ALFONSA: un progetto che fa della sostenibilità il nuovo volto dell’Appennino

Il progetto promosso dalle Università dell'Emilia-Romagna: la montagna come ripartenza verso uno sviluppo sostenibile

Il 19 novembre parte il primo ciclo di workshop del progetto AL.FO.N.SA (Alta formazione e innovazione per lo sviluppo sostenibile in Appennino), di cui fa parte l’Università di Parma insieme ad altri atenei della regione, tra cui: Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Ferrara, Università di Bologna, Politecnico di Milano (polo di Piacenza) e Università Cattolica del Sacro Cuore.

L’intero progetto è ispirato all’ Agenda 2030 delle Nazioni Unite, programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, e fa dei suoi 17 obiettivi il punto fermo del progetto. Lo scopo è quello di trasmettere informazioni ed esempi concreti e pratici, utili per poter partecipare a progetti, bandi regionali o nazionali come il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza legato al Recovery Fund), e alle iniziative del European Green Deal. 

Il primo ciclo di sei incontri, che a causa dell’emergenza sanitaria avverrà in modalità webinar, vedrà la partecipazione di esperti dell’ Università di Parma e non sono, tratterà temi che vanno dall’ecologia e l’ambiente, all’edilizia e alla cura del territorio fino all’imprenditorialità tutti accomunati da un unico comune denominatore: la sostenibilità.  

Il professore del dipartimento di Scienze Chimiche della Vita e della sostenibilità Ambientale all’Università degli Studi di Parma Alessio Malcevschi descrive, infatti, la sostenibilità come “un concetto trasversale che incide sulla dimensione ambientale, economica e sociale di una società. Sostenibilità ambientale, sociale ed economica sono tre facce della stessa medaglia: tre progetti volti alla creazione di un obiettivo comune rivolto al perseguimento di una crescita, che migliori la qualità della vita di ognuno di noi nel rispetto completo dell’ecosistema sostenibile nel presente e nel futuro”.

Il progetto AL.FO.N.SA

AL.FO.N.S.A. è realizzato dalle università per l’Appennino. Il network riunisce docenti, ricercatori e tecnici delle università dell’Emilia Romagna che si occupano dei vari aspetti inerenti lo sviluppo sostenibile.

Il progetto punta ad avere un approccio al futuro basato su una visione orientata al medio-lungo termine, che non dimentichi gli obiettivi dell’Agenda 2030. Obiettivi che oggi rischiano di passare in secondo piano a casua dell’emergenza sanitaria. 

Secondo il professor Malcevschi “bisogna orientare le risposte alla pandemia da Covid-19 alla promozione di nuovi modelli di business, produzioni e comportamenti di consumo a basso impatto ambientale. Superare la crisi, ricostruire il futuro. Il Covid-19 ha cambiato l’orizzonte, le aree urbane a maggiore concentrazione residenziale si sono dimostrate più fragili, più esposte ai contagi. Le aree interne, al contrario, sono luoghi dove è possibile fare impresa e generare sviluppo. Ne è un esempio il territorio del nostro Appennino”.

Il modello da seguire, secondo il professore, per far sì che si realizzi un ecosistema sostenibile dovrebbe ispirarsi all’economia circolare, cercando di inseguire il miglioramento, basandosi sulle risorse che ci vengono offerte in natura con moderazione, senza produrre scarti e rifiuti non necessari, prediligendo riciclo e riutilizzo.

Il progetto AL.FO.N.S.A. vuole quindi spiegare quali sono le possibilità e le modalità migliori per raggiungere questo modello, attraverso dei percorsi di Alta Formazione progettati con i vari stakeholders privati e pubblici coinvolti integramente con l’Appennino, per mettere a disposizione del territorio professionalità specifiche con competenze mirate. I percorsi avranno sia una funzione sia teorica che pratica, infatti il progetto porterà degli esempi concreti presenti nel territorio dell’Appennino.

Monte Scala, foto di Giulia Berni

Perché aiutare l’Appennino e come?

L’Appennino rappresenta un territorio in crisi dove il calo demografico, il progressivo abbandono di interi comuni e luoghi è sempre più evidente. L’ abbandono dell’Appennino non è un’eccezione, ma la conferma di una realtà diffusa sul tutto il territorio nazionale. Secondo Legambiente , come emerge dal convegno ‘Paesi fantasma. Territori nascosti dell’Italia minore’ sono più di 5mila i piccoli centri a rischio abbandono, di cui più di 2mila sono già in uno stato avanzato di svuotamento. Questo precesso è stato avviato negli anni dopo il boom economico, quando moltissime persone si sono spostate in città e metropoli per cercare lavoro e maggiore benessere.

La struttura demografica della popolazione rappresenta un’importante determinante per comprendere potenzialità e criticità di un territorio, soprattutto quando si parla di aree montane e/o marginali. L’Appennino emiliano-romagnolo, con una estensione di 9.458 kmq, pari ad oltre il 40% della superficie dell’Emilia-Romagna, è una grande ricchezza in termini di “patrimonio territoriale”, in cui sono sedimentate risorse materiali come quelle agrarie, idriche, forestali, ambientali e paesaggistiche che possono offrire nuovi servizi per l’economia e la comunità.

Come ribadisce il professore Malcevschi: “Per rendere il territorio sostenibile è fondamentale riacquistare vitalità promuovendo processi manageriali, assetti organizzativi aziendali, interrelazione globale-locale capaci di valorizzarne il patrimonio nel processo di sviluppo sostenibile. Sia soggetti privati che pubblici possono scegliere di prendere parte al cambiamento”. 

Ma una delle vere novità del progetto AL.FO.N.S.A. è quello di provare a far interagire il sistema pubblico con quello privato, cercando di creare una rete che unisca gli interessi di entrambi. Questo perché affrontare uno sviluppo sostenibile richiede collaborazione tra i diversi settori e caratteristiche come la multidisciplinarietà e la pluralità potranno essere i mezzi più efficaci per raggiungere obiettivi sostenibili. 

A chi è rivolto AL.FO.N.S.A.?

AL.FO.N.S.A. è rivolto all’ intera comunità appenninica e non, ma in particolare vuole coinvolgere: pubblici amministratori, personale tecnico degli enti locali, studenti, membri delle realtà del terzo settore attivi nella promozione sociale e territoriale,  imprenditori pubblici e privati (imprese, cooperative) e singoli cittadini dell’Appennino.

“Ma la buona conoscenza di determinati concetti può essere utile anche a studenti universitari interessati a perfezionarsi professionalmente sui temi che riguardano lo sviluppo sostenibile” conclude il Malcevschi.

L’iscrizione ai webinar è obbligatoria e gratuita. L’iscrizione darà accesso a materiale didattico aggiuntivo e la possibilità di interagire con il docente di riferimento durante e dopo gli incontri.

Gli incontri continueranno anche dopo dicembre 2020 per cui ci sarà un secondo e terzo ciclo di approfondimenti nella primavera/autunno del 2021 e ancora altri seminari/incontri su questi argomenti sono previsti per il 2022.

Per l’iscrizione o ulteriori approfondimenti si rimanda al sito https://alfonsa.unimore.it/corsi/

 

di Antonio De Vivo e Michelle Rondini

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