Nasce per i giovani il corso di Alta Sartoria del Teatro Regio

“DAL SEGNO ALLA NASCITA DI UN SOGNO”: SI PARTE IL 3 NOVEMBRE CON IL PRIMO PROGETTO DELL'ACCADEMIA DEL TEATRO REGIO

Un obiettivo semplice e di fondamentale importanza quello del nuovo Corso di Alta Sartoria “Dal segno alla nascita di un sogno”, che inaugurerà l’Accademia del Teatro Regio di Parma: formare profili professionali per moda, cinema, teatro, televisione e pubblicità.

Il corso, riservato a 14 partecipanti, è rivolto ai maggiorenni con età non superiore ai 35 anni e in possesso di un diploma di scuola secondaria di II grado o di qualifica professionale. La durata sarà di 12 mesi (indicativamente dal 3 novembre 2020 al 22 luglio 2021 e dal 18 agosto al 3 dicembre 2021): 1.600 ore complessive, ripartite tra 950 ore di lezione e 650 di stage. Quest’ultimo potrà essere effettuato presso la Sartoria del Teatro Regio di Parma o altre istituzioni e imprese sartoriali. Le domande di iscrizione potranno essere presentate non oltre il 28 luglio 2020 e le selezioni avverranno tramite un colloquio di gruppo e individuale il 3 e 4 settembre 2020.

UN MESSAGGIO POSITIVO – “Non è un caso che l’abbiamo annunciato proprio nel cuore del momento più complicato. Era un progetto al quale lavoravamo da tempo e abbiamo ritenuto che ci fosse bisogno di un segnale di rilancio.” Così Anna Maria Meo, Direttrice generale del Teatro Regio, spiega l’importanza di mobilitarsi per attivare l’Accademia e il corso di Alta Sartoria, partendo in questo periodo di emergenza Covid-19.

Inoltre, aggiunge la direttrice Meo, “il Teatro Regio è un’agenzia formativa accreditata, ciò permette di confrontarci con le aziende del territorio, molte delle quali sostengono il Teatro e alcune di queste operano nel campo della moda.” Non solo, c’è anche il tema del cambio generazionale: “Questo progetto nasce dalla consapevolezza di avere all’interno della nostra istituzione culturale delle competenze artigianali straordinarie, frutto di sapienza accumulatasi nei decenni che, se non adeguatamente custodita, rischia di perdersi. Le figure che andremo a formare, impareranno a realizzare lavorazioni complesse, per le quali si richiedono competenze molto specifiche, ad esempio, per la colorazione dei tessuti, il trattamento, l’invecchiamento e il taglio. Formare figure all’interno di un’istituzione importante come la nostra può dare una garanzia di qualità. È fondamentale custodire una tradizione, nel nome della quale, però, bisogna saper sempre evolversi e innovare”.

TRA PASSIONE E SACRIFICIO – Con una lunga esperienza nel settore, tra teatro, cinema e moda, Lorena Marin, ideatrice e titolare del Corso di Alta Sartoria, racconta di aver da sempre avuto una grande passione per questo mestiere, ma le difficoltà e le sfide nel corso della sua carriera non sono mancate: “Sei sempre con la valigia in mano e il bello è che non ci sono regole. Si tratta di un continuo movimento e ogni spettacolo è diverso. Ogni volta è una nuova sfida e per me è come se fosse un figlio, un grande amore. Devi essere disposta a sacrificare una parte di te e la cosa importante è che le persone che ti stanno vicino, conoscano quello che fai, altrimenti è una vita di pura solitudine.”

Moda e costume sono elementi imprescindibili nel suo lavoro e inevitabilmente legati: “Anche adesso che faccio la costumista, collaboro con i miei amici fashion designer. Facciamo studi di nuovi tagli e mi mostrano le nuove tendenze perché è molto importante anche essere all’avanguardia dei tessuti, dei concetti di taglio nuovo esistenti e quindi hai veramente bisogno, tu che arrivi dal mondo del teatro, di vedere dove sta andando la moda. Devi avere veramente una mente sempre aperta. Non ci sono limiti.

E pensando a un consiglio da dare ai futuri allievi: “Solo con la pura passione che ti scorre nelle vene e il desiderio di viverla puoi ottenere tanto. Ciò che voglio dalle persone è che diano il massimo per ottenere il massimo.”

Per ulteriori informazioni inerenti il corso, si consiglia di consultare la pagina del sito del Teatro Regio dedicata all’Accademia.

di Federica Mastromonaco

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