Spaccio a Parma, è tornato il mostro Eroina: “La vendo ai liceali, ma è droga da professionisti benestanti”

Intervista a spacciatori e consumatori di eroina, per capire come nasce il consumo e dove finisce. Fumarla la rende più attraente ai giovani, mentre il prezzo ne permette lo spopolare

Eroina fumata

Cosa vi viene in mente quando si parla di eroina? Gli anni ’70, il disagio sociale, i malati di droga emarginati da tutti, alla ricerca costante di un pusher dal quale comprare quella dose, tanto necessaria quanto mortale? Christiane F. e il suo bestseller Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino, dove la giovane 13enne conosce fin da subito il mondo della droga e della prostituzione tra metropolitana e locali della capitale tedesca? O ancora il celeberrimo Trainspotting di Danny Boyle?

Il mostro dell’eroina è tornato. O meglio, è tornato a farsi sentire perchè non se ne è mai andato veramente.

Tra ieri e oggi: origini e sviluppo dell’eroina

Si torna a parlare di eroina su gionali e media anche grazie al successo della docuserie su Netflix SanPa, che attraverso interviste, immagini e testimonianze ha lo scopo di raccontare la storia della comunità di San Patrignano, fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978 a Coriano, nel riminese. La serie ripercorre gli anni in cui il consumo della droga raggiunge in Italia, e non solo, le sue vette più alte.

All’inizio degli anni ’70 appare sul mercato illegale italiano una “nuova” sostanza, l’eroina, ricavata dall’oppio e dalla morfina contenuta in esso. Inizialmente i casi sono sporadici, ma già alla fine del 1974 si contano 8 decessi, mentre nel ’75 si parla di emergenza nazionale con un aumento sostanziale delle vittime. In quello stesso anno furono sequestrati a Roma una partita di circa 2 chili di eroina. Nel 1977 si contano circa 20.000 consumatori abituali, per lo più giovani. Gli anni ’80 inaugurano un decennio devastante e i decessi per overdose di eroina continuano ad aumentare fino agli anni ’90. Grazie all’istituzione e alla diffusione dei servizi riabilitativi come il SerT, l’età dei consumatori di eroina si alza, secondo federsert.it, ovvero la Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze.

Oggi la situazione non è migliorata: la sostanza è tornata in voga, anche tra i giovani. Secondo quanto ricostruito in uno studio del Cnr del 2014, l’età media in cui i ragazzi provano questa sostanza per la prima volta si è abbassata a 14 anni mentre l’età delle persone che vengono assistite cala a 25 anni. I decessi per overdose di eroina rappresentano oggi in Italia circa il 60% del totale dei morti per droga, in crescita per il secondo anno consecutivo. Ma sono in crescita anche i sequestri da parte delle Forze dell’ordine, che, come riporta The Visionsono aumentati negli ultimi 2 anni di oltre il 103%.

Il nuovo modo di consumarla e il prezzo oggi ne aumentano la diffusione

Una possibile spiegazione a questo “ritorno”? In primo luogo, certamente il nuovo modo di consumarla. Storicamente l’eroina è quasi sempre stata usata per via endovenosa, mentre negli ultimi anni è aumentata la percentuale di consumatori che la inalano. Si stima, infatti, che solo un terzo dei consumatori di eroina oggi la iniettino.

Questo nuova modalità di consumo ha avvicinato tutte quelle persone che avevano paura degli aghi o temevano di contrarre malattie dagli aghi delle siringhe usate. Tra le maggiori differenze nello spaccio di eroina rispetto a vent’anni fa c’è la possibilità di comprarla in microdosi, che ha permesso l’acquisto a molte persone che inizialmente desiderano solo provarla.

Un’altra fonte di avvicinamento è rappresentata dal prezzo, che dal 1990 al 2014 si è ridotto del 74%, complice la fine del regime dei talebani in Afghanistan che ha portato a un’incremento delle coltivazioni dell’oppio con un conseguente aumento dell’offerta e a un crollo dei costi.

Da quanto emerso da una indagine del Parlamento italiano nel 2018, la città di Parma è la seconda città per spaccio in Emilia Romagna, segnalando un aumento del 300% del consumo di eroina. Anche se l’eroina non rappresenta l’unica sostanza a circolare nel territorio parmense, la sua presenza rimane comunque forte all’interno della città: per esempio nel marzo 2020, l’Antidroga di Parma sequestra, durante una perquisizione personale, 700 grammi di eroina dal valore di ben 30mila euro.

 

L’eroina per spacciatori e consumatori

L’eroina come detto è tornata in auge anche a Parma. Di questo fenomeno ci parlano dei conoscitori diretti. Come per esempio S., un ragazzo di 22 anni che fino allo scorso marzo ha spacciato principalmente lungo viale Maria Luigia, soprattutto a studenti dei licei Ulivi e Romagnosi.

E., invece, ha 26 anni, ha origini africane e da dodici anni vive a Parma. Spaccia in zona stazione, nel quartiere San Leonardo, ma a volte anche in centro.

L., poi, è un uomo italiano di 34 anni che fa uso di eroina da quando è arrivato a Parma nel 2013.

Per comprendere a pieno ciò che significa davvero l’eroina per chi la vende e chi la consuma, L., il consumatore abituale di sostanze stupefacenti, e S., il giovane spacciatore italiano, hanno risposto alla stessa domanda: “Cos’è l’eroina per te?“.

“L’eroina è probabilmente la migliore psicologa che conosco. – ci racconta il consumatore L. – Quando tornavo a casa dopo una giornata stressante era un sollievo sapere che avevo già la mia dose pronta. Spesso la uso per dormire, perché da sobrio non riesco a prendere sonno. Dopo il rush iniziale –  la prima fase in cui incorre chi fa uso di eroina, caratterizzata da un grandissimo eccitamento – ti rilassi molto, quando vai a letto ti sembra di coricarti su un letto di nuvole, diventa tutto semplice e ti dimentichi di quella bolletta rimasta indietro, dell’affitto, del lavoro. Prima fumavo erba per dormire, ma da quando è arrivato il Covid e la mia situazione finanziaria è peggiorata, il consumo di cannabis mi fa entrare in stati di paranoia che preferisco evitare. Sto cercando di smettere, con tutto. Ci sono persone buone che mi aiutano da un paio di mesi, spero di uscirne, ma non so se è davvero ciò che desidero“.

S., invece, per anni ha spacciato ai liceali, ma da qualche mese ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle, concentrandosi sullo studio universitario, provando a costruirsi un futuro: “L’eroina è la più infame delle droghe. La puoi consumare come vuoi e ne esistono talmente tante varietà che puoi comprarne anche con meno di dieci euro. Conosco padri che, fatti di eroina, non riuscivano a tenere in braccio i figli, non avevano forze. L’eroina è una brutta roba, davvero. Persino gli spacciatori tendono a non consumarla“.

Le stesse linee di pensiero si sono palesate riguardo la consapevolezza dei pericoli legati al consumo di eroina. 

L., a modo suo, ‘difende’ l’eroina, dichiarando che “è molto meglio di altre droghe, non ti brucia il cervello, come la cocaina. Ho sempre fatto uso di erba, solo da quando sono arrivato a Parma consumo abitualmente eroina, e non ho notato nessun cambiamento nella mia salute o nella mia testa”.

S. denuncia invece grande disinformazione, soprattutto tra i più giovani: “Gli eroinomani diventano pupazzi, fantocci. Ci sono ragazzini alle prime armi che la portano alle feste e la consumano aiutati da ragazzi più grandi che conoscono bene la droga. Dopo qualche minuto di folle divertimento, si ritrovano storditi sui divanetti, magari con il portafoglio svuotato dei venti o trenta euro che i genitori gli avevano dato per la serata. I ragazzi hanno un’idea molto distorta dell’eroina. Per loro un drogato, un tossico, è solo chi si buca, chi si nasconde sotto i ponti per farsi. Pensano che fumare o in generale inalare droghe non sia grave, anzi, molti credono sia quasi lecito, perché tanto è solo una festa, solo una volta. Ma l’eroina non ti lascia, è un’ombra”.

spaccio parma stazione dei treni

 

La zona della stazione dei treni di Parma è, ormai da anni, il centro nevralgico dello spaccio cittadino. Proprio in quest’area, ma non solo, opera E.. Lo spacciatore africano ha terminato gli studi superiori in un istituto del parmense, iniziando a spacciare subito dopo il diploma.

“Molti miei clienti sono over 50, alcuni anche chiaramente benestanti, ma loro non vengono in quartiere, aspettano in un parcheggio sotterraneo, oppure sanno quando entrare in un supermercato e trovare ciò che vogliono piazzato poco prima su uno scaffale, magari dietro una scatola di pasta, ma questo metodo si utilizza soltanto in piccoli supermercati del centro e con clienti di fiducia. Ci sono anche molti ragazzini, certo, ma non sono loro che fanno guadagnare davvero. Credono tutti che la droga sia solo nelle scuole e tra i ragazzi, ma si sbagliano. L’erba è nelle scuole, ma eroina e cocaina, sono negli uffici degli avvocati, negli studi di professionisti in centro. Io ho studiato, sono diplomato, parlo perfettamente l’italiano, quindi li conosco bene. Molti miei ‘colleghi’ stranieri non saprebbero nemmeno cosa dire a clienti del genere”.

E. descrive poi i suoi ‘colleghi’: “Molti degli spacciatori africani non sanno nemmeno cosa stanno vendendo, molti non hanno scelta. Diversi non hanno i documenti, quindi non possono essere assunti per un lavoro, chiedere prestiti o aprire un conto corrente. Alcuni degli uomini che vedete girare in bicicletta nella zona della stazione sono ingegneri, ma voi affidereste un lavoro a un ingegnere nigeriano o ivoriano? No, noi siamo adatti solo a fare gli operai o a spacciare, che è quello che finiamo per fare. La verità è che noi non valiamo nulla, siamo vittime del sistema, come moltissimi italiani. L’unica differenza è che noi conosciamo chi può introdurci in questo mondo di illegalità, in cui riusciamo quanto meno a sopravvivere“.

Lo spaccio ai tempi del Covid

“Il Covid ci ha complicato senza dubbio la vita – dichiara E. – ma gli affari non si sono mai fermati. Oggi molti spacciatori sono al passo con i tempi, consegnano a casa, gestiscono gruppi su Telegram, vendono nel deep web. Spesso sono italiani i venditori che si trovano su internet, noi siamo più tradizionali, non abbiamo i mezzi per commerciare digitalmente. Essere rintracciati spacciando nel deep web è difficile, e moltissimi venditori e acquirenti si sentono molto sicuri a operare in questo contesto. Però noi non ci preoccupiamo, per trattenerci le forze dell’ordine devono trovarci con della droga addosso, ed è quasi impossibile. Non dirò altro, ma sappiamo come e dove nasconderla al meglio”.

“Ci sono anche molti ragazzini davvero svegli: se conosci la pizzeria giusta basta prenotare una pizza a domicilio e il ragazzo che fa le consegne ti fa trovare quello di cui hai bisogno nel cartone. Spesso sono giovani che vogliono guadagnare qualcosa in più all’oscuro del datore di lavoro e dei genitori”.

Uscire dal giro

S. spiega però che uscire dal giro è possibile e può salvarti da anni di prigione. “Io non spaccio più, studio all’università, mi preoccupo del mio futuro. Uscirne è possibile, finché non ci si immischia in traffici davvero pericolosi. Io spacciavo ai giovani, quasi coetanei, non ho mai trattato grandi quantità. Conosco amici che si sonosvegliati di notte con i Carabinieri alla porta di casa, che sono entrati e hanno svuotato tutti i cassetti dell’abitazione, invadendo ovviamente anche gli spazi dei genitori o di fratelli e sorelle, per trovare droga, contanti, bilancini. Dopo che un conoscente spacciatore di cocaina è stato arrestato e condannato ho deciso di lasciarmi tutto alle spalle, sono sparito. Non riuscivo a immaginare di dover guardare mia madre mentre le svuotano il cassetto della biancheria per cercare robaccia che appartiene a me, non riuscirei più a parlare ai miei genitori, a guardarmi allo specchio ogni mattina. Ho anche una sorella piccola, spero non faccia mai gli errori che ho fatto io, sono stato fortunato a uscirne“.

S. pronuncia queste parole con la voce spezzata dall’emozione, conscio di aver fatto la scelta giusta, ma soprattutto, conscio di aver schivato un futuro ignobile, fatto di una vita nascosta nell’ombra, ricco di dubbi e timori, di falsi amici, di menzogne.

Gli anni passano, l’uomo si evolve. Eppure certe cose sono destinate a tornare, prima tra tutte la droga. Perché? Per i soldi? No. C’è molto di più.

L’eroina, come tutte le dipendenze, toglie la libertà. Corteggia, pian pianino, in punta di piedi, senza pregare. Affascina, perché o la si ama, o se ne sta alla larga. Provoca il migliore dei piaceri, qualcosa di cui non si può fare a meno, senza il quale la vita appare effimera. Ma conduce alla morte. Libera dal peso delle preoccupazioni quotidiane, fa sembrare tutto più leggero, meravigliosamente spettacolare. Ma, appena terminato il suo effetto, riemerge tutto. 

Come si può resistere a tutto ciò? Come può la curiosità umana esimersi dal provare una sostanza in grado di essere sia veleno che antidoto? Come diceva il protagonista di Trainspotting, Mark Renton, “Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando hai l’eroina?”.

Fino a quando ci saranno persone che ragionano come Mark, tutto questo non finirà mai. L’unica soluzione? Informarsi e, a differenza di Mark, scegliere la vita. E la libertà.

 

di Giorgia Cocci, Alex Iuliani, Anna Barbieri e Jennifer Riboli

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