Progresso e ripresa: i temi del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020
IL FESTIVAL SLITTATO PER L'ERMEGENZA SANITARIA E' STATO RECUPERATO IN AUTUNNO GUARDANDO AL PROGETTO 'NEXT GENERATION'
Il 28 settembre si è svolta presso l’Aula Magna della Sede centrale dell’Università di Parma la conferenza di inaugurazione del Festival dello Sviluppo Sostenibile Parma 2020, giunto alla sua quarta edizione e organizzato da Università di Parma, Wwf Parma, Gist, Arpae, Fruttorti, con il patrocinio del Comune di Parma. Alla conferenza hanno preso parte il Rettore dell’Università di Parma Paolo Andrei, il sindaco Federico Pizzarotti, il docente Alessio Malcevschi e, in via streaming, il Portavoce ASviS Enrico Giovannini.
RIPARTENZA – Inizialmente previsto tra il 23 ed il 26 maggio, il Festival è stato spostato alla sessione autunnale a causa della diffusione della pandemia e si chiuderà venerdì 2 ottobre. Durante questi cinque giorni sono affrontati temi come l’imprenditorialità sociale, l’impact investing, il verde urbano, il lavoro ai tempi del Covid-19, l’economia circolare, il diritto trans-generazionale e le disuguaglianze. Si tratta di esperienze, progetti e azioni concrete per reali impatti sulla vita dei cittadini.
“È sicuramente un festival diverso da quelli precedenti – ha dichiarato il professore Malcevschi – non solo a causa della pandemia ma anche perché ha un altro messaggio: non è tanto quello di diffondere e condividere i temi dello Sviluppo Sostenibile ed Agenda 2030, quanto quello di riflettere in queste giornate per iniziare ad elaborare progetti concreti che devono coinvolgere l’università, la pubblica amministrazione e il terzo settore da proporre al Governo per vedere come intercettare le risorse dateci dalla comunità europea”. Secondo il docente, si tratta di una sfida molto importante soprattutto in vista del festival dell’anno prossimo, quando verranno fuori i risultati del lavoro svolto in questo ‘festival diverso dagli altri’.
Come il premier Giuseppe Conte “ci mette la faccia nel suo lavoro – spiega Malcevschi – lo stesso deve fare la generazione di oggi per il bene di quella futura, ed è proprio in questa direzione che si dirige il progetto chiamato ‘Next Generation'”, ovvero la realizzazione di iniziative da condividere in favore di una resilienza trasformativa.
RICOSTRUZIONE – “Mai come in questo momento parlare di sviluppo sostenibile è non solo un dovere ma anche una necessità. Il tema della sostenibilità ha sempre coinvolto l’umanità, ma ora è chiamato a farlo ancora di più. Bisogna dare delle risposte, oggi ancora più necessarie a causa della crisi pandemica”. Sono le parole del rettore Paolo Andrei, consapevole del fatto che dovremo ancora convivere con la pandemia, che ha posto il Paese di fronte ad una serie di fragilità che, a loro volta, in questi sei mesi sono state molto più drammatiche di quelle avute in passato: “Mi riferisco non solo alle imprescindibili esigenze attenenti alla sostenibilità ambientale, chiamato adesso a reagire non solo economico, ma anche sociale – continua il rettore – che ha tenuto in poca considerazione la salvaguardia del nostro pianeta ai diversi livelli che caratterizzano la vita sociale e anche ai livelli di produzione economiche oltre ai livelli di politiche pubbliche”.
Oggi il tema della sostenibilità ambientale, secondo il rettore, si rende ancora più indispensabile se viene visto dal punto di vista sociale perché problemi come povertà e disuguaglianze emergono proprio da un utilizzo improprio delle risorse, anche al livello economico, e di conseguenza si traducono in risvolti di disuguaglianza sociale ancora più drammatici che, in questo periodo, hanno messo a nudo le difficoltà dell’Italia.
La pandemia ha posto il nostro Paese a tanti interrogativi e a sfide non più eludibili che devono trovare, nell’utilizzo delle risorse economiche che saranno messe in campo nei prossimi anni per una ricostruzione, nuovi stimoli ed elementi diretti a garantire uno sviluppo economico e sociale che, come dice il rettore Andrei, metta al centro della dignità delle persone anche la salvaguardia di tutti i criteri di convivenza civile: “È proprio per questo che il Festival di quest’anno, rispetto a quelli precedenti, ci offre opportunità importanti sia per il presente che per il nostro futuro, ma per questo dobbiamo preoccuparci non tanto di quello che succederà quanto di quello che succede adesso, perché è proprio dalle scelte che faremo e da come le lavoreremo che dipende il nostro futuro”.
TRE ELEMENTI BASILARI – A prendere la parola, in seguito, è stato il Portavoce ASviS Enrico Giovannini che si è detto preoccupato nel momento in cui il Festival ha dovuto subire lo spostamento da maggio-giugno a settembre-ottobre che, a sua volta, ha portato alla cancellazione di molti eventi. Tuttavia, grazie all’impegno degli organizzatori, oggi il Festival in tutta Italia può contare su 800 eventi totali, un numero inferiore rispetto ai 1.000 della passata edizione, ma confortante considerando le numerose difficoltà che ha provocato la pandemia.
Il portavoce, nel corso della conferenza, ha voluto sottolineare tre elementi importanti su cui si deve basare l’attuale Festival dello Sviluppo Sostenibile: il carattere globale, dovuto all’organizzazione di eventi in tutto il mondo, in ambito del Festival, da parte di 40 ambasciate italiane, questo perché i temi affrontanti non riguardano solo il nostro Paese ma anche il mondo circostante; lo spostamento del festival in collaborazione con le altre città. “Dato che la pandemia non ha creato problemi solo a Parma, – ha dichiarato Giovannini – abbiamo pensato di creare gemellaggi e l’iniziativa ha avuto grande successo grazie al senso di unitarietà da parte degli altri Festival, da Mantova (tema food) a Bologna (Festival francescano), e così via. E’ una collaborazione molto importante perché tutta l’Italia si sta domandando come deve muoversi dopo che l’Europa ha scelto lo sviluppo sostenibile come architrave di tutte le sue politiche”.
Il progetto è esclusivamente rivolto ad un indispensabile piano di ripresa, terzo aspetto basilare del Festival parmigiano: “Tutti parlano di questi 209 miliardi del Recovery Found destinati all’Italia quando invece sono molti di più perché bisogna aggiungere i fondi per la giusta transizione – afferma il portavoce – i fondi strutturali e gli altri fondi europei che arriveranno tra sette anni. Questo è un altro esempio per cui il nostro Paese non riesce a guardare le cose in modo integrato, perché se ci riuscisse capirebbe la delicata sfida che ora ha davanti”. Secondo il portavoce, infatti, è fondamentale mostrare, progetto per progetto, la coordinazione di questi con i fondi europei e le strutture adatte per una governance coerente a livello comunale, nazionale e regionale: “Se anche dovessimo avere questi 209 miliardi sarebbe solo l’inizio di una trasformazione che, in qualità di Festival dello sviluppo sostenibile, contiamo di alimentare”.
La situazione richiede dunque un grande sforzo comunicativo, come ha dichiarato il sindaco Federico Pizzarotti, secondo il quale, di fronte all’attuale situazione, “bisogna prendere come esempio le giovani generazioni per fare in modo che avvenga questo cambiamento”.
Il calendario degli eventi è consultabile sul sito del Festival dello Sviluppo Sostenibile di Parma
di Mattia Celio
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