Cari nonni, il Natale senza voi non è lo stesso
Questa lettera è per voi che, forse, quest'anno passerete il 25 dicembre in un modo un po' diverso, lontano dai soliti affetti famigliari
Cari nonni,
quest’anno sarà il primo Natale senza di voi. Voi che aspettate tutto l’anno questo momento, che simboleggia famiglia e felicità. So quanto abbiamo sperato, in questi mesi, di poter passare il Natale insieme, com’è giusto che sia. Immagino le vostre espressioni diventare cupe, i vostri occhi tristi, appena siete venuti a conoscenza delle misure restrittive del DPCM. Mi si spezza il cuore solo al pensiero di sapervi distanti e soli. Non ci troviamo nello stesso comune, né nella stessa regione.
Un paio di giorni fa ho chiamato mia nonna Emanuela, che mi ha raccontato, con la voce spezzata dal pianto: “Quest’anno è triste. Non ne voglio parlare. Mi fa stare troppo male”. Come nonna Emanuela, tantissimi anziani si troveranno a trascorrere il Natale in solitudine. Voi, la generazione più segnata da questo maledetto Covid-19.
Voi, che, dopo mesi chiusi in casa e lontani dagli affetti, chiedevate solo di poter condividere un pandoro con la famiglia.
Cari nonni, per la prima volta brinderemo via FaceTime. So che quest’anno vi siete modernizzati, avete preso più confidenza con quella scatoletta nera dalle mille funzioni. Avete installato Whatsapp, per mandarci l’emoji del cuore rosso; avete imparato a mandare una foto di buongiorno o buonanotte, come se foste qui con noi ad iniziare la giornata con un sorriso e un caffè e a salutarci prima di andare a letto.
Avete finalmente capito come fare una videochiamata, cliccando l’icona in alto a destra, inquadrandovi orgogliosi, urlando perché pensate che non vi sentiamo bene, mandando baci allo schermo e commuovendovi. Grazie alla tecnologia, di cui adesso siete i più grandi esperti, ci sentiremo un po’ meno distanti. Potremo scartare i regali che ci invierete via posta. Mangiare insieme un pezzo di pandoro. Scambiare qualche battuta. Sorridere.
So anche che tutto questo non sarà mai abbastanza. Che la tristezza, a fine giornata, avrà la meglio e la malinconia farà riemergere il ricordo dei Natale passati attorno alla stessa tavolata. So che ripenserete a quei momenti, dove l’atmosfera è magica, dove il tempo si ferma. Dove nonno e nipote si scambiano occhiate complici, sorseggiando un bicchiere di vino, senza farsi vedere dalla mamma. Dove lo zio simpatico fa ridere tutti a crepapelle. Dove tutti aiutano tutti, sia nella preparazione del cibo, improvvisandosi chef stellati, sia nel portare tutto in tavola, rivelandosi un servizio catering impeccabile. Dove la nonna prepara il suo cavallo di battaglia: quello che i presenti aspettano tutto l’anno.
So che vi mancheranno quelle infine partite a Tombola dopo il pranzo, dove il nonno di nascosto cerca di far vincere il più piccolo. Vi mancherà parlare del vostro passato, raccontare aneddoti divertenti, storie buffe, della vostra infanzia ai nipoti.
Vi mancherà cercare di ricordare i nomi di tutti e otto i nipoti, per poi inevitabilmente sbagliare e scoppiare a ridere. Vi mancherà stuzzicare i ragazzi, facendo loro le domande più disparate: a scuola tutto bene? Quanti esami devi dare quest’anno? Ma quando ti laurei? Dopo la laurea cosa farai? E il fidanzatino? Ce l’hai la morosa? Quando mi fai diventare bisnonna? Il prossimo Natale la porti qua a casa? Il tutto con quella curiosità vera; sincera; quell’interesse autentico e senza secondi fini; quella sana preoccupazione che solo i nonni possono avere. Non ci saranno i bambini che reciteranno poesie e filastrocche o che canteranno canzoni: vi mancherà perfino preparare la busta con i soldi come ricompensa per avervi donato quel momento così speciale.
Cari nonni, sappiate che tra tutto questo, ciò che a me mancherà di più siete voi. Voi, che nonostante l’età ridete come bambini. Voi, che ci fate sempre sentire a casa, al sicuro. Voi, a cui brillano gli occhi quando raggiungiamo un traguardo importante e che ci spronate a dare il meglio e a riprovarci quando un ostacolo ci abbatte. Voi, che fareste di tutto per la vostra famiglia e che, guardandola, pensate a quanto siete fortunati. Ecco, siamo noi quelli fortunati, quelli privilegiati, ad avervi nelle nostre vite. Vi siamo tanto grati per tutto ciò che avete fatto per noi. Per la gioia, la serenità, il rispetto, l’educazione. Per l’amore.
Shakespeare diceva: “Non si apprezza il valore di quel che abbiamo mentre ne godiamo, ma appena lo perdiamo e ci manca”. Penso che sia una grande verità. Il virus ci ha tolto tanto, specialmente quei dettagli che fanno la differenza. Quest’anno è triste, nonna Emanuela ha ragione. Dobbiamo stringere i denti, pazientare e avere fiducia.
Anche di fronte ad una possibile ‘apertura’ del Governo nei confronti del giorno di Natale, l’incertezza su ciò che si potrà o non potrà fare resta. Sicuramente, quest’anno ci è richiesto un grande sforzo, nella speranza che il prossimo potremo tornare a festeggiare il Natale, quello vero. Ma comunque chi ci rimetterà di più saranno gli anziani. Quindi, non diamo più per scontate le piccole cose, affinché nessun nonno possa trovarsi da solo il prossimo Natale.
di Giorgia Cocci
L’articolo più bello e toccante di sempre. Mi ha commossa. Complimenti all’autrice!