Un campionato da ripercorrere: il Parma che fa venir voglia di tornare al Tardini

A STAGIONE CALCISTICA CONCLUSA, ECCO IL PARMA CHE FA VENIR VOGLIA DI RITORNARE AL TARDINI

11° posto, 14 vittorie, 7 pareggi, 17 sconfitte, 56 gol segnati, 57 reti subite, -1 la differenza tra gol fatti/subiti e 49 punti totali conquistati. No, non sono i numeri da giocare sulla ruota di Roma per vincere il SuperEnalotto. Diventare milionari è il sogno di tutti, ma l’unica ‘certezza’ durante l’anno era il campionato di Serie A. Un campionato, questo, riassumibile come il più anomalo della storia. L’emergenza Covid-19, ancora in corso, ha costretto i parmigiani – e gli innamorati di calcio – ad allontanarsi dalla loro seconda casa: lo stadio Tardini.

Vedere tutti gli stadi, italiani e non, vuoti ha fatto sicuramente effetto. Certo, da casa non è la stessa cosa, ma la sicurezza delle persone è la priorità di tutti. Agli appassionati, però, manca il vero calcio e mancano le proprie squadre. Nella fattispecie, qui manca il ‘nostro’ Parma Calcio: la squadra della città con un grande passato – anche europeo – alle spalle. Dato che la malinconia prende il sopravvento e il campionato si è appena concluso, è il momento di ripercorrere la stagione dei crociati.

IL TARDINI E LA NOSTALGIA – Andare allo stadio con gli amici è una cosa che ha segnato tutti, dai parmigiani affezionati ed incalliti agli studenti calciofili (fuori sede e non) e scandagliava il fine settimana di Parma. Dopo la fine lockdown totale, dettato dal subdolo Coronavirus, non si è ancora potuti tornare allo stadio: quanto si sente la sua mancanza. I rituali erano sempre i soliti: birretta con gli amici (pre, durante e post match) rimembrando le gesta alcolemiche del sabato sera, la maglietta porta fortuna o, in alternativa, quella del giocatore più caro che svolta la stagione al Fantacalcio, il rito del pranzo insieme, il ritrovarsi sempre nello stesso posto e andare – insieme ed appassionatamente – ai tornelli dell’amato Tardini. “Non ce la faccio, troppi ricordi” diceva Giovanni Storti in Tre uomini e una gamba...quanto aveva ragione! La speranza è quella di poter tornare sugli spalti dello stadio quanto prima: mister D’Aversa e i suoi ragazzi vanno supportati.

UNA STAGIONE DA RICORDARE, COVID A PARTE – Nonostante nelle ultime partite di campionato sia mancato il supporto dei tifosi l’obiettivo salvezza è stato centrato con largo anticipo: Parma continuerà ad avere la massima serie del campionato di calcio italiano in città. Un piacevole lusso, meritato per lavoro della dirigenza e storia della squadra, che rende sempre più appetibile il fine settimana in centro.

La rosa creata dall’ex direttore sportivo Faggiano (dimissionario dal Parma dalla mattinata di sabato 8 agosto) e da D’Aversa ha stupito tutti: 56 gol totali sono un bottino di cui andarne fieri. Il capocannoniere – il bomber per andare di passo con i tempi – è stato Andreas Cornelius. Danese, 27enne, all’attivo 12 reti stagionali in Serie A.

Dalla Pagina FB di Parma Calcio 13

Ma al Parma non ha brillato solo Cornelius durante questo travagliato e anormale campionato: Claudio Foscarini, ex tecnico della Pro Vercelli, definiva in molte conferenze stampa – a ragion veduta – Mattia Sprocati come “talentino vero, talentino Sprocati”. Straordinario jolly durante la stagione, non è comunque stato il numero 93 la rivelazione del campionato. I veri fautori della stagione sono stati i due esterni alti del 4-3-3 proposto da Mister D’Aversa: la certezza “freccia nera” Gervinho  (ex campione di Francia con il Lille di Rudi Garcia, ex Arsenal ed ex Roma) e il miglior giovane del campionato, ovvero Dejan Kulusevski.

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Lo svedese classe 2000 è noto a tutti ora, ma già al Tardini l’anno scorso – per le fasi finali del campionato primavera – stupiva i pochi tifosi presenti in quel tanto lontano Torino – Atalanta della passata stagione a Parma. Tanto è vero che già nel mercato di riparazione invernale lo svedese era finito nelle grazie di Paratici (direttore sportivo della Juventus) il quale, parlando con la società bergamasca, ne ha acquistato l’intero cartellino. Dejan Kulusevski però, purtroppo, non sarà più un elemento della rosa crociata: mancherà molto, ma anche se non sarà più un ‘parmigianino’ sarà ancora sicuramente nelle rose  di molti Fantacalcio. Citando Venditti: “Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”.

Non solo gli attaccanti si sono rivelati impattanti. Faggiano ha regalato alla società un centrocampo roccioso e fatto di sostanza. Kurtic , sloveno acquistato dalla Spal per circa 3.5 mln di euro, si è rivelato un operaio utilissimo alla causa. Non di meno Kucka, centrocampista grintoso e scorbutico – nel miglior modo possibile – ha aiutato con la sua determinazione le sorti dei crociati.

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IL MISTER/ CONDOTTIERO – Diamo a Cesare quel che è di  Cesare. Una rosa, seppur bellissima e fortissima sulla carta, non andrebbe da nessuna parte senza un vero condottiero: Roberto D’Aversa ha regalato l’ennesimo miracolo ai ducali. Ha creato una squadra rocciosa, ordinata, veloce in ripartenza e che con un contropiede ed un catenaccio, in pieno stile italiano, ha saputo fronteggiare e battere avversarie di più alto rango (Roma e Napoli su tutte).

Il passato del Parma è segnato dall’Europa, la speranza di tutti i tifosi (acquisiti e non) e amanti del calcio è quella di rivedere la squadra crociata a competere con le altre squadre europee. La strada ad ora è tracciata, dirigenza e condottiero sono stati egregiamente scelti. Il direttore sportivo Faggiano si unirà al Genoa, lascia il Parma dopo quattro anni di un eccellente lavoro. La società dovrà trovare un altro attento conoscitore del calcio e lo farà sicuramente, in questi ultimi anni il Parma non ha mai deluso. Ma questa è un’altra storia, o meglio, un altro campionato.

 

di Alessandro Borasio

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