Con “17 dark edition” il rap italiano resta al comando

La sincera e spontanea forza dell'Hip-Hop ci insegna che essere sé stessi è ciò che conta

 

Foto dalla pagina Facebook di Jake la Furia

Il 26 febbraio è uscita la versione deluxe dell’album 17 di Jake la Furia e Emis Killa, contenente 7 tracce nuove e 5 nuovi featuring. L’album dei due rapper per tutti gli amanti del genere è già divenuto subito cult.
Sonorità modernamente old school e rap fatto in vecchio stile, crudo, schietto, sincero, pieno di punchline, e tratti stilistici prettamente appartenenti al genere. I due veterani della vetrina hip hop ci portano a capire come – senza bisogno di portare sonorità radiofoniche, o orecchiabili che ora sono al centro del meccanismo delle vendite – si possa ‘spaccare’ anche nel 2021.
L’album è stato concepito, come detto anche dagli artisti, senza obbiettivi di vendita e in modo sincero e spontaneo, senza voler snaturare i propri gusti personali ma, facendone un punto di forza. Mettendo così qualora ce ne fosse bisogno i puntini sulle i al loro posto in quello che è l’olimpo del rap italiano.
Il risultato? Un disco di platino.

Foto dalla pagina Facebook di Jake la Furia

 Un tuffo nel futuro che viene dal passato, la musica è musica

Il futuro può anche essere un ritorno al passato. E nel 2021 infatti, non occorre più seguire per forza certi canoni prestabiliti. Ciò che conta è portare con la propria attitudine qualunque essa sia e spingerla nell’orecchio di chi ascolta. Quando il prodotte risulta forte il riscontro c’è.
Il rischio di questo progetto era quello di cadere in un prodotto un po’ ‘plasticoso’, che non lasciasse troppi spiragli emotivi. Rischio scampato. Ai due rapper milanesi va attribuito il grande merito di portare tante argomentazioni e spiragli di forte emotività come nei singoli da solisti e in altri pezzi come “L’ultima Volta” in collaborazione con Massimo Pericolo oppure “Più Lei Che Noi” con Rkomi.
Pensare di arrivare ad ottenere un risultato simile qualche anno fa era difficile, segno di come le tendenze stiano cambiando e che la lotta che in Italia è stata messa in atto dai rapper negli anni è stata vinta e finalmente ha spianato la strada al genere. Come diceva Jake “chi sa fare fa, chi non sa fare insegna”.
Nella versione deluxe di “17” troviamo featuring con artisti importanti come Geolier nel brano “No cap”, Ernia, Rkomi, Speranza, ormai sempre più rispettato dalla scena e partecipe all’interno di essa, e infine due emergenti: Not Good sotto e Inamos i quali possono portare vanto di essere sotto l’ala protettrice rispettivamente di Emis e Jake.
Bella scelta da parte di entrambi quella di portare il remix del brano “Seme del Male” con due loro discepoli, come una sorta di passaggio di testimone e di rispetto nei loro confronti.
I riconoscimenti ottenuti da quest’album ci portano a capire come il rap attualmente è il primo genere italiano. Pensare che un album, seppur messo in proprio da due senatori, concepito più per un pubblico di nicchia arrivi a fare disco di platino mette il punto esclamativo su quello che è un movimento che in vent’anni non ha mai smesso di evolversi. Il genere si è reso sempre più forte anche all’interno di un sistema che inizialmente non lo vedeva di buon occhio, per non dir di peggio.

Dalla lotta per passare in radio ai dischi d’oro e di platino

Iniziare un album dicendo “tu sappi che qui non si trappa” nel 2020/21 non è da tutti ed è un altro modo da parte dei due artisti di dire “qui ci siamo noi e non ci spostiamo, restiamo qui e senza di noi voi non ci sareste”.
La versione deluxe se non si fosse capito contiene altre sette manate in faccia e va a chiudere un capitolo. Un joint album tra i più importanti mai usciti che resterà nel tempo una pietra miliare e una colonna portante del genere.
Gli amanti del genere non possono che ringraziare Jake e Emis per aver portato un’ondata di freschezza in un momento storico in cui i testi, la sincerità, i valori talvolta scarseggiano. Come se il “vecchio” fosse il nuovo. Dopotutto, come dice Jake, “ho dato tutto per la musica anche quando ‘sta musica era morta, oggi puoi dire grazie a me se c’hai su quelle Off White di Jordan”.
Concludo con un parere personale: Emis Killa fortissimo, Jake ci dimostra – come se ce ne fosse ancora bisogno – di essere uno dei padri del rap italiano.

di Gianmarco Borettini 

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