Paradise Police: su Netflix la versione migliorata di Brickleberry

IRRIVERENTE, DINAMICA E SIMPATICA: SI GIOCA SUGLI STEREOTIPI DELLA POLIZIA E DELLA SOCIETÀ AMERICANA

paradise police

Se vi entusiasmate per le serie politicamente scorrette e senza limiti, allora Paradise Police è perfetto per voi.

Creata dalla mente dei creatori di Brickleberry (il politicamente scorretto per eccellenza), Paradise Police mette in scena le vicende di una squadra di poliziotti della città americana ed inventata di Paradise. I protagonisti, a partire dal capo Randall Crawforde per finire con il cane antidroga Bossolo, hanno tutti delle peculiarità che li rendono simpatici ed innovativi sotto ogni punto di vista. In un universo molto simile a quello di Brickleberry, Waco O’Guin e Roger Black tornano con una serie animata tv nuovamente irriverente. Indubbiamente non adatto a chi non apprezza il black humor e le connotazioni stereotipate. Ecco, dunque, Paradise Police, disponibile in due stagioni su Netflix.

PARADISE POLICE DOPO BRICKLEBERRY – Approdata su Netflix il 31 agosto 2018, Paradise Police (o Paradise PD) è una serie irriverente. È indubbia la similitudine con Brickleberry: altra produzione animata i cui protagonisti sono dei ranger del parco omonimo, alle prese con vicende e rapporti molto discutibili. Brickleberry però non ha una trama fissa: gli episodi si succedono senza particolari collegamenti tematici. Paradise Police, invece, segue una storia che si rifà alla droga Argyle ed alla assidua scoperta del famoso “Boss dei Boss”. L’Argyle è una droga che prende il nome proprio dal motivo a rombi che la caratterizza. Contenente cioccolata, ha una distribuzione esponenziale, insolita per una piccola cittadina statunitense come Paradise.

I PROTAGONISTI – Al vertice della stazione di polizia c’è Randall Crawford. Uomo di mezza età senza i testicoli, brutalmente “uccisi” dal figlio Kevin in giovane etàRandall divorzia dalla moglie Karen (sindaco di Paradise) attribuendo la colpa del divorzio all’assenza dei testicoli.

L’ex moglie sembra odiare l’ex marito più di qualsiasi altra persona al mondo. Ed è per questo motivo che permette proprio a Kevin (figlio della ex coppia), ragazzo completamente imbranato ma con il desiderio di entrare in polizia, di poter far parte del corpo di polizia capeggiato dal padre Randall. Il capo del distretto di polizia rappresenta il poliziotto americano stereotipato: volgare, violento, razzista e assolutamente misogino. A causa dell’incidente subito alle parti intime, deve assumere periodicamente dei cerotti al testosterone. Kevin ha un continuo senso di colpa per l’incidente ai danni del padre, e per questo fa di tutto per accontentarlo. Sogna di diventare poliziotto come il padre, ma quest’ultimo non ne vuole sapere. Nell’intento di assecondare il padre, però, finisce sempre per combinare qualche altro guaio, facendo abbassare la stima del genitore sempre più.

Il resto del team non è meno stereotipato. Gina Jabowski è la caricatura del poliziotto violento per natura. Tiene un diario di tutti i suoi arresti, basa tutto su una rabbia continua che non riesce a motivare ed è ossessionata, sessualmente, dal suo collega Dusty Marlow, un obeso che rappresenta al meglio lo stereotipo dell’americano medio. Dusty non è dichiaratamente omosessuale; tuttavia è estremamente effeminato, oltre che assillato dai suoi gattini.

Gerald Fitzgerald, proveniente da Chicago, è un poliziotto nero con la sindrome da stress post traumatico, condizione che gli impedisce di tenere in mano una pistola e di utilizzare, come arma di difesa, uno strumento musicale: l’ottavino.

Nel gruppo c’è anche Bossolo, cane della polizia con la dipendenza da qualsiasi tipo di droga. È solito infatti ripulire il ripostiglio con la merce sequestrata e passare il resto della giornata sotto gli effetti degli stupefacenti.

Ultimo ma non per importanza è Stanley Hopson: il più anziano poliziotto del distretto. Hopson è preso in giro da tutti per la sua salute, per l’età, per la senilità, per il ruolo non ben preciso all’interno della stazione di polizia e per i gusti sessuali molto confusi.

LA TRAMA TRA RISATE E STEREOTIPI –Scopo dei poliziotti è di far cessare l’immenso giro di droga in città. Il Boss dei Boss è il capo dello spaccio di Paradise ed è l’ossessione più grande di Kevin, il quale pensa che la cattura del criminale sia l’unico modo per dimostrare la propria bravura al padre.

Tra colpi di scena, aneddoti, storie interconnesse e grandi risate si contano gli episodi passati (di una ventina di minuti l’uno). Situazioni stereotipate, grandi riferimenti ad altre serie tv animate e l’irriverenza dei personaggi fanno creare un quadretto moto piacevole durante la visione. Il doppiaggio è eccezionale, ed anche la lingua originale (per chi voglia vederlo in Inglese) è molto semplice: si può capire, anche con un livello medio-basso di inglese, la trama e le battute dei personaggi.

 di Alessandro Borasio

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