La capitale della cultura senza cultura. Assessore Guerra lancia petizione

Parma 2020+2021 non demorde e lancia una petizione per far riaprire in sicurezza i comparti della cultura


 

Parma, capitale italiana della cultura, si trova ancora una volta senza cultura. Il DPCM entrato in vigore venerdì 6 novembre prevede, infatti, nuove restrizioni su tutto il territorio nazionale: dopo che il precedente decreto aveva imposto la chiusura a teatri e cinema, ora anche musei, biblioteche e archivi si trovano costretti ad una nuova serrata. Oltre a proporre iniziative per superare le nuove restrizione, Parma lancia una campagna di raccolta firme per poter tornare a riaprire le porte dell’intero settore culturale. Una petizione che mira ad arrivare al banco del Governo.

“Se a marzo siamo stati colti tutti di sorpresa- commenta amareggiato Michele Guerra, assessore alla cultura del Comune di Parma- ora la situazione era largamente gestibile: tutti i modelli matematici mostravano con evidenza che ci sarebbe stata una nuova impennata dei contagi nel periodo autunnale, eppure non è stata adottata alcuna strategia preventiva a livello nazionale”.

Quel che più colpisce è, però, la chiusura totale del comparto culturale: “Di fatto oggi la cultura è l’unico settore colpito al 100% dal lockdown– aggiunge Guerra – Se ad altre attività è stato concesso di rimanere aperte con orari contingentati, la stessa ratio non è stata applicata al nostro comparto. Tutto questo è inaccettabile, tanto più che non si tiene conto della grandissima responsabilità dimostrata in questi mesi da parte di operatori dello spettacolo e pubblico. A dimostrazione di ciò basti citare il recente studio elaborato da AGIS che dimostra come, dopo la riapertura, vi sia stato un solo caso di contagio legato a spettacoli dal vivo. Si tratta di dati elaborati sulla base della contestata app Immuni, certo, ma se non utilizziamo nemmeno le poche statistiche di cui disponiamo, non vedo su cosa possiamo basarci nel prendere le nostre decisioni”.

Chiusura apparentemente immotivata, dunque, e che rischia di avere pesanti conseguenze anche dal punto di vista economico: “Troppo spesso si dimentica che la cultura è un’industria dalla quale dipendono centinaia di migliaia di cittadini – prosegue Guerra – viviamo ancora nell’idea veramente surreale che la cultura sia solo uno spazio di passatempo che vive d’aria e poco più. Si tratta di un settore produttivo a tutti gli effetti, che ci rende disponibili contenuti molto utili anche in periodi come questo. Quello che più spiace, in questa situazione, è che veniamo ad essere colpiti perché ci siamo limitati ad appelli composti e raccolte firme, peraltro molto cospicue, dato che abbiamo raggiunto più di centomila adesioni: e così, benché tutti  si riempiano la bocca di cultura, nessuno tenta di valorizzarla quanto si deve“.

Nuove restrizioni anche per scuola e università

Altro comparto duramente colpito in questi mesi è senza dubbio quello dell’istruzione. Con il nuovo decreto arriva, però, una ulteriore stretta: Dad per tutti gli studenti di scuole superiori e università. Smesse le vesti di assessore e indossate quelle di docente universitario, Guerra commenta: “La questione, purtroppo, è molto complicata dal momento che i dati ci confermano che una percentuale rilevante di contagi avvengono in ambiente scolastico. Occorre tenere in considerazione, inoltre, la questione del trasporto pubblico, che si fa particolarmente problematica in ambito universitario: a Parma abbiamo oltre 27 mila studenti nelle varie facoltà, quasi 3 volte quelli dei vari cicli tra primaria e secondaria, di cui quasi la metà che proviene da altre regioni”. Duro nei confronti del Governo, Guerra è però in grado di condividerne alcune prese di posizione: “Da genitore sono il primo ad essere consapevole della necessità per i più piccoli di frequentare lezioni in presenza. Discorso diverso per istituti superiori e università: benché lo scambio fisico tra docenti e studenti sia qualcosa di irrinunciabile, credo che certi insegnamenti possano essere svolti a distanza, forse meno bene, ma non necessariamente con minor profitto. Faccio un esempio molto banale: a marzo dello scorso anno mi sono trovato a dover svolgere lezioni a distanza, con esiti davvero sorprendenti in sede d’esame”.

Le biblioteche come luogo di cultura

L’Assessore Guerra ha voluto documentare in prima persona il contesto di sicurezza delle nostre biblioteche, postando sui social una foto dalla Nuova Biblioteca Civica. “Dal settore più pericoloso d’Italia, come si evince anche dalla fotografia del post, per ora, è tutto” scrive l’assessore.

