Il mondo utopico di Giorgio Rosa: “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”

Una storia tanto vera quanto incredibile quella raccontata nel nuovo film di Sidney Sibilia. Eppure è successo proprio in Italia, al largo di Rimini

“L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” è il nuovo successo di Netflix, uscito il 9 dicembre 2020. E quale miglior titolo per un film che racconta, in chiave romanzata e a tratti drammatica, la storia – realmente incredibile – di questa ‘micronazione’ ideata dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa?

Ci troviamo in quel di Bologna nel 1968, anno di grande contestazione studentesca. Giorgio Rosa – interpretato dal talentuosissimo Elio Germano – si è appena laureato in ingegneria e alla sua festa di laurea incontra la sua ex fidanzata Gabriella, che ci fa subito capire il lato da genio-pazzoide di Giorgio. Sarà proprio Gabriella a dirgli ciò che spingerà il giovane ingegnere nella sua grande impresa: “Te vivi in un mondo tutto tuo, ma il mondo non è tutto tuo. Ricordatelo bene, che non l’hai costruito tu”. 

E quindi Giorgio decide di costruire un mondo tutto suo: una piattaforma marittima al largo delle coste di Rimini, a 6 miglia fuori dalle acque territoriali italiane: l’Isola delle Rose. Un’isola con tutto: acqua potabile, monete, francobolli, poste, e l’esperanto come lingua ufficiale.

Ben presto la creazione di questo stato indipendente diverrà meta turistica di successo, finendo sulla bocca di tutti.

dal profilo Instagram di @netflixit 

La lotta di Giorgio per il riconoscimento del suo mondo 

In una discussione tra Gabriella e Giorgio, in cui lui cerca di convincerla a restare nel suo ‘mondo’, la giovane apre nuovamente gli occhi all’ingegnere facendogli notare che la sua isola sembra più una discoteca, che un mondo vero e proprio.

Giorgio capisce che vuole di più: vuole far sì che la sua isola venga riconosciuta come Stato indipendente dalle Nazioni Unite. Seppur con l’opinione favorevole dell’ONU, il governo italiano, con l’allora Presidente del Consiglio Giovanni Leone, gli metterà i bastoni fra le ruote. Tutto sembra remare contro il presidente dell’Isola delle Rose, ma Giorgio non getta la spugna ed ancora una volta è Gabriella, avvocato specializzata in diritto internazionale, a indicargli la giusta rotta, cioè portare il suo caso a chi si occupa delle dispute fra Stati: il Consiglio d’Europa. Quindi Giorgio si dirige personalmente a Strasburgo e la commissione del Consiglio d’Europa accetta di prendere in carico la pratica del caso.

Lo senti questo odore di libertà?” 

Restivo convince il presidente Leone a firmare una vera e propria dichiarazione di guerra – l’unica guerra d’invasione finora attuata dalla Repubblica Italiana – contro l’Isola delle Rose, e a bombardare la piattaforma. Giorgio e gli altri abitanti dell’Isola evitano, con la loro presenza sulla piattaforma, di far bombardare l’isola, che verrà fatta saltare in aria dopo averli fatti portar via dagli incursori.

Questa storia incredibile ci mostra la contrapposizione tra l’assoluta libertà individuale e la libertà oppressa degli Stati. L’Italia attacca l’Isola delle Rose non tanto per quel che era, ma per quel che sarebbe potuta essere: ‘un pericoloso precedente’, motivo per cui l’ONU spostò, in tutto il mondo, da 6 a 12 miglia il confine delle acque nazionali. Inoltre, i titoli di coda rivelano come il Consiglio d’Europa dichiarò di non potersi esprimere sulla disputa tra lo Stato italiano e la libera repubblica delle Rose, in quanto l’isola risultava al di fuori delle acque territoriali, riconoscendo, in maniera implicita, la sua indipendenza.

“L’importante è cambiare il mondo, no? O almeno provarci” 

Giorgio Rosa è un personaggio che da subito provoca simpatia nel pubblico, perché è un idealista, un sognatore, un visionario, un talento incompreso. Non si è fatto intimorire da un “non puoi costruire un mondo tutto tuo” e lo ha veramente fatto: ha costruito un mondo suo, libero, lontano da quella società  in cui si sentiva oppresso. Giorgio Rosa ha avuto il coraggio di uscire dagli schemi, di inventare qualcosa che nessuno prima d’ora aveva immaginato di poter inventare. Si saranno forse ispirati a lui John Lennon e Yoko Ono? Infatti, nel 1973 il grande membro dei Beatles e la moglie fondarono Nutopia: uno ‘Stato concettuale’ , il cui nome deriva dall’unione fra ‘new’ e ‘utopia’: ‘nuova utopia’.

Ma non solo il nostro ingegnere o Lennon, esistono, tutt’oggi, tante micronazioni: il Principato di Sealand, isola indipendente al largo delle coste inglesi; la Repubblica di Minerva nell’Oceano Pacifico; la Repubblica di Saugeais; il Regno di L’Anse-Saint-Jean, per citarne alcune. Tutte entità nate per quel forte bisogno di libertà che caratterizza l’animo umano.

dal profilo Instagram di @cortomiraggi

Una storia da conoscere

Il regista Sidney Sibilia è stato in grado di raccontare questa storia, di far comprendere al pubblico quello che era il sogno di un grande visionario, facendoci provare empatia e simpatia per Giorgio Rosa, anche grazie alla sua ricostruzione romanzata della storia, alle battute ironiche, alle colonne sonore, alla bravura di un cast di attori internazionali del calibro di Elio Germano, Matilda De Angelis, Tom Wlaschiha, François Cluzet, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti.

dal profilo Instagram di Sidney Sibilia

Il registra italiano è stato anche criticato perché si è distaccato, romanzando, i fatti storici della faccenda. Ma, ricordo, che il suo non voleva essere un docu-film sull’Isola delle Rose. Detto questo, il lavoro è ben riuscito: intrattiene, documenta, fa riflettere.

“L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” è un film che merita di essere guardato – e a confermarlo è il suo posto fisso, da un mese, nella top ten di Netflix – per conoscere la storia, inspiegabilmente, poco nota, accaduta poco più di cinquant’anni fa.

Fatto sta che l’inventore dell’isola d’acciaio ci fa invidiare la sua capacità di sognare in grande e il suo modo di ricercare quel senso di libertà, che sarebbe impossibile trovare altrove.

 

di Susanna Coppola  

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