Parma 2020: sogno finito o solo rimandato?

A CAUSA DEL COVID-19 PARMA HA DOVUTO INTERROMPERE L'EVENTO CHE TANTO ASPETTAVA. MA NON TUTTO E' PERDUTO

Era il 16 febbraio del 2018 quando a Roma la giuria nominata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali scelse Parma come Capitale della Cultura per l’anno 2020, da allora la città ha atteso con molta ansia l’11 gennaio 2020, giorno dell’inaugurazione del tanto desiderato evento che, purtroppo, è stato costretto all’interruzione dopo meno di due mesi a causa della diffusione del Covid-19. Un duro colpo per la città emiliana che, tuttavia, ha buone possibilità di vedere ‘Parma 2020′ non cancellato del tutto ma solo rimandato.

IL GOVERNO RINVIA AL 2021? – Qualche settimana fa la senatrice di Lega, Maria Gabriella Saponara, sostenuta dai colleghi di partito, ha inviato al Governo la proposta di spostare Parma 2020 all’anno prossimo. Non potendo accogliere il tutto come emendamento si è reso necessario trasformarlo in ordine del giorno, dando in questo modo alla commissione la possibilità di sottoporlo all’esecutivo e, al momento, la senatrice prospetta ottimismo: “Il Ministro Franceschini ha già speso delle parole in tal senso – commenta la senatrice Saponara – quindi auspico che al più presto la proroga sia effettiva. Come ho avuto modo di spiegare anche durante la Commissione bilancio in Senato alla presenza del viceministro Antonio Misiani, questa proroga si rende necessaria per non lasciare perso il lavoro svolto per la programmazione degli eventi che a causa dell’emergenza sanitaria sono stati finora annullati. E’ una necessità chiaramente anche di tipo economico, non solo strettamente culturale, perché tanti sono i soggetti coinvolti e tante le risorse messe in campo”.

L’ordine verrà discusso in sede di esame del cosiddetto decreto ‘Cura Italia’, licenziato dal Senato lo scorso 9 aprile e ora in seconda lettura alla Camera. Durante la discussione in commissione il viceministro ha espresso tutta la sua approvazione precisando, però, che per ragioni tecniche un emendamento al decreto-legge in conversione non poteva essere lo strumento giusto per effettuare la proroga. Per questo è stata chiesta al viceministro Misiani la disponibilità ad accettare la trasformazione dell’emendamento in ordine del giorno. La proposta è stata alla fine accolta e, come dichiara la senatrice, “rappresenta oggi un impegno del Governo ad agire in tal senso. Sono fiera di aver aiutato la mia città, pur stando all’opposizione, con questa richiesta di proroga: ora massimo impegno trasformare gli auspici in realtà“.

Per quanto riguarda possibili ulteriori finanziamenti per Parma, “ad oggi è difficile dirlo, bisognerà attendere la legge di bilancio 2021 per capire se sarà possibile far ottenere a Parma ulteriori stanziamenti, anche per porre rimedio alle perdite economiche che inevitabilmente si sono avute” conclude la senatrice.

 

PARMA 2021 LAVORA SU TRE LINEE – Michele Guerra, docente Unipr e assessore alla cultura del Comune di Parma, ritiene che questa emergenza debba imporre un completo cambiamento di prospettiva: “Non si tratta di rinunciare al progetto di Parma 2020, ma piuttosto di riprendere in mano quei temi e quei progetti nella speranza di riuscire a ripensarli nel contesto in cui ci troviamo a vivere in questo momento. La cultura è davanti ad una sfida mai vista prima e fino ad oggi ne è uscita molto colpita“.

Proprio per questo si sta lavorando ad una nuova configurazione di Parma 2020 tramite tre linee: “La prima linea è quella del progetto politico-culturale, –  chiarisce l’assessore Guerra – che consiste nell’andare a capire che cosa è possibile trasferire e come trasferirlo, perché oggi è impossibile immaginare come potremo svolgere queste attività, ad esempio, nella primavera del 2021. Inoltre, dovremo pensare per la nostra azione ad una forma più intima, più raccolta, fatta di nuove connessioni e spazi diffusi e moltiplicati, valutando strumenti che prima non avevamo preso in considerazione. Poi c’è la parte comunicativa che prevede già ora un rinnovamento del ‘tono di voce’. Ma c’è anche un altro elemento importante. Quello economico, perché l’economia di Parma 2020, che era in una fase già avanzata, dovrà ripensare tutte le economie che le girano attorno e compiere un ulteriore sforzo di responsabilità.”

L’obiettivo è quello di mantenere attiva e viva la partecipazione e attenzione su questo traguardo importante per Parma. “Non vogliamo spegnere l’entusiasmo di quelle 15 mila persone che l’11 gennaio hanno camminato dall’Oltretorrente a Piazza Garibaldi durante la parata People of Parma” continua l’assessore.

FINANZIAMENTI E PARTNER CULTURALI – In questo tentativo di ripresa, Parma potrà contare sull’aiuto dei loro partner culturali perché il vero punto di forza è la solidarietà l’uno verso l’altro. Nonostante la sospensione dell’evento, però, ai fondi già stanziati non succederà nulla, lo ha dichiarato a Il Sole 24 Ore Francesca Velani, coordinatrice del programma Capitale Italiana della Cultura 2020, con la sola differenza che il budget previsto all’inizio per due anni dovrà essere ripartito su tre con una necessaria integrazione dei fondi previsti: “Ad oggi ci troviamo a disporre di 3.400.000 € provenienti dalla pubblica amministrazione, nello specifico 1.000.000 € dal Mibact, 1.000.000 € dalla Regione e 1.400.000 € del Comune di Parma”. E una cifra analoga proviene dalle imprese del territorio profondamente consapevoli che quando si ripartirà, il titolo di Capitale della Cultura italiana “sarà fondamentale sia dal punto di vista di visione territoriale che di rilancio per tutti i comparti industriali”.

Infatti, come afferma Michele Guerra: “Il vero problema è che le nostre istituzioni culturali, cioè i teatri, il comparto musicale, cinematografico e tutte le associazioni e gli operatori che lavorano con noi sono in gravissima difficoltà. Io dico sempre che Parma è diventata Capitale della Cultura grazie a loro e la loro crisi è immediatamente crisi della città, nella sua interezza”.

“C’è un tema economico dietro la resistenza cui sono chiamate queste istituzioni – continua l’assessore – e il Comune di Parma saprà stare vicino ai soggetti culturali in crisi. E’ questo adesso il nostro dovere, fare in modo che non salti il sistema, perché se non riescono a stare in piedi i protagonisti di Parma 2020 non riuscirà a stare in piedi neanche il progetto di Parma Capitale Italiana della Cultura”.

SOLIDARIETÀ – La Regione Emilia Romagna non ha perso tempo a dare il suo totale sostegno, ma Parma 2020 ha potuto contare anche sull’appoggio della rete delle città culturali e dei suoi assessori regionali, dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che tramite il suo presidente, il sindaco di Bari Antonio Decaro, ha scritto una lettera al ministro Franceschini, e infine del Mibact.

“C’è stata grande solidarietà e io credo che sia un bel segnale per Parma, – commenta Guerra – perché è arrivata non solo dalle altre città, ma anche da reti culturali che hanno visto come abbiamo lavorato in questi anni. Credo che non si sarebbero spesi in questo modo se non avessero visto un progetto che meritava di sopravvivere”.

Dichiarazioni che trovano conferma dalla senatrice Saponara: “Il Governo si è espresso in modo favorevole, anche se ad oggi in modo ancora informale, e sono al corrente del fatto che il coordinamento degli assessori regionali della cultura siano orientati a non opporsi alla proroga al 2021 del titolo di Parma Capitale della Cultura”.

COME CAMBIA IL PROGRAMMA – Data la sospensione a causa del Covid-19, alcuni eventi in programma in questi mesi sono stati annullati, altri sono per il momento sospesi o rimandati all’anno prossimo. Per questo il Comune sta lavorando ad un nuovo calendario. Come specifica l’assessore Guerra: “Cercheremo di portare nel 2021 tutte quelle attività che per organizzazione, costi e ambizione non potranno essere svolte quest’anno. Alcuni progetti che erano in programma tra maggio e settembre non si potranno fare, ma noi svilupperemo una programmazione culturale anche sul 2020 che, se sarà possibile, punterà su azioni più raccolte, ma non meno significative”.

In attesa della risposta del Ministero per i Beni Culturali, si sta pensando a una riprogrammazione arricchita dalle riflessioni scaturite in questo preciso momento storico, “anche attraverso il coinvolgimento di altre città che si sono candidate negli anni – anticipa Francesca Velani sempre a Il Sole 24 Ore – La cultura oggi sta facendo quello che le riesce meglio, cioè occuparsi del prossimo, partecipando alla costruzione del benessere individuale e collettivo. Ed è proprio questo il ruolo della cultura oggi sul quale si dovrà lavorare e insistere nel prossimo futuro”.

In data 23 aprile, tuttavia, quando ormai tutti si aspettavano la proroga, arriva la triste notizia che non mette tuttavia la parola fine. Come riferisce la deputata Lega, Laura Cavandoli, “nonostante gli emendamenti proposti dalla Lega sia al Senato sia alla Camera, il Cura Italia non conterrà la norma che prevede il prolungamento al 2021 del titolo di Parma Capitale italiana della Cultura. Se non fosse così negativa per il nostro territorio la vicenda sarebbe persino comica: la Lega aveva già presentato un emendamento a favore di Parma 2020 e 2021 in Senato. PD e 5 Stelle, lo hanno bocciato per poi riscriverlo uguale e ripresentarlo alla Camera, senza riuscire a mettersi d’accordo per approvarlo. Un teatrino desolante. La Lega che sostiene dall’inizio il prolungamento di Parma Capitale della Cultura anche all’anno 2021, invita il Governo a rimediare al più presto. L’appuntamento è troppo importante per la ripartenza della nostra città e del nostro territorio quando finirà l’emergenza Covid-19. I parmigiani e il Paese non meritano di assistere a spettacoli di questo tipo”.

di Mattia Celio

foto Comune di Parma

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