Massimo Pericolo: “Solo Tutto” è proprio quello che volevamo

Il 26 marzo è uscito l'album di Massimo Pericolo che si conferma uno degli artisti di maggior spessore nel panorama rapper italiano

È uscito l’album che tutti gli amanti del rap aspettavano, quello di Massimo Pericolo, nome d’arte di Alessandro Vanetti: rapper di Brebbia (VA) classe 92. Il brano che l’ha portato ad essere al centro dell’attenzione è “7 miliardi” uscito nel 2019, da allora l’artista vanta a repertorio l’album “Scialla Semper”, diventato disco di platino, qualche featuring e dal 27 Marzo il suo nuovo album “Solo Tutto”.

Le aspettative sull’uscita erano alte, ma il talento Massimo Pericolo non ha deluso. Un prodotto diverso da quelli che siamo abituati a sentire, un mondo diverso da quelli che siamo abituati a vedere. Vanetti è riuscito a rimanere sé stesso, non si è snaturato, anzi si è evoluto, la potente sincerità a cui ci mette davanti nei suoi pezzi non può far altro che portarci all’immedesimarci in essi.

“Per strada mi chiamano Vane” cantava nella canzone “7 miliardi”. Nel suo ultimo album possiamo notare chiaramente come attraverso la musica riesca ad unire perfettamente il suo lato artistico, quello che è il suo personaggio, Massimo Pericolo, con la vita all’interno del contesto sociale, e il proprio lato interiore e più profondo.

Benvenuti nella galassia di Massimo Pericolo

Massimo parla di soldi, di fatiche, di fama, di lavoro. Vane (suo soprannome nella vita) ci parla di strada, di amici, di storie, di vita in provincia, di amore, di turbe, di emozioni e paure. Questo collaborazione tra aspetti interiori e esteriori ci fa capire la potenza del personaggio, in grado di svariare in ogni campo ma mantenendo sempre quel forte attaccamento a sé stesso. Egli si mette a nudo, si apre senza nessun timore nel farlo, mettendo in luce ogni suo lato. “Solo Tutto” quello che poteva esprimere.

Un sound per lo più crudo, ma anche melodico in alcuni brani porta ad un mix esplosivo che ci tiene incollati all’ascolto. “Una semplice profondità” è il termine più consono ai suoi testi, ricchi di contenuto e allo stesso tempo scritti in modo così semplice, diretto e naturale. Una capacità di utilizzare la penna che non si vede tutti i giorni. Proprio questo è il marchio di fabbrica dell’autore e la chiave di lettura di ogni sua canzone. Non c’è un testo che non spacchi e non c’è un flow che non spacchi. Dopotutto se un artista riceve elogi da Marracash un motivo ci sarà.

È disarmante la semplicità utilizzata nell’esprimere concetti molto ampi, e riuscire ad esprimerli con una scrittura semplice e diretta, ma che allo stesso tempo racchiude una vastità di riflessioni: potremmo dire che si tratti di una poesia. Qualità che non ha nessun’altro, o quasi, nella scena musicale.

Già dall’intro capiamo come Massimo Pericolo ci stia portando nel suo “schietto mondo” e ci dica le cose più vere della vita, cose che tutti sanno ma nessuno dice. La fatica del mettersi a nudo, del vivere in mezzo alle aspettative, dell’essere sensibili ed esseri pensanti.

All’interno dell’album, interamente e magnificamente prodotto da Croockers, i feat sono mirati e precisi per dove dovevano esserci. Troviamo Salmo, con il quale già dagli inizi può vantare grande stima reciproca, Madame, J Lord e Venerus.

Ma c’è molto spazio per quella che è la voce del protagonista. Massimo ci parla di amore, in modo vero e crudo, si apre con noi e con sé stesso. Geniale anche il titolo, poiché non viene mai nominato se non nell’ultimo spezzone dell’ultima canzone, “Stupido”, e racchiude il significato di ciò che che viene rappato, “solo tutto”.

Insomma, le aspettative non sono state tradite e l’artista è rimasto sempre sé stesso, sperimentando, portando nuovi suoni, nuovi modi di porsi, ma tenendo sempre in una mano il cuore e nell’altra il cervello mentre sputa l’anima.

Come MP ha detto in seguito ai microfoni di “Esse Magazine”: “Fare rap non è parlare di strada ma parlare di sé stessi”. Egli ci parla di sé stesso a 360 gradi, dalla strada all’amore, dalla depressione alla fama. Possiamo solo metterci seduti ed ascoltare quello che è uno dei migliori artisti della scena ma come dice lui “sta in un’altra galassia”.

di Gianmarco Borettini

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