Cervelli in fumo? Studenti e non solo: cannabis senza età

LA MARIJUANA NON E' PIU' SOLO PER RAGAZZI. DIBATTITO SEMPRE APERTO SUGLI EFFETTI COLLATERALI

COLOMBIA-MARIJUANA-MARCH“Sono le persone che vivono difficoltà relazionali, emotive o sono semplicemente disagiate le prime ad entrare in contatto con sostanze che alterano lo stato mentale, come alcol, cannabis e droghe sintetiche. E sono la percezione di spaesamento positivo, la tranquillità ed il relax a rendere così difficile la separazione da queste sostanze. Insomma, è un cane che si morde la coda”. Così Andrea Branchini, educatore professionale alla comunità Betania, situata a Marore, spiega la relazione tra giovani e il mondo delle sostanze stupefacenti.

“DROGHE LEGGERE? MEGLIO NON SOTTOVALUTARLE” – Nella comunità di Marore si trovano all’incirca una sessantina di pazienti, la quasi totalità ha fatto uso, almeno per un periodo, di marijuana. “La dipendenza psicologica è come un forte richiamo – aggiunge Branchini – ci sono persone che si presentano da noi manifestando il bisogno di assumere la cannabis anche rendendosi perfettamente conto degli effetti collaterali”. La comunità per cui lavora l’educatore preferisce non distinguere il mondo delle droghe in leggere o pesanti perché “è una distinzione ingannevole, che porta spesso a sottovalutare le sostanze considerate ‘leggere’. Certo siamo consapevoli che uno spinello non è da considerare alla stregua di una iniezione di eroina, ma possono esserci conseguenze a lungo termine che spesso non sono soppesate.” Risulta molto importante allora un lavoro di prevenzione, che passa necessariamente dall’educazione dei più giovani. Anche se l’uso della cannabis è stato per lo più sdoganato da un punto di vista scientifico, medico e sociale, non si può ignorare che “il consumo di questa sostanza in dosi eccessive in età di sviluppo, tra i 14 e i 22 anni, può causare problemi, anche gravi, a livello neuronale o psicologico. Tuttavia si possono intraprendere una serie di attività, soprattutto nelle scuole, che non si limitino a condannare l’uso della cannabis, ma semplicemente ad educare sui suoi rischi“.

“LA MARJUNA NON E’ AD USO ESCLUSIVO DEI GIOVANI” – Non troppo diverso il pensiero di Luca Marola, che ha fatto di questa sostanza il suo lavoro. Il titolare del Canapaio Ducale di Parma e autore del manule di coltivazione ‘Marijuana in salotto’, in uscita verso metà febbraio, spiega: “La ricerca scientifica ha confermato che fino a quando il cervello non si è formato, e quindi intorno ai 18-20 anni, è meglio non usare cannabis, i suoi effetti potrebbero danneggiare il sistema nervoso centrale e portare a perdita di memoria o mancanza di concentrazione. Oltre questi dati certi, non ci sono altri aspetti negativi. La Dea, l’agenzia federale antidroga statunitense, negli anni ‘70 ha riconosciuto che non c’è mai stato un caso di morte per marijuana”. I consumatori abituali di marijuana in Italia sono circa sei milioni, senza contare i moltissimi che hanno provato almeno una volta nella loro vita, e non soltanto da ragazzini. “Il consumo in questi ultimi anni è molto cambiato: la marijuana non è più considerata una sostanza ad uso esclusivo dei giovani. Da circa un anno e mezzo molti adulti si approcciano alla cannabis: sono persone che non si sono mai accostate prima a questa sostanza a causa della negatività con cui se ne parla. L’avvicinamento è avvenuto in contemporanea con l’ uscita di articoli riguardanti i suoi effetti benefici. Ad esempio, il marzo scorso, è stato pubblicato un articolo sull’approvazione della legge sulla cannabis terapeutica inmarjuana Abruzzo. Per la prima volta il governo si è espresso favorevolmente e a frotte sono arrivati clienti di ogni età per cominciare a provarla”.