Con l’ultimo decreto, anche le biblioteche si sono viste costrette a chiudere le porte. Un fatto passato del tutto inosservato agli occhi della cronaca, ma non per questo degno di minor rilievo. “Nelle ultime settimane- commenta Guerra- le biblioteche sono state completamente dimenticate. Nei vari retroscena si annunciavano le chiusure di mostre e musei, mentre delle biblioteche non si è mai nemmeno discusso. Lo stesso Dpcm non parla espressamente di biblioteche ma si limita a ‘istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio’. Così, senza neppure prendersi la responsabilità di una comunicazione chiara e precisa, il Governo ha optato per la chiusura di biblioteche e archivi di stato, fino ad ora accessibili nel pieno rispetto delle normative di sicurezza. Chiunque di noi sia stato nelle scorse settimane in uno di questi luoghi credo lo possa testimoniare: libri e postazioni sanificate quotidianamente e con scrupolo, accessi contingentati e solo su prenotazione, obbligo di guanti e mascherina sono solo alcune delle regole preventive adottate. Ancora più grave la chiusura degli Archivi di Stato– aggiunge Guerra- che impedisce di portare avanti attività di ricerca scientifica, svoltesi finora in piena sicurezza”.

Il libro da asporto o domicilio

Su iniziativa dello stesso Guerra, il Comune di Parma ha così attivato, già a partire da lunedì 9 novembre, un servizio di restituzione e prestito su prenotazione take-awaycon la possibilità di richiedere consegne a domicilio. “Non potevamo arrenderci- spiega Guerra- e così abbiamo pensato di organizzare un sistema online, basato sull’aiuto di molti nostri volontari, come già avvenuto a marzo.”

L’Assessore, inoltre, sostiene con forza il recente appello lanciato da AIB al Governo, in cui il libro è visto non solo come strumento di ricerca, ma anche come fondamentale compagno di viaggio nei periodi di difficoltà. “I libri sono tanto essenziali- si legge nel comunicato- che il recente DPCM non prevede la chiusura delle librerie nemmeno nelle zone a più alto rischio. Lo stesso DPCM- prosegue l’associazione delle biblioteche italiane- ha però disposto, anche se con linguaggio involuto, la chiusura di tutte le biblioteche.” Parafrasando Berlinguer, verrebbe da dire che queste, “purtroppo, sono sempre state neglette.”

 

Parma 2020+21 non demorde

Proprio in queste settimane avrebbero dovuto prendere il via iniziative di grande importanza nel contesto di Parma 2020, dalla mostra Design! Oggetti, processi, esperienze, divisa tra Abbazia di Valserena e Palazzo Pigorini, a L’Ottocento e il mito di Correggio di Palazzo della Pilotta. “Attenendoci a quanto prescritto dal Governo – commenta Guerra- abbiamo dovuto sospendere tutte le nostre attività con la speranza che possano presto riprendere. In altri casi, come per la mostra I Capannoni a Parma. Storie di persone e di città che avrebbe dovuto inaugurare il 14 novembre a Palazzo del Governatore, siamo stati costretti all’annullamento”.

“Il fatto che il Governo non abbia deciso di differenziare le chiusure tra le regioni a seconda del livello di rischio- aggiunge- ci lascia piuttosto perplessi: si sarebbe potuto prevedere un’apertura contingentata per le regioni a minor rischio. Auspichiamo che future valutazioni tengano conto di questi nostri rilievi”.

Nonostante le difficoltà, però, Parma 2020+21 non demorde e, come già accaduto nel marzo scorso, tenta una difficile riorganizzazione. “Più che a vere e proprie mostre virtuali- spiega Guerra- abbiamo pensato a trasferire molti dei nostri contenuti sul web. Mi limito ad alcuni esempi pratici: la mostra Design! Oggetti, processi, esperienze, già completamente allestita, verrà filmata e i contenuti audiovisivi verrano a breve resi disponibili online:  Per quel che riguarda gli spettacoli dal vivo, grazie alla disponibilità di un cantautore del calibro di Brunori Sas, il suo concerto al Teatro Regio verrà registrato e reso disponibile in streaming (ovviamente a prezzo ridotto) nell’ambito del Festival Barezzi“.

Parma 2020+21, dunque, tenta di rialzarsi nuovamente, forte anche del grande successo ottenuto nei due mesi precedenti alle prime chiusure di marzo: “Per dare un dato- commenta soddisfatto Guerra- la mostra Time Machine ha registrato più di 2200 visitatori il solo giorno di Sant’Ilario. Con lo scoppio della pandemia la situazione si è indubbiamente fatta molto più complicata. Prima della recente chiusura, tuttavia, avevamo promosso iniziative che hanno avuto ottimi riscontri, come la mostra Hospitale Ligabue & Vitaloni. Dare voce alla natura a Palazzo Tarasconi: speriamo possano essere di buon auspicio per i prossimi mesi”.

Non solo parole. In risposta alle decisioni dell’ultimo Dpcm, il Comune di Parma e l’Assessorato alla cultura hanno inviato un appello al Governo affinché si possa al più presto tornare ad una cultura aperta lanciando una raccolta firme sottoscrivibile a questo link: Change.org 

“Il silenzio- chiosa Guerra, in un recente post su Facebook che anticipa alcuni dei contenuti della mostra Design! Oggetti, processi, esperienze- rende ancora più potente il messaggio di chi ha pensato, disegnato e prodotto gli oggetti in mostra, ancora più profonda e autorevole la storia di una contemporaneità che ci chiede di essere riscoperta. Il silenzio rende assordante il nostro bisogno di cultura”.

di Filippo Pelacci

 

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