Salute mentale e pandemia: il servizio gratuito di supporto psicologico offerto dall’AUSL di Parma

In risposta all'emergenza psicologica causata dalla pandemia, l'AUSL di Parma ha istituito uno sportello gratuito di ascolto e supporto: ecco come ottenere l'aiuto di cui si ha bisogno.


Disturbi del sonno, attacchi d’ansia, aumento dell’irritabilità. Sono i sintomi più frequenti di cui hanno sofferto le bambine, i bambini e gli adolescenti nel nostro Paese durante l’isolamento a casa per l’emergenza coronavirus: lo conferma il Ministero della Salute all’interno del comunicato n.192 concernente l’indagine sull’impatto psicologico del Lockdown nei minori.

In un mondo soggiogato dal SARS-CoV-2, sono molte le persone che, reagendo alla situazione di pandemia, hanno canalizzato la sofferenza isolandosi o cambiando interamente le loro abitudini, riscontrando anche problemi col sonno e con uno stato psicologico incostante. Al fine di dare un aiuto concreto a queste persone in difficoltà, l’A.U.S.L di Parma ha offerto un servizio gratuito telefonico di supporto psicologico che, avvalendosi di esperti come la dottoressa Barbara Bruni, psicologa e coordinatrice del team, ha cercato di ridimensionare questo spiacevole fenomeno conseguente alla pandemia.

Gli effetti psicologici della quarantena

Alla testimonianza ministeriale sopraccitata se ne affiancano altre che, oltre a dare un quadro clinico, hanno dato delle interpretazioni sociali studiando, quindi, gli effetti della pandemia sugli adulti e, soprattutto, sui lavoratori.

Sally McManus, autrice della City University of London, apparsa sul giornale londinese “The Lancet Psychiatry”, sostiene che oltre a un cambiamento radicale nello stile di vita, vi è stato un aumento considerevole del numero di persone con disagi mentali clinicamente rilevati (dal 18.9% al 27.3%) le quali, seguendo le regole dell’OMS, hanno limitato le loro interazioni in ambito sociale e lavorativo, non senza preoccuparsi di perdere il lavoro o di cambiare drasticamente le proprie modalità di vita.

Se è vero, riprendendo le parole universali di Aristotele, che l’uomo è un animale sociale e, come tale, ha bisogno del contatto degli altri uomini per poter costruire e vivere nella sua società, quali sono stati gli strumenti per cercare di superare questo periodo complesso?

La necessità di supporto psicologico 

Il servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna, a tal proposito, ha offerto il suo aiuto. La malattia, l’isolamento, la quarantena e talvolta anche il lutto che l’emergenza Coronavirus sta causando sono problematiche che spesso, per essere superate, hanno bisogno di ascolto e di un aiuto in più”, si legge nel comunicato ufficiale relativo al servizio di ascolto telefonico.

Ad occuparsi di questa iniziativa è l’Ausl di Parma che, in collaborazione con SIPEM (associazione di volontariato Società Italiana Psicologia dell’Emergenza-Emilia-Romagna), offre un servizio gratuito di supporto psicologico per coloro che si trovano in difficoltà a Parma e Provincia.

Tale servizio, gestito da psicoterapeuti esperti in ambito emergenziale, fornisce un supporto psicologico gratuito via telefono per chi si trova in quarantena o in isolamento domiciliare e un sostegno psicologico alle persone che stanno affrontando un lutto o altri problemi a causa dell’emergenza. Il Servizio è attivo presso tre strutture ospedaliere: l’Ospedale di Vaio a Fidenza, l’Ospedale di Borgotaro e l’Ospedale Maggiore di Parma.

All’ospedale di Vaio e all’Ospedale di Borgotaro vi sono 12 psicologici e psicoterapeuti a cui potersi rivolgere; per prenotare la chiamata con gli esperti, basta inviare una email corredandola con tutte le informazioni necessarie all’identificazione; è possibile chiamare direttamente dal lunedì al venerdì al numero 3396860219, attivo dalle 10 alle 15, o prenotare un appuntamento telefonico scrivendo all’indirizzo email psicologiaospedalieravaio@ausl.pr.it.

All’ospedale Maggiore il servizio è gestito da nove psicologhe ospedaliere che offrono consulenza telefonica tutti i giorni dalle 8 alle 20 al numero 0521-70312; il cittadino può anche rivolgersi al servizio scrivendo una mail all’Ufficio relazioni con il pubblico: urp@ao.pr.it

Il servizio di supporto raccontato da chi ci lavora

La psicologa Barbara Bruni è tra gli specialisti che, fin dall’inizio della pandemia, hanno operato per il benessere dei cittadini di Parma e provincia offendo loro un adeguato servizio di supporto psicologico mirato a chi aveva bisogno di un aiuto in più per affrontare le conseguenze psicologiche di questa pandemia. 

“Dall’inizio di marzo – dichiara la dottoressa Bruni – abbiamo ricevuto circa 4700 chiamate”. Questo numero impressionante rivela le difficoltà che in questi ultimi dieci mesi hanno colpito la popolazione che, se nei mesi estivi sembrava aver trovato una parvenza di serenità, ora si avvicinano sempre di più all’angoscia dei primi mesi di pandemia. “A marzo non si trovava la linea libera , ora il telefono ha ripreso a suonare costantemente, riceviamo più o meno una decina di chiamate al giorno”, continua lapsicologa, che individua nell’utente medio un cittadino tra i trenta ed i cinquantacinque anni, che si rivolge al servizio a seguito del disagio causato dalla pandemia.

La dottoressa Bruni, però, trova una fondamentale differenza nelle cause delle chiamate ricevute durante la prima e la seconda ondata: nel primo periodo, la sofferenza derivava soprattutto dal bisogno psicologico di affetti e vicinanza, di relazioni che erano improvvisamente venute a mancare dalla vita quotidiana; ad oggi, invece, l’esperta fa notare come a minare la salute mentale di molti sia il prolungamento di uno stato di incertezza, che mette in crisi un altro bisogno psicologico, ovvero quello della sicurezza, della prevedibilità e del senso di controllo: “Ci troviamo ad avere un andamento fortemente incerto che mette in crisi anche i più resilienti”, sottolinea l’esperta.

Le reazioni più comuni, fa presente la psicologa, sono o un eccessivo “ipercontrollo” o un atteggiamento baldanzoso di chi “sottostima il pericolo”; si tende o a preoccuparsi troppo e paralizzarsi, arrivando anche ad isolarsi e a provare sensazioni per molti nuove, come l’angoscia o la depressione, che acuiscono il panico, oppure l’esasperazione porta all’esposizione al rischio, in quanto non si riesce più a sostenere la situazione e si smette di essere cauti. Un altro sentimento molto comune, afferma la dottoressa, è la rabbia, accompagnata spesso dall’odio per l’ ”untore”, idea ancora troppo presente in questa comunità. 

Il servizio di supporto psicologico serve proprio a tutelare la salute di coloro che provano queste e molte altre sensazioni: “non si tratta di semplici consigli, ma di veri e propri interventi psicoeducativi, di sostegno, di contenimento”. 

Un servizio personalizzato

E’ bene ricordare che questo progetto non offre una cura, bensì un servizio personalizzato che assiste il chiamante in tutti i modi possibili. La psicologa Bruni, difatti, ricorda che: “Non c’è una pillola per tutti, ma ci sono i bisogni, i contesti, le situazioni, i diversi vissuti”, il che rende ogni chiamata diversa dall’altra, ed ogni aiuto offerto un unicum in base ai segnali e alle problematiche individuate. La prima chiamata, dunque, serve soprattuto per effettuare uno screening della situazione, per cogliere i disagi e le preoccupazioni del chiamante, e non ha un tempo prefissato: l’utente può stare al telefono per tutto il tempo che necessita, da una manciata di minuti ad un periodo più consistente.

Ci si può affidare agli psicologi del servizio di supporto per tutte le volte che si desidera e, se si ha timore di fare il primo passo, si può anche mandare i propri riferimenti per e-mail, per poi essere chiamati.

In un momento delicato come questo, tutelare la propria salute mentale è fondamentale. Il servizio di supporto psicologico dell’AUSL di Parma e provincia è a disposizione sia per una breve telefonata rassicurante, sia per un aiuto più profondo ed esteso nel tempo.

L’invito della dottoressa Bruni per affrontare questo periodo è di scegliere con cura le fonti e le notizie che sono veramente attendibili, in modo da non avere “paura della paura” che è onnipresente nei mass media. Ma soprattutto, ricorda: “Bisogna uscire dall’impotenza e ricordare che potere abbiamo; dobbiamo concentrarci non su quello che non possiamo fare, ma su quello che ci rimane”.

Le ripercussioni psicologiche colpiscono anche i bambini

L’epidemia di Covid-19 ha fatto in modo che le nostre nostre abitudini venissero, improvvisamente, stravolte e  modificate da misure preventive necessarie quali il Lockdown, adottato dal governo per prevenire ulteriori contagi non senza provocare problemi psicologici significativi.

Quello che è certo, è che ognuno reagisce in modo differente di fronte a uno stato di pandemia; le reazioni possono dipendere da molti fattori: la propria salute fisica, disturbi mentali pre-esistenti , il grado di esposizione all’epidemia e anche l’età: una fascia particolarmente colpita è proprio quella dei bambini.

L’IFOS (l’istituto di formazione sardo e centro studi per la famiglia) nella sezione “Stress, Traumi e Supporto psicologico per Emergenza COVID-19”, ha svolto uno studio al riguardo. É stato rilevato che il 20% dei bambini ha problemi di sonno e nell’umore, il 25% rivuole la mamma e il papà vicino la notte. Il 50 % invece ha manifestato più irritabilità, più intolleranza alle regole e maggiori richieste eccessive. Ad esempio viene chiesto in continuazione di fare spuntini o di giocare ai videogiochi.

Da un evento traumatico di tale portata storica è inevitabile che ci siano anche ripercussioni sul benessere psicologico individuale di ogni cittadino. Un altro degli effetti psicologici più riscontrati è proprio l’insonnia.

Le paure, come quella di infettare i propri cari o le preoccupazioni relative a un equilibrio economico, la noia e la frustazione si riflettono sulla qualità del sonno. Dormire male acutizza ulteriormente l’ansia e il nervosismo, innescando un circolo vizioso che porta a sentirsi sempre stanchi.

L’obiettivo degli esperti è quello di evidenziare la presenza del problema, non sottovalutarne il costo in termini di salute psico-fisica e di prendere provvedimenti  a riguardo; la diffusione del Coronavirus è, certamente, molto preoccupante, e per non cadere in uno stato di eccessiva ansia il primo consiglio degli esperti è proprio quello di prendersi del tempo per tutelare e prendersi cura della propria salute mentale.

 

di Michelle Rondini, Carmen Stagnitti e Teresa Tonini

 

 

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