Ma c’è ancora un impedimento nel trattare la marijuana per quello che in realtà è: una droga leggera. “La marijuana è inserita all’interno del cerchio delle droghe pesanti per business. Il trattare come un tossico un ragazzino trovato con la marijuana in tasca, serve solo ad incrementare il numero di persone nelle comunità”. Naturalmente questa non distinzione ha creato parecchi problemi: i giovani assumono indifferentemente qualsiasi cosa capiti senza capire realmente i danni a cui vanno incontro e gli spacciatori di strada offrono sia marijuana che cocaina senza distinzione. “La quantità di persone che si avvicina alla cannabis è maggiore rispetto a qualche tempo fa e c’è un’offerta vastissima di sostanze. Essendo in crisi anche il mercato nero, se prima un grammo di marijuana costava circa 12 euro, oggi costa più o meno 3 euro e si capisce bene che non è roba del tutto naturale ma mischiata con polvere di vetro, polvere di metallo e altri veleni pericolosissimi. Quindi il problema non è la sostanza in sé ma ciò che diventa. Legalizzare vuol dire regolamentare ed avere dei soggetti che possano controllare la qualità dei prodotti che sono sul mercato”. A Parma la cifra di chi assume cannabis è elevata, il Canapaio Ducale ha infatti venduto dal 2002 ad oggi circa centomila semi di marijuana. “C’è molta gente che arriva in negozio interessata alla parte di coltivazione e molta gente che compra soltanto le cartine o anche soltanto l’accendino perché fa figo comprarlo al Canapaio. La marijuana ormai è percepita come la normalità, perché se ne fa largo uso e anche perché ci sono tante campagne a favore della sua legalizzazione”.

HAI MAI FATTO USO DI MARIJUANA? Su 53 sono 42 i ragazzi, tra i 17 e 30 anni, che rispondono ‘Sì’ alla domanda del sondaggio online fatto per capire quale sia il pensiero dei giovani sull’argomento ‘droghe leggere’. Tra questi 42 che hanno provato almeno una volta a dare un tiro ad una canna, gli affezionati dello spinello, sono 24, contro ai 18 che hanno riposto cartine e grinder abbandonando il mondo dello sballo.
Quasi tutti i fumatori hanno messo la loro prima canna tra le labbra intorno ai 17/18 anni e, dei 24, solo in 5 l’accendono una volta ogni tanto, i restanti 19 consumano marijuana abitualmente: tutti i giorni o una o più volte a settimana. Sia che siano studenti, sia che siano lavoratori tutti cercano, nel tiro miracoloso, quel senso di rilassatezza che allontana dallo stress quotidiano. “Mi aiuta a dormire meglio”, “rende più socievoli”, “è un modo per divertirsi”, “combatte lo stress”, “riesco a riflettere su me stesso” questo ciò che i 24 fumatori trovano nella canna serale. La maggior parte, infatti, vede il fine giornata come il momento migliore per fare qualche tiro, preferibilmente in compagnia: in gruppo o con la dolce metà. A casa, la sera, con gli amici: questo è lo scenario preferito dai giovani consumatori, non dev’esserci un motivo particolare basta averne voglia. Per 19 ragazzi lo spinello non è un’alternativa alla sbronza: “l’effetto è completamente diverso” dicono, se l’alcol attiva, la marijuana rilassa è l’amica ideale per una tranquilla serata a casa. Nonostante la maggior parte dei 24 fumatori reputi dannoso il consumo della cannabis solo 1 persona ha intenzione di smettere, ai restanti 23 non sfiora nemmeno il pensiero, al massimo “riduco la quantità”.

“TROPPI RISCHI, MEGLIO DI NO” – Tra gli 11 ragazzi, su 53, che non hanno mai fumato erba e i 18 che hanno smesso, sono solo in 2 quelli che non conoscono nemmeno un consumatore, in 27, invece, hanno amici o conoscenti nel magico mondo della cannabis. Anche se la marijuana è considerata solo da una persona più dannosa di alcol e sigarette, quando si parla di effetti collaterali o di potenziali danni causati dalle canne, il futuro dei fumatori non viene dipinto come il più roseo: “danni al cervello”, “perdita di lucidità”, “isolamento dalla vita reale”, “assuefazione e dipendenza” sono i rischi che i consumatori corrono secondo i 29 non fumatori. Solo una persona dice che la marijuana non ha effetti collaterali. Nonostante questo, in 15 dicono ‘sì’ alla legalizzazione delle droghe leggere e in 2 sono favorevoli solo in campo medico. Si pensa che, se con la dovuta regolamentazione, abolire il proibizionismo possa portare a un maggior controllo qualitativo della sostanza assunta e all’estinzione della criminalità che gravita intorno allo spaccio di erba.

 

di Silvia Palmieri, Matteo Buonanno Seves e Iosetta Santini

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