente di Nuoto Club ’91 Parma: “Le societa’ sportive dilettantistiche come la nostra non hanno sponsor, fanno attività sportiva con i ragazzi e gli introiti sono esclusivamente dai corsi di nuoto e attività agonistica, che molte volte va in perdita”. Dunque è abbastanza improbabile che, se si dovesse riaprire a maggio, ci potranno essere le attività per i bambini e i ragazzi, che al contrario potrebbero ripartire soltanto in concomitanza con la ripresa della scuola, eventualmente a settembre.
“La maggior parte delle società avrà, inoltre, problemi di liquidità, non essendo entrati nelle casse i soldi degli abbonamenti di marzo e aprile” aggiunge Fabio Bussetti di Fin Parma.
“Se gli ingressi saranno contingentati, se l’utente non sara’ sicuro di poter fare attività sportiva in sicurezza, la nostra ripresa sarà lenta e lunga. I costi e le spese però non lo sono, fare conciliare incassi e uscite economiche sarà impossibile” prosegue Avanzini. In attesa di notizie e di una data certa, le società stanno provando a portarsi avanti con il lavoro per essere pronti al momento del via libera: “Per il momento non c’è ancora l’ok per fare dei lavori di sanificazione all’interno degli impianti, ma appena ci sarà verranno eseguiti scrupolosamente ” aggiunge Bussetti. Ad oggi quello che è possibile è invece predisporre dei protocolli di sicurezza per i clienti e per la segreteria della sede sociale, ed è quello che hanno fatto al Nuoto Club ’91 Parma. “Troppo presto e troppa incertezza sulle date per pensare ora ad un piano per gli agonisti e i bambini dei corsi; ma appena avremo novità faremo tutto il necessario per avere la massima sicurezza”.
Andrea Avanzini si fa poi portavoce di un appello generale: “All’amministrazione comunale chiediamo di non abbandonare le società sportive, di non perdere quel patrimonio sportivo che da anni si sostituisce allo Stato per fare attività motoria ai nostri ragazzi. Abbiamo già inviato una lettera all’assessore allo sport del Comune di Parma, Marco Bosi, da parte di molte società natatorie della città per aprire un tavolo di lavoro che possa programmare nell’immediato la ripresa e nei mesi futuri l’attività sportiva”.
L’assessore Bosi fa sapere che è già attivo un tavolo di lavoro insieme agli altri assessori allo sport della Regione Emilia Romagna, che coinvolge la Regione stessa e le federazioni regionali ed è coordinato da Gianmaria Manghi, capo di gabinetto del presidente dell’Emila Romagna: “Per il momento abbiamo richiesto al governo di dare la possibilità ai proprietari degli impianti di allungare le convenzioni per recuperare il tempo perso. Inoltre la Regione dovrebbe predisporre a breve dei voucher specifici”.
di Pierandrea Usai
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