Fornasetti: una mostra che lega presente e passato, classico e contemporaneo
STORIA, CULTURA E CURIOSITÀ: ECCO PERCHÈ BISOGNA ANDARE A VEDERE LA MOSTRA IN PILOTTA. PAROLA DEL DIRETTORE SIMONE VERDE
Piero Fornasetti è stato un artista, pittore, scultore, decoratore d’interni, stampatore di libri d’arte, designer e creatore di oggetti, di scenografie e di costumi milanese di assoluto spicco nel corso del Novecento italiano. Scomparso nel 1988, vede ora la sua eredità artistica portata avanti dall’omonimo atelier milanese. Il complesso monumentale della Pilotta, uno dei fiori all’occhiello della città di Parma, rende omaggio all’artista con una mostra inedita. A dirigere una delle strutture più culturalmente e storicamente importanti della città è il direttore Simone Verde che spiega i perchè di questa straordinaria esposizione.
TRA PASSATO E PRESENTE – Dal 3 giugno 2020 al 14 febbraio 2021, sarà disponibile la mostra “Fornasetti Theatrum Mundi”, curata dal direttore dell’atelier milanese, Barnaba Fornasetti, dalla presidente di Fornasetti Cult, Valeria Manzi, e dal direttore del Complesso della Pilotta, Simone Verde. Purtroppo per colpa del Coronavirus si è dovuto creare delle nuove modalità di esposizione della mostra e limitare il numero di visitatori, anche se ogni giorno la mostra accoglie un gran numero di risposte.
“La mostra Fornasetti nasce con l’unico scopo di cercare un artista contemporaneo che riuscisse a rapportarsi con il pubblico dei nostri giorni, – spiega il diretto Verde – valorizzando i contenuti ed i temi di un patrimonio passato” spiega Verde. “La mostra nasce perché Parma è una delle capitali del Classicismo europeo. La città ducale è stata uno snodo centrale di questi momenti storico-culturali anche se il patrimonio di oggi sembra essere meno importante nell’immaginario collettivo. Abbiamo perso la centralità che faceva dell’Italia una delle mete più visitate”. Per essere più chiari, Verde ricorda che “i futuri ingegneri ed economisti, dell’epoca, dopo aver ricevuto quella che i tedeschi chiamano la Bildung – il momento formativo scolastico – sentivano l’obbligo di venire in Italia.”
“Oggi, l’immaginario globale, guarda più alle innovazioni che vengono da Oriente più che non agli insegnamenti morali che vengono dalla nostra classicità” continua Verde. Ma “è un aspetto positivo. Non esiste più l’indiscussa superiorità dell’Occidente”. Ed ecco la soluzione per la mostra in Pilotta “avevamo il bisogno di rinnovare e rinnovarci nel contemporaneo. Volevamo cercare un artista che usasse un linguaggio più vicino a noi. Doveva fare da ponte tra il pubblico dei nostri giorni ed il patrimonio del passato”.
FORNASETTI, INTERPRETE DEL CLASSICISMO – “L’autore è uno dei migliori interpreti del classicismo, eravamo molto soddisfatti della proposta ricevuta dall’atelier milanese”. Ma il vero scopo dell’esposizione, secondo il direttore, è quello di “mettere in dialogo le collezioni e gli spazi della Pilotta con le creazioni di Fornasetti”. Le modalità però sono diverse “Fornasetti, sebbene sia un artista, ha partecipato all’invenzione del design industriale, che poi, a dir la verità non è industriale in quanto artigianale, non è la stessa cosa che capitava nell’arte del ‘500 dove c’era l’idea dell’unicità dell’opera d’arte”. E anche gli oggetti esposti alla mostra sono artigianali, realizzati a mano, in edizioni annuali limitate e le fasi del ciclo di lavorazione fanno si che ciascun manufatto sia unico.
PARLANO I NUMERI – “Pre Covid avevamo dei tassi di crescita del pubblico mostruosi, facevamo numeri incredibili. Ora Abbiamo il 10% in meno di visitatori” commenta Verde. Ma la mostra, anche con numeri ridotti, mantiene il suo successo, si estende in tutto il complesso della Pilotta: dall’ingresso, alla Biblioteca ed arriva persino ad “invadere” totalmente il Teatro Farnese. “Sono esposti più di 1000 pezzi, il solo allestimento del teatro Farnese contiene più di 700 piatti” precisa il direttore. “La mostra è molto ricca ed è stata concepita per creare un aspetto di simbiosi tra lo spazio ed i contenuti”.
“Sono assolutamente soddisfatto di aver potuto lavorare con dei grandi professionisti che portano avanti il nome di Fornasetti” commenta il direttore Verde. Molto spesso, infatti, a dir la verità, è il titolo che cattura più di tutto l’attenzione. E il nome della mostra è accattivante: Fornasetti Theatrum Mundi.
Il direttore Verde ha un altro motivo però per usare questo Theatrum Mundi, “il mondo e la cultura classica avevano pensato di essere arrivati alla comprensione totale di tutto lo scibile. Sempre a partire dal ‘500 cominciò poi a vigere l’uso del nome ‘teatro’, che tradotto voleva dire visione. Una visione panottica, complessiva e che riassume tutto. Veniva usata la parola teatro per indicare queste forme di comprensione e riassunto esaustivo di tutto il reale. Theatrum diventa l’espressione per tutto ciò che bisognava sapere”.
In sintesi “Theatrum Mundi è quella visione generale e comprensiva del mondo che, in qualche modo, fa parte della cultura rinascimentale e in Pilotta abbiamo il Teatro Farnese, il cui scopo era di fare da insegnamento ai presenti”. L’arte di Fornasetti è così il teatro del mondo; è una visione classicista con l’ambizione di riassumere dentro di sé la totalità del reale. È un piccolo gioco di parole, semantico, che fa capire l’importanza del teatro all’interno del complesso monumentale della Pilotta.
di Alessandro Borasio
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