Rush, il film per ricordare Niki Lauda

Lunedì 22 febbraio avrebbe compiuto 72 anni, per ricordare il campione uno dei migliori film sul Motorsport

Lunedì 22 febbraio il campione automobilistico Niki Lauda avrebbe compiuto 72 anni. Il pilota austriaco, che in carriera ha vinto tre campionati del mondo – due volte con la Ferrari, una con la Mclaren – viene considerato uno dei migliori piloti della storia dello sport, tanto da guadagnarsi l’appellativo di ‘computer’ per la sua capacità di gestire al meglio ogni momento della gara. Oltre ai meriti sportivi egli viene ricordato anche, e purtroppo, per un grave incidente che lo vide protagonista: nel 1976, sul circuito del Nürburgring, rimase intrappolato nella vettura in fiamme dopo essere uscito di pista; riuscì a salvarsi ma porterà per sempre le cicatrici di quel giorno sul volto sfigurato dal fuoco. Dopo la carriera di pilota rimase legato all’ambiente delle corse, in veste sia di promotore della sicurezza in pista, sia in qualità di presidente onorario del team Mercedes. È scomparso prematuramente il 20 maggio 2019 all’età di settant’anni.

Un ottimo modo per ripercorre i passi e ricordare la carriera del campione austriaco è sicuramente attraverso il film Rush, uscito nel 2013, che racconta la rivalità tra Niki Lauda e l’inglese James Hunt.

Il film, disponibile su Netflix, è stato diretto da Ron Howard e può contare su un cast di tutto rispetto: Niki lauda è interpretato da Daniel Brühl, mentre Chris Hemsworth veste i panni dello storico rivale. Al centro del film, ovviamente, le corse: a partire dal primo incontro in F3 fino alla lotta per il titolo mondiale, i due sono quanto meglio non ci si potrebbe aspettare da due avversari. Da una parte l’austriaco, concentrato solo sulle corse, preciso e poco simpatico al pubblico, dall’altra il suo alter-ego, la controparte per eccellenza, con una grande passione per la vita mondana, le donne e il divertimento. In comune hanno una cosa sola: in pista sono dannatamente veloci.

Il film si concentra sul 1976, fornendo un quadro preciso dello sport dell’epoca: le corse coi motori sono amate dal pubblico, che vede negli uomini nascosti dal casco degli eroi che, sprezzanti del pericolo, sfidano la morte in cambio della fama e del successo. Il tema della morte non è assolutamente tacito nella pellicola, ma anzi trattato con grande rispetto e senso critico. Esso raggiunge il culmine della sua potenza nel momento del tragico incidente del Nürburgring, momento in cui vita e morte si confondono nell’incertezza. Proprio nel raccontare questo Gran Premio, la pellicola restituisce le emozioni dei piloti in maniera impeccabile, anche attraverso un cambio netto dei colori che dominano la scena rispetto al resto del film.

Se da una parte la rivalità fra i protagonisti si fa sempre più accesa, il rapporto umano che intercorre fra i due si modifica nel corso della storia. Il regista, infatti, tende a concentrarsi molto poco sugli aspetti tecnici delle corse, ma mette il focus della cinepresa sugli aspetti emotivi dei protagonisti. Questo modo di interpretare una pellicola sulle corse rende il film molto piacevole anche per chi di corse appassionato non è. A fare da padrone resta il lato umano, la psicologia, le paure e i punti di forza dei piloti. Le ambizioni che spingono i piloti oltre i propri limiti, sfidando la morte ad ogni curva, fungono da carburante per la contestualizzazione delle azioni degli stessi. La sceneggiatura, diretta da Peter Morgan, ha inoltre il grande merito di analizzare la narrazione da due punti di vista diversi, quello dei singoli rivali in pista, riuscendo però a rimanere distaccato. Non esiste un buono e un cattivo, un giusto e uno sbagliato; i due modi di vivere le gare sono semplicemente diversi, opposti se vogliamo, ma nessuno dei due può essere considerato migliore dell’altro.

Le interpretazioni degli attori sono estremamente efficaci, tanto da guadagnarsi l’apprezzamento dello stesso Lauda, il quale, una volta visto il film, si disse entusiasta sia del rispetto dei fatti, sia delle modalità con cui essi vengono raccontati. In questa pellicola c’è il dramma della competizione, tanto entusiasmante quanto spietata e crudele, e un’aderenza ai fatti storici che la rendono adatta agli appassionati di motori che vogliono rivivere le corse del passato, ma allo stesso tempo il film risulta godibile da chiunque proprio per la sua capacità di allontanarsi da quel mondo per concentrarsi sui piloti in quanto esseri umani.

di Gabriele Diodati

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