Nel 2020 la gente crede ancora agli stereotipi sulla religione?

Come viene condizionata la vita religiosa nel 2020? Gli stereotipi legata ad essa sono una credenza passata o sono presenti ancora oggi?

Gli stereotipi sono etichette che si tramandano nel tempo, che catalogano interi popoli ed evidenziano il lato nascosto della società. Le religioni che più sono state sommerse da questi stereotipi sono certamente il Cristianesimo, sia esso il ramo cattolico che quello ortodosso, l’Islam e l’Ebraismo. Dalle opinioni ricevute da alcuni nostri intervistati mostreremo come la Religione influenzi la vita dell’essere umano e quanto possa entrare in conflitto con i dogmi della società.

La religione è un elemento divisorio tra le culture? Lo abbiamo chiesto attraverso un questionario ad un gruppo di persone credenti – formato da cristiani cattolici, testimoni di Geova e musulmani – e non credenti. Secondo i risultati il 50% degli intervistati sono osservanti e vedono la religione come una rassicurazione, una speranza, un rapporto intimo che si instaura con il proprio Dio, come fonte di forza ed energia per vivere al meglio la propria vita. L’altra metà invece, composta da non credenti, definisce la religione come qualcosa di positivo ma che va al di là della scienza che dal canto suo riesce a rispondere e dare certezza all’uomo. Questi confermano inoltre l’esistenza di un essere superiore astratto ma non identificabile con il Dio delle religioni; una presenza che si manifesta nella vita umana in molteplici modi. Una risposta che racchiude in sé il pensiero di una delle intervistate è una nota citazione dello scienziato Einstein, il quale sostiene che: “la scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca“. 

Il grafico mostra la categoria a cui appartengono le persone intervistate

L’80% degli intervistati conferma che la religione crea lontananze, soprattutto tra persone di religioni differenti. Da quanto emerso dalle loro risposte, infatti, ogni credente pone la propria idea di fede come ‘verità assoluta’, cadendo nel distacco culturale e umano. Solo il 20% invece trova un confronto costruttivo nelle differenze. 

Le risposte emerse possono fare riflettere sulla possibile connessione tra cultura e religione. Quest’ultima rispecchia le varie sfumature di una cultura che rappresenta un Paese. Sarebbe difficile infatti parlare della storia di una religione fino ai giorni nostri senza inserire fatti culturali che hanno dato vita a elementi importanti di quella stessa religione. Due fili che si incrociano restando però paralleli.  

Attraverso un’analisi della co-ricerca tra le università danesi e quella di Venezia, chiamata  SORAPS  (study of religions aganist pregiudices and stereotypes)abbiamo estrapolato alcuni degli stereotipi più affermati sulle religioni più conosciute. Partendo dal Cristianesimo, si individuano due ceppi. Per quello Cattolico, secondo un articolo di Giovanna Parravicini, ricercatrice della fondazione Russia Cristiana, si ritrovano i seguenti stereotipi: “la religione dell’amore verso il prossimo, il cristianesimo è stato visto anche come uno dei principali ostacoli per il progresso sociale e per le riforme, anche nella sfera morale ed etica. […] I cristiani sono spesso ipocriti”.  Invece, per il ceppo Ortodosso, lo stereotipo più comune lo si può definire con: ”Il tema della famiglia è improvvisamente apparso alla ribalta dei media ortodossi.[…] eppure è bastato chiedersi se la famiglia cristiana debba necessariamente avere molti figli, e se l’unione coniugale sia funzionale unicamente alla procreazione per sollevare parecchio rumore e creare addirittura un certo scandalo”.

La ricerca, inoltre, inserisce nel macrogruppo della ‘religione della legge’ la religione Musulmana e quella Ebraica. Per la prima si dice che “l’Islam è un’ideologia politica”, collegata forse alla politica, con l’aggiunta dello stereotipo più ricorrente e contemporaneo ovvero che “l’Islam sia una religione di estremismo, radicalismo, fondamentalismo e terrorismo”. Stereotipo che ha una risonanza soprattutto a livello mediatico. La seconda, conosciuta attraverso le  Tavole della Legge, ha lo stereotipo più diffuso che si basa su due idee: “Gli ebrei sono ricchi, avidi e avari”, “sono una comunità molto intima e segreta, che cospira per conquistare il mondo”. Per approfondire l’argomento, Sky arte ha dedicato un’intera serie che tratta la storia di questa religione fino ai giorni nostri. 

ebraismo

Che ruolo giocano i mass media?

Gli intervistati che hanno risposto al questionario hanno dato risposte contrastanti.  Il 70% ritiene che i Mass Media influenzino la visione delle religioni attraverso prospettive parziali o errate di una data religione, ad esempio quella islamica, una religione lontana dalla nostra cultura. Influenze che potrebbero alterare la realtà religiosa, a cui spesso non viene dato modo di chiarire o replicare agli stessi credenti. Mentre il 30% degli intervistati afferma che i Media non hanno peso sul pensiero, se basati su un’apertura mentale e un’ istruzione ferma e solida. 

Nonostante le notizie di stampo religioso creino spesso un boom mediatico, la religione resta un tema delicato che va trattato con cura. Una parola equivoca, infatti, potrebbe generare facili incomprensioni e indirizzare verso giudizi affrettati e infondati.

Limitazione o libertà?

Chi ha risposto al questionario sostiene che le limitazioni sono tali solo se associate a qualcosa di negativo, ma se alla base vi è una forte fede assumono il significato di codice di vita che aiuta il credente a vivere nel migliore dei modi. Dalle risposte si evidenzia inoltre che: difficilmente si riesce ad accettare qualcosa di diverso rispetto ai dogmi della religione a cui si appartiene, si crea un rapporto di tolleranza ma mai di accettazione completa. Infine viene sottolineato il distacco da chi dice di predicare in modo assoluto una religione, creando un abisso tra ‘il detto e il fatto’ e introducendo così il termine bigottismo, che spesso mostra la religione nel suo contrario e che alimenta gli stereotipi più radicati e indelebili. La conseguenza potrebbe essere il distaccamento parziale o totale nei confronti della religione.

A seguito di quanto detto si evince che gli stereotipi sono sempre esistiti e mutati attraverso le varie epoche. Il  nuovo millennio, fondato sul progresso dei vari ambiti, rischierebbe di alimentare gli stereotipi pre-esistenti lasciando però la possibilità alle persone di credervi o meno.

Hai delle domande da porre ai rappresentati di alcune religioni?  Clicca qui e contribuisci a possibili prossimi articoli.

di Simona Gallo, Elisa Ceruti e Anna Barbieri

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*