Perché ‘sul filo di un rasoio’?

SCHERZANDO SI PUO' DIRE DI TUTTO...ANCHE LA VERITA'

Foto 29-10-14 14 28 38“E resto qui, sul filo di un rasoio” è una frase tratta da una canzone dei Negramaro, il mio gruppo musicale preferito.

La mia vita, in effetti, è un continuo riferimento alle citazioni. Le amo. Mi piace rispecchiarmi nelle frasi di un libro, nel testo di una canzone, nelle parole di un personaggio importante. Mi piace che siano le parole a parlare per me e di me, e non il contrario, perché non sono mai stata brava nel dare una giusta spiegazione di quello che sono e di come sono. Mi piace, allora, ‘rubacchiare’ qua e là qualcosa di pronto, di definito, che possa esprimere al posto mio quello che, a volte, mi riesce difficile spiegare.

“Sul filo di un rasoio”: perché proprio questa frase?

Fin da bambina ho avuto un grande difetto/pregio: dire sempre quello che penso, per come lo penso, senza filtri e (nella maggior parte dei casi) senza utilizzare il tono di voce più opportuno. Viceversa, ho sempre richiesto la verità, che poi è generalmente legata al concetto di sincerità e, in ogni contesto, ho sempre cercato delle risposte perché, a mio parere, a tutto c’è una spiegazione. Crescendo, ho imparato che la verità è un’arma a doppio taglio: ti rende libero e ti pulisce la coscienza ma, allo stesso tempo, ti crea molti nemici e ti fa risultare una persona scomoda. La mia più grande domanda, allora, è stata: qual è il modo più giusto per dire la (mia) verità?

Ecco, la verità, secondo me, sta esattamente “sul filo di un rasoio”: è sempre in bilico tra quello che è giusto dire e quello che è giusto tacere; tra quello che può far male e quello che può far stare bene; tra quello che penso io e quello che pensano gli altri; tra quello che ti porta alla conquista di una vittoria e quello che, invece, ti porta inesorabilmente alla sconfitta.

Chi dice la verità, sempre secondo me, sfida l’equilibrio che si crea “sul filo di un rasoio”: un equilibrio instabile, tentennante, che oscilla tra due estremi. Chi dice la verità cammina “sul filo di un rasoio”, rischiando di cadere da una parte o dall’altra, ma lo fa con determinazione e sicurezza, perché sa di fare la cosa giusta, che sia per lui o che sia per qualcun altro. Chi dice la verità si mette in gioco, si espone, mette se stesso in balìa degli attacchi esterni e non ha paura di esserne sopraffatto; perché chi dice la verità è dalla verità stessa che trae le forze per rialzarsi sempre, in ogni situazione.

Detto questo, mi piacerebbe utilizzare il blog come, appunto, il filo di un rasoio, proprio per poter dare voce a questa mia idea di verità: un punto di vista oggettivo, un semplice parere spassionato su un qualsiasi argomento (anche preso a caso), un ragionamento su un determinato fatto che, alla fine, possa portare a delle risposte. Il tutto, ovviamente, contornato da tanto umorismo, aspetto che caratterizza non solo il mio modo di essere, ma anche il mio modo di scrivere. Bisogna ridere, nella vita; bisogna prendersi in giro, essere autoironici; bisogna sdrammatizzare e cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto.

E poi, come dice il sottotitolo del blog: “Scherzando si può dire di tutto… anche la verità”! Questa l’ho rubata a Sigmund Freud, tanto per intenderci, e questