Frega Project: superare i limiti della disabilità un beat alla volta

Il fondatore Gabriele Capponi racconta come l'associazione tramite eventi di musica techno e tanto altro realizza i sogni di giovani con disabilità

Tutto nasce dall’intrecciarsi di diversi percorsi di vita, a partire da quello di Gabriele. Dalla sua storia e da quella di molti altri, nasce nel 2018 Frega Project, una giovane associazione parmigiana che si occupa di sensibilizzare sul tema della disabilità abbattendo barriere culturali.

Ho avuto un incidente quando avevo 16 anni in moto, – racconta Gabriele Capponi – ero in Sardegna e tamponando un’altra auto, sono volato sull’altra corsia e sono stato travolto da una macchina. Da lì ho avuto una lesione cervicale e ho fatto quasi un anno in ospedale”.

Ma l’incidente non è riuscito a portarsi via la tenacia di Gabriele, anzi, “questo mi ha dato molta forza, ho sempre avuto molta voglia di vivere, di fare esperienze, di fare attività e di avere amici, di viaggiare. L’incidente non mi ha impedito di continuare a farlo, al contrario, mi ha dato molta voglia di fare tutte le esperienze che comunque un ragazzo di 16 anni deve fare”.

Nonostante questo, man mano che le esperienze di Gabriele si susseguivano (sport, viaggi, eventi), appariva sempre più evidente come molti ragazzi nella sua stessa condizione non avessero la sua motivazione e forza.

La nascita di Frega Project

“Ho conosciuto tanti ragazzi che non hanno reagito, che si sono chiusi in sé stessi” racconta Gabriele. Un approccio alla propria condizione che “non ti permette di avere una vita normale, soprattutto per un ragazzo giovane”.

L’aver notato questo problema sociale e al contempo la certezza, data dall’esperienza personale, che tali limiti possono essere superati, hanno creato in Gabriele la scintilla di quello che sarebbe poi diventato il Frega Project.

“L’idea è nata così: finita l’università ci siamo trovati con un grosso gruppo di amici di Parma e abbiamo cominciato ad andare per festival. Tutte le volte che andavamo a queste feste le persone venivano da noi, a farci i complimenti per il fatto che io fossi in mezzo a loro a ballare anche con la carrozzina”. Gruppi di persone sempre più numerosi e interessati ad avere un confronto, per quanto breve.

“Raccontavo un po’ la mia storia” e le persone rispondevano entusiaste e iniziando così a seguirlo sui social, continuando ad osservare le sue numerose attività.

Da lì l’idea, assieme all’amico cofondatore Massimo Modica, di creare un profilo Instagram dedicato, fare delle magliette e, alla festa seguente, proporsi come un collettivo. L’obiettivo è far vedere a ragazzi con disabilità cosa si può fare nella vita, portarli a “fregarsene dei problemi”.

Questo il senso del nome “Frega”.

Il messaggio dell’iniziativa è potente nella sua semplicità: “Frega, frega della sedia, frega se ti ha lasciato la ragazza, frega se qualcuno ti ha deluso, frega e goditi la vita”. Così recita il motto presentato nel sito dell’associazione. Il successo è stato poi sorprendente, l’idea ha motivato sempre più persone e in meno di un mese hanno raggiunto i 2.000 follower (oggi 6.000).

Una crescita esponenziale e… le feste!

Il secondo passo naturale è stato quello di non fermarsi a partecipare alle feste, ma iniziare ad organizzarle. Una cosa “fatta un po’ per gioco, qui a Parma al circolo Arci Zerbini“. Il risultato è stato ottimo, Gabriele si esibisce come DJ di musica techno, un’altra sua passione.

“È andata molto bene, abbiamo riempito il locale, le persone si sono divertite e hanno capito il messaggio che portavamo”. Da quel singolo evento ad oggi Frega conta fra i 45 e i 50 eventi organizzati, espandendosi anche su vari format che non si limitano alla musica techno.

Mentre gli eventi proseguivano i ragazzi di Frega hanno capito che mancava ancora qualcosa, il terzo passo, una vera e propria mission. “Ci siamo detti, cosa c’è di meglio, per un ragazzo disabile, di realizzare un proprio sogno estremo? Quindi qualche attività che non ha mai fatto, che vorrebbe fare, ma che non sa da dove iniziare?”.

Ed ecco che arriva l’idea che oggi è parte fondamentale del Frega: esaudire sogni. Dal conoscere vip al fare sport estremi, grazie anche all’esperienza personale di Gabriele, nulla è impossibile per chi si affida a Frega. Quel che c’è dietro è un lavoro incessante per trovare soluzioni adatte alle esigenze di ogni ragazzo. “Da lì gli eventi hanno avuto un senso”, spiega Gabriele, e i ricavati diventano fondi per realizzare questi desideri che arrivano da parte di altri ragazzi con disabilità.

Nell’ottobre del 2018 arriva anche l’ufficializzazione. Necessaria anche per i numeri coinvolti, “abbiamo avuto un’adesione pazzesca soprattutto da persone senza disabilità, perché volevano aiutare e gli piaceva l’unione che avevamo come progetto”. Tutti con una forte voglia di aiutare e col bisogno di mansioni da svolgere. Frega Project a.p.s. diventa quindi un’associazione a tutti gli effetti.

Oggi  è supportata da uno staff giovane (età media dai 20 ai 35 anni), dal direttivo composto da Gabriele, Massimo e Mattia Tanzi (direttore artistico) e dal contributo di 100 soci all’attivo. “Il nostro obbiettivo è sempre stato quello di creare un ambiente in cui sentirsi a casa, una famiglia”.

Frega Project DJ set

Ma perché la techno?

“Quello della Techno è un mondo un po’ particolare, è un mondo che ha bisogno di aiuto perché è stereotipato. Le persone pensano che si vada lì solo a bere e drogarsi e noi stiamo cercando appunto di unire la musica techno con la parte sociale”.

La voglia è proprio quella di creare un connubio inaspettato, di dire “guarda cosa stiamo facendo noi grazie a questo tipo di musica”. Una scelta che nasce anche dai gusti personali dei fondatori.  “Siamo degli appassionati. Io frequento i locali da tanti anni, sono andato in mille discoteche, in mille tipi di serate, l’unione di persone che si trova a una festa di musica techno non la trovi da nessuna parte”.

I ragazzi del Frega hanno quindi visto quell’ambiente proprio come “un terreno fertile”. Gabriele ritiene che la forte adesione delle persone sia stata anche frutto di quell’atmosfera. “Le persone che amano la techno sanno che questo è un mondo visto con occhi strani ed erano quindi felici che ci fossimo noi a portare un messaggio positivo”. Una realtà troppo spesso stigmatizzata, osservata da lontano con disappunto o incomprensione, proprio come quella delle persone disabili. Due mondi così apparentemente inconciliabili, eppure così vicini.

Tuttavia, nessuna limitazione per il Frega Project che ha deciso di espandersi verso altri format e generi musicali collaborando anche con il Dadaumpa con eventi di musica reggaeton.

Collaborazioni come quelle con Mind the Gap, che propone un’unione tra musica e arti figurative. “Durante la serata esponevamo le opere d’arte di artisti locali, prevalentemente ragazzi universitari” mentre al piano inferiore si poteva godere della musica, sempre di artisti giovani e della zona. “Questo perché volevamo dare anche un palco agli artisti dell’università di Parma perché ci siamo resi conto che questa possibilità non c’era”.

Il desiderio comune resta sempre dare spazio, voce e coraggio a chi non ne ha.

Una nuova prospettiva

Fra queste voci risuona anche la frustrazione nei confronti dell’approccio italiano alla disabilità. A tal proposito Gabriele racconta: “L’80% delle associazioni italiane si rivolgono a diritti primari dei ragazzi disabili (istruzione, alimentazione, condizioni abitative ecc.). Noi cerchiamo di dare un servizio sulla parte esperienziale del divertimento, che per noi è fondamentale, anche perché spesso ignorato, e sappiamo la forza che può dare a un ragazzo”.

Da questa frustrazione nasce un gesto di (dis)obbedienza civile, supportato dai Radicali di Parma rappresentati dal consigliere comunale Marco Maria Freddi, e per il quale Frega ha ricevuto una forte attenzione mediatica anche a livello nazionale.

L’azione è stata quella di realizzare il desiderio di Gianluca, divenuto amico di Gabriele durante la sua permanenza in ospedale. Il ragazzo, affetto da una patologia invalidante, desiderava vivere la sua prima esperienza sessuale. Una mancanza che minacciava la sua autostima e rendeva ancora più difficile la sua convivenza con la disabilità. Per aiutarlo i ragazzi del Frega hanno dovuto rivolgersi al mercato illegale della prostituzione. Il viaggio e il racconto dell’esperienza sono stati mostrati in un filmato pubblicato sul sito dell’associazione.

Lo scopo e stato quello di denunciare l’assenza di figure professionali presenti da tempo in altri paesi europei: operatori all’emotività, all’affettività e alla sessualità (OEAS).

Gabriele spiega che “esistono dei corsi per diventare assistente sessuale in Italia, ma è una figura non riconosciuta” colpevole molto spesso la cecità o l’indifferenza delle istituzioni, accompagnate da un importante ostacolo culturale.

Eppure, comprendere l’importanza di questa figura non è così difficile. “È un bisogno fisiologico, non c’è nulla di strano”, ma può diventare un vero e proprio incubo per i ragazzi affetti da gravi disabilità.

Grazie alla sensibilizzazione di Frega, dei Radicali, ma prima ancora grazie all’importante lavoro di altri esponenti politici come Maximiliano Ulivieri, nasce una proposta di legge, arrivata in parlamento ragionale dell’Emilia Romagna per essere discussa. Il Covid ha rallentato il processo ma, “noi, come Frega, questa storia non la molliamo”.

Il futuro di Frega: costruire muri che abbattono barriere

Nonostante la pandemia abbia frenato gli eventi, come per tutti nel mondo dell’intrattenimento. “In futuro puntiamo a realizzarne centinaia di sogni, sicuramente anche con l’aiuto di vari volontari. Quello a cui vogliamo puntare è essere proprio una realtà su quel punto di vista e per quanto riguarda gli eventi. Per noi gli eventi, soprattutto di musica elettronica, sono il fiore all’occhiello”. L’associazione è stata infatti chiamata in varie parti d’Italia per organizzare eventi (Firenze, Empoli, Bologna, Milano ecc.). “In due anni è tanto” osserva Gabriele.

Il futuro ha in serbo due collaborazioni importanti: con il Link di Bologna e con il Tempio del Futuro Perduto di Milano. Interessate idea quella destinata a quest’ultimo dove l’associazione ha ricevuto uno spazio stabile per lavorare.

Gabriele ne parla con entusiasmo: “Una delle tante cose che stiamo per fare al Tempio del Futuro perduto è il Muro dei Desideri”. In mancanza degli eventi dal vivo, impossibilitati dal Covid, è nata l’idea di “una rappresentazione di quello che noi facciamo tutti i giorni. Una bacheca, sia online che fisica, dove le persone verranno e scriveranno il proprio desiderio, con il proprio contatto”.

Ci sarà anche il modo di sottoporre il proprio desiderio anonimamente tramite un’apposita mail e indirizzo postale. I desideri verranno poi postati in un profilo social dedicato. L’obiettivo è quello di creare una catena solidale grazie alla quale le persone possano incontrarsi e aiutare a realizzare il desiderio del loro prossimo. Un’iniziativa, sottolinea Gabriele, destinata a tutti, non solamente alle persone affette da disabilità, alle quali è comunque riservato il focus dell’associazione.

Il progetto contribuisce molto alla crescita dell’associazione. “Noi abbiamo voglia di crescere anche al livello italiano e europeo. Anche perché Tempio è uno spazio che collabora con Berlino (Temple Berlin)”.

Una grande opportunità che permette al Frega Project di oltrepassare i confini italiani e approdare in quella che è la capitale della musica techno europea. Una soluzione permessa, paradossalmente, dalle costrizioni della pandemia, che per Gabriele e per i suoi compagni “è stata da una parte un momento di crisi, ma questo periodo di stop ci ha anche permesso di portare a fondo queste collaborazioni, abbiamo avuto molto più tempo per programmare”. Un gradito effetto collaterale.

Se non ci fosse stato il Covid non saremmo a Milano, non saremmo a Berlino”. Nel frattempo, però, Frega continua a raccogliere desideri e progettare la loro futura realizzazione, quando le condizioni lo consentiranno.

Un altro progetto a prova di distanziamento sociale, permesso dalla partecipazione ad un bando europeo, è la realizzazione di 35 podcast-video. Si tratta di brevi monologhi di diverse persone coinvolte nell’ambito dell’inclusione sociale, della musica e di tutto ciò vicino al Frega Project. Il tutto in formato verticale pensato per Instagram.

Con la previsione di un futuro roseo e ricco di nuovi obiettivi Gabriele lascia un ultimo invito a chi volesse dare il proprio contributo.

“Frega Project vuole essere una famiglia con cui condividere le nostre attività di musica e inclusione sociale. Chiunque voglia avvicinarsi al nostro mondo può contattarci sui nostri canali social, sul nostro sito www.fregaproject.it o alla nostra mail fregaproject@gmail.com. Aiutateci a diffondere il verbo FREGA!”

E tu, che fai? Te ne freghi?

 

di Federica Morichetti 

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