Quale il futuro del turismo? L’Emilia punta su quello di prossimità

LA DIFFUSIONE DEL COVID-19 HA PORTATO ALLO STOP DEL TURISMO E DELLE PRENOTAZIONI. PARMA CAPITALE DELLA CULTURA STUDIA COME RISOLLEVARSI E SI LAVORA A NUOVE MODALITÀ PER SALVARE IL SALVABILE

Secondo i dati raccolti da Confturismo, in Italia per il settore turistico vi sarà una perdita di oltre 30 milioni di turisti italiani e stranieri tra marzo e maggio. Significa circa 90 milioni di presenze in meno nelle strutture ricettive turistiche, oltre al calo di consumi nei ristoranti e pubblici esercizi, nello shopping, nei trasporti locali, nelle visite guidate, ai musei, ai siti archeologici. Il settore genera complessivamente quasi 200 miliardi di volume d’affari direttamente e indirettamente su altri settori, ma le previsioni meno pessimistiche indicano una perdita nell’ordine del 60% da qui a fine anno.

Anche Parma sta soffrendo: dopo aver visto i primi risultati con l’avvio dell’anno da Capitale della cultura, l’intera città e provincia si è ritrovata vuota e desolata. Emilio Incerti, presidente di Federalberghi, ha annunciato che il 90% delle strutture alberghiere sono chiuse e che, le poche aperte, hanno avuto una perdita di fatturato del 90%. Inoltre, in questi mesi primaverili -i più fruttuosi solitamente- , dove in tutto il territorio emiliano si dovrebbero celebrare sagre paesane e convegni, si perdono all’incirca 300.000 euro giornalieri.

Fatti i conti, e ora di trovare soluzioni, come sta reagendo il comparto dell’ospitalità a Parma in questo contesto drammatico? Come sarà il turismo dei prossimi mesi?

LE GUIDE TURISTICHE KO- “Sono preoccupata, soprattutto per chi vive solo di questo lavoro” racconta Laura Cova, guida turistica a tempo parziale di Parma e regione, anche insegnante a Parma. Tour e visite guidate sono fermi, proprio nel momento in cui sarebbe dovuta ripartire la stagione turistica e le prospettive non promettono bene. Tuttavia, aggiunge, “a seguito del lockdown le persone hanno ancor più voglia di bellezza, ci potrebbe essere una riscoperta dei luoghi più a portata di mano. Ma dipende dalle norme, se saranno chiare ed efficaci”. La pandemia di Covid-19 sembra segnare invece la fine del turismo di massa: i grandi gruppi turistici saranno sostituiti da piccoli nuclei, quasi familiari se ci saranno le disponibilità economiche. Ristretta sarà anche la distanza geografica perché la diminuzione del voli favorirà i tour locali, gli spostamenti brevi tra una provincia e l’altra e i musei, per esempio, dovranno regolare gli accessi e far rispettare tutte le norme di sicurezza necessarie per evitare possibili contagi.

Molti enti e strutture hanno risposto offrendo contenuti e visite virtuali, ma per chi conduce le persone alla scoperta dei luoghi per professione non può essere lo stesso: “Con una guida turistica si vive il territorio, si possono conoscere nuovi luoghi, spazi e sapori. È un’esperienza sensoriale che mi pare impossibile ricreare virtualmente – sottolinea Laura Cova – Ma il mondo è cambiato in due mesi, è difficile prevedere cosa ci aspetterà”.

Elisabetta Rastelli, guida turistica di professione a Parma, condivide lo stesso pensiero: “Una guida è importante non solo per quello che dice. Una guida trasmette emozioni, calore e vicinanza, che fa sentire il turista protagonista del viaggio e della scoperta di un luogo”. Una professione svolta con passione e dedizione, per cui non basterà la riapertura di musei e mostre annunciata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il piano della Fase 2: se vi saranno richieste si potrà ripartire, ma per il momento tutte le prenotazioni sono state disdette. Avrebbe dovuto essere un anno di impegno intenso con l’occasione di Parma Capitale della Cultura 2020. “Adesso ci ritroviamo senza la possibilità di lavorare nel periodo primaverile e probabilmente anche in quello autunnale, solitamente i più richiesti dai visitatori. Ci sono delle associazioni a Parma, ma la maggior parte lavora in maniera indipendente” sottolinea Elisabetta Rastelli, quindi il bonus previsto nel decreto Cura Italia potrà essere d’aiuto, ma non si recupererà mai l’alta stagione che si prevedeva.

 

NUOVE MODALITÀ PER LA RIPARTENZA – Il Covid-19 è stato un duro colpo per Parma 2020 ed ora sta rappresentando un enorme ostacolo, considerando il fatto che molte prenotazioni, sia dall’Italia che dall’estero, sono state cancellate. Fin dall’inizio della diffusione della pandemia il Comune si sta impegnando nella lavorazione di programmi sulla sicurezza dei turisti per il momento in cui sarà consentito tornare a viaggiare: “Al momento non si sa quando cominceranno a muoversi. L’unica cosa di cui siamo certi è che sarà fondamentale dare a chi deciderà di venire qui a Parma la sicurezza e la tranquillità. Far capire che qui gli operatori adottano le misure necessarie per prevenire il contagio” dichiara l’assessore al turismo del Comune di Parma, Cristiano Casa.

Per un progetto così importante quanto delicato, l’assessore si è rivolto agli operatori turistici del territorio: dai rappresentanti degli alberghi e delle strutture ricettive, alle associazioni dei commercianti, agli operatori turistici in costante contatto con il collega assessore alla cultura Michele Guerra. “Oltre a questo c’è un confronto continuo con Destinazione Emilia e con l’assessore regionale Corsini. – continua l’assessore Casa – In più è attivo un tavolo che mi vede coinvolto con gli assessori al turismo delle principali città italiane (Roma, Milano, Venezia, Firenze…). Con loro abbiamo predisposto una lettera al Ministro Franceschini per chiedere il massimo sostegno al turismo ed ai Comuni che fanno da primo baluardo per la promozione dei territori interi. La settimana scorsa abbiamo anche incontrato il sottosegretario Bonaccorsi per un primo riscontro alle richieste fatte al Ministero”.

Data l’emergenza Covid-19 si prospetta un’estate completamente diversa da come Parma si aspettava, come per l’intero Paese, ed è per questo che sarà ancora più fondamentale lavorare sulle norme di condotta che si dovranno osservare nel momento in cui saranno consentite le visite turistiche. Come sostiene l’assessore Casa, “da quanto emerge si ripartirà con il turismo di prossimità. Purtroppo per i viaggi dall’estero ci vorrà ancora tempo. Punteremo ovviamente su tutte quelle che sono le nostre eccellenze all’aria aperta sia in città che fuori. Anche l’Appennino si dovrà consolidare come una meta da promuovere. Ovviamente, se riapriranno, sarà possibile anche visitare i nostri musei, chiaramente nel rispetto delle disposizioni di sicurezza”.

Non sono escluse poi novità riguardo ad attività turistiche che, negli ultimi anni, non sono state molto prese in considerazione: “Sicuramente i tour in bicicletta o le escursioni saranno attività particolarmente appetibili per chi arriverà a Parma e nel nostro territorio. Gli operatori stanno lavorando su pacchetti. Visitare la Food Valley, con le sue grandi eccellenze, sarà quindi possibile”.

Per valorizzare il proprio patrimonio artistico e culturale del territorio, Parma ha dato vita anche ad un’importante iniziativa, la collaborazione con la città di Genova basata sull’avvio di attività congiunte di promozione turistica e di marketing territoriale per proporre, sia livello nazionale che internazionale, un’offerta turistica complementare e integrata. Si tratta di un accordo con un valore sperimentale, in vista di una collaborazione duratura nel tempo: “In questi anni abbiamo fatto numerose sinergie con città italiane e straniere. – spiega l’assessore Casa – In questa idea si lavora anche per una collaborazione tra i nostri teatri oltra alla promozione del territorio. Poi potremo anche fare sinergie e agevolazioni per i parmigiani che decideranno di andare a visitare Genova e per i genovesi che decideranno di venire a Parma”.

DESTINAZIONE EMILIA – Staycation. È questa la parola d’ordine per la ripartenza, che significa ‘restare, riscoprire i propri luoghi’. Destinazione Emilia – l’ente che si occupa della promozione del territorio e del turismo in Emilia, nato dopo la nomina di Parma capitale della cultura italiana e che unisce il capoluogo vincitore con le vicine Reggio Emilia e Piacenza – punta tutto su sé stessa per i prossimi mesi di fase 2.

“Lo staycation si basa su tre pilastri: il turismo lento, la sostenibilità e l’esperienza”, afferma Natalia Maramotti, presidentessa di Destinazione Emilia. Questo tipo di turismo, in realtà, non è nuovo.  Si è molto diffuso in questi anni soprattutto tra le persone che volevano conoscere l’Italia in modo più autentico. Turisti che poi si sono affezionati a quel territorio e vi  hanno fatto ritorno”

“Per turismo lento si intende l’attenzione al dettaglio, all’eredità culturale che i contesti lasciano ai visitatori. – continua Maramotti – Per sostenere la sostenibilità invece cerchiamo di mantenere un impatto non aggressivo, di non dimenticarci del valore e della ricchezza dell’ambiente. Infine, con questa esperienza si cerca di promuovere luoghi unici ed inediti, per creare un contatto tra il turista e un posto autentico, offrire esperienze in piccolo ma molto preziose”.

E sembra proprio che l’Emilia sia il territorio ideale per questo turismo di qualità: “Non solo abbiamo una straordinaria storia culinaria riconosciuta ormai come eccellenza, ma c’è anche una natura variegata che spazia dall’Appennino Tosco-emiliano, che è parco nazionale e area MAB (ovvero con equilibrio tra biosfera e popolazione), ai Colli Matildici e della Val Trebbia. Ci sono i boschi, il Po e la pianura. Abbiamo anche quattro percorsi da fare a piedi citati nell’Atlante dei cammini, ideali per l’escursionismo in solitaria, ma abbiamo anche le terme e il benessere, la Castle Valley”. Tutta questa offerta va ad aggiungersi a quello che è il patrimonio artistico e museale delle città di Parma, Reggio Emilia e Piacenza, che è oggi il settore più colpito e che deve essere ancora regolamentato per la riapertura.

UN TAVOLO DI LAVORO REGIONALE- Proprio per affrontare l’emergenza Covid-19 si sta riunendo in questi mesi, a cadenza settimanale, un tavolo di lavoro regionale sul turismo. I partecipanti sono Destinazione Emilia (per rappresentare Parma, Reggio e Piacenza), la città metropolitana di Bologna che comprende anche Modena e, infine, la Romagna con le sue cinque province. Al tavolo sono stati invitati anche le aziende della food valley, quali il Parmigiano Reggiano, e della motor valley quali Ferrari e Ducati, simboli delle ‘eccellenze’ del territorio che contribuiscono alla ricchezza e all’afflusso turistico della regione.

Che l’Emilia sia un territorio d’eccellenza è risaputo in tutto il mondo, ma i dati ancora una volta lo confermano. Per quanto riguarda il cibo, secondo il Rapporto ISMEA qualivita – che ogni anno calcola e fa statistiche sul valore generato dalla DOP e IGP economy – l’Emilia Romagna è la seconda regione italiana – dopo il Veneto – per generazione di valore dato dalle IG, con 3,41 miliardi di euro, Parma è la prima provincia nel settore Food e crea 1.383 milioni di euro, seguita da Modena e Reggio Emilia. Il Parmigiano Reggiano è il primo prodotto (food) e crea 1.434 milioni di euro.

Non mancando i prodotti da offrire, ciò su cui si lavora è la promozione del territorio a persone che da sempre ci vivono e, per abitudine, lo danno per scontato preferendo mete lontane o il turismo di massa. “Bisogna favorire la conoscenza dei propri territori ai cittadini. – spiega Maramotti – Spesso abbiamo dei tesori dietro l’angolo e non ne siamo a conoscenza“. Per fare ciò la strategia fondamentale è la comunicazione. Destinazione Emilia la sta mettendo in atto, per esempio, con concorsi per le classi scolastiche, in cui si vincono gite per gli studenti, e tramite il sito che racconta storie su persone e fatti del territorio.

Ma può davvero il turismo domestico trainare altri settori complementari come l’alberghiero e la ristorazione, considerando che la maggior parte dei visitatori potrebbe portarsi il pranzo al sacco o tornare a casa per la notte? “Il turista è colui che dorme fuori almeno una notte, se no è un escursionista. – spiega la Maramotti – Certo anche l’escursionismo porta un piccolo guadagno, ma bisogna portarlo ad essere turismo. Per fare ciò noi offriamo pacchetti personalizzabili con attività e strutture adatte a tutti i gusti e le tasche”.

Ma, quindi, il coronavirus nonostante tutto può offrire un’occasione? “Purtroppo ci è stata data un’occasione molto dolorosa che ha messo in ginocchio l’economia. Ma, come diceva Einstein, bisogna imparare a ballare sotto la pioggia e la crisi implica il cambiamento. Noi abbiamo sfruttato questa quarantena per attivare un percorso di formazione per 400 imprese del settore turistico sul marketing e la comunicazione ai tempi del coronavirus, fondamentali, per mantenere il legame con la propria gente. Dalla crisi si esce solo con la conoscenza”, conclude la presidentessa di Destinazione Emilia.

di Michela Dalla Benetta, Laura Storchi, Mattia Celio

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