Abbandonate il calcetto: il tennis è lo sport per rimanere in forma

DA RAGAZZINI CI AVEVANO AVVERTITO: IL TENNIS SAREBBE STATO LO SPORT DEL FUTURO. ORA, CON UN FISICO INQUINATO, CI SI DEVE METTERE IN GIOCO E SMETTERLA DI PRENDERSI IN GIRO CON SFIANCANTI PARTITE A CALCETTO

“Per una buona battuta: piegare bene le ginocchia, piede sinistro in avanti, impugnatura a martello, rotazione del busto e con violenza…” darsi una racchetta in testa. Così diceva il grande maestro Paolo Villaggio mentre prendeva le parti del ragioniere più amato in tutta la cinematografia italiana. Il ragionier Ugo Fantozzi, matricola 7820/8 bis, aveva anticipato i tempi andando a praticare, con il compagno di sventure Filini, il tennis in una fredda, gelida e nebbiosa mattinata. E chi avrebbe mai immaginato che proprio il tennis si sarebbe rivelato un vero toccasana per il fisico?

LA GIOVENTÙ CHE NON TORNA PIÙ –“Il tennis è l’unico sport che potrai continuare a giocare da vecchio, non ti partono le ginocchia come quando giochi a calcetto con gli amici”. Questa frase ci è stata ripetuta più volte dai nostri genitori o dagli amici “più saggi” della compagnia. Inesorabilmente con il passare del tempo, come quando gli agenti atmosferici provocano erosioni in montagna, il fisico – clamorosamente e innegabilmente – cede.

Le ginocchia e “I rumorini da niente” (come direbbero Aldo Giovanni e Giacomo) con annesse schiena e spalle iniziano a farsi duramente sentire. Sistematicamente, da anni, nei calendari sono segnati con un cerchio rosso tutti i lunedì per iniziare diete e abbonamenti in palestra, con i relativi allenamenti durissimi che mai e poi mai inizieranno. Le cause sono sempre le stesse: poca voglia, altri impegni, lavoro e il sistematico cedimento dopo aver ricevuto, l’ennesima, proposta di aperitivo o cena.

Attorno ai vent’anni il fisico e le innumerevoli bevute erano più contenute. Anche le sigarette erano un problema, ma nell’immediatezza del momento non pesavano – come un macigno – sui nostri altamente performanti polmoni. Ora, dopo anni di onorata carriere da tabagisti e festaioli propositivi, si iniziano ad avere le ripercussioni totali sull’esile fisico. 

CALCIO E CALCETTO? NON È PIÙ IL CASO – Siamo onesti: più ci si avvicina ai trenta più si capisce che il calcio sarà lo sport che si amerà sempre, ma… comodamente svaccati sul divano. L’immedesimarsi nell’allenatore o nella figura manageriale è quello che inizia ad affascinare di più dopo i 30 anni.

L’idea di dover uscire di casa in inverno, raggiungere il campo, mettersi gli scarpini, correre, fare allenamento (sognando gli ultimi 15 minuti per fare la partitella) con tutta la serie di ripetute di scatti da fare non entusiasma più..anzi, preoccupa. Ormai si invidia l’allenatore a bordo campo e il presidente o il direttore sportivo, rigorosamente seduti al baretto del campo.

Per non parlare del calcetto: tutti gli ex ventenni rampanti ci si sono cimentati (o nel calcio a 7, i più temerari). Il campo è più piccolo, si gioca in meno, la durata è di 60 minuti e arrivare a trovare la fantomatica e mai scientificamente provata esistenza del decimo giocatore era stimolante. Ci si sentiva tutti un po’ agenti di mercato, pronti ad andare a chiamare l’amico conosciuto il sabato sera, in precarie condizioni, pur di arrivare a giocare.

Ora, verso i trenta/quaranta, anche il calcetto diventa un qualcosa di faticoso. La corsa, le ginocchia, il fiato e i vari malesseri causati dai vizi passati colpiscono come un treno in corsa.

IL TENNIS È LA RISPOSTA – Bisogna tornare, quindi, alle origini. Umilmente si devono ascoltare le parole, non più vane, che ci dissero da più piccoli: il tennis è la soluzione. La svolta. Il rischio di farsi male è nettamente inferiore (niente contrasti, agganci folli, colpi di testa, crociati o menischi volanti), ma comunque presente: insomma, si sta concentrati durante il gioco con la consapevolezza di essere meno vulnerabili.

Mica male anche per lo spirito: altro grande vantaggio del tennis è che si è gli unici responsabili degli errori commessi. Non è più possibile lamentarsi con il compagno egoista che non passa mai il pallone o con il compagno che non fa gol manco con le mani a porta vuota. E poi la corsa: si corre sempre, è vero, ma si corre – tra dilettanti – molto meno.

Una manna per gli ex finti atleti. La conclusione finale è poi tremendamente semplice: per giocare a tennis basta trovare un solo sfidante, per il calcetto ne servono 8 in più. Il tempo è prezioso, il tempo è denaro. Con il tennis si risparmia molto tempo e non si ha più l’obbligo di leggere i mille mila messaggi dei vari, e più disparati, gruppi di calcetto su Whatsapp. E poi volete mettere la classe nell’indossare una bella tutina bianca immacolata con scarpette coordinate?

I BENEFICI FISICI – Scherzi a parte, sono innumerevoli i benefici che il tennis regala al nostro corpo. Infatti è da considerarsi come uno sport che aiuta a prevenire malattie cardiovascolari. E non è poco: data la condizione fisica diffusa potrebbe risultare una grossa manna dal cielo. Definisce i muscoli (addio palestra) in quanto ogni fase del match è diversa e richiede sforzi muscolari diversi.

Ma la chicca vera arriva alla fine: il tennis non provoca danni alla schiena. A dimostrarlo è stato è lo studio della Isico (Istituto scientifico italiano colonna vertebrale) pubblicato sulla rivista European Spine Journal. Lo studio ha dimostrato che la schiena dei tennisti non peggiora – in parallelo alla schiena di altri non tennisti – durante gli allenamenti. Soprattutto, il tennis aiuta a bruciare i grassi. Infatti, durante una partita, si percorrono in media dai 5 agli 11 chilometri.

Mettiamoci di fronte alla realtà, over 30 ormai è ora di abbandonare quelle scarpette da calcetto e darsi a una nuova frontiera agonistica. Armati di racchetta.

di Alessandro Borasio

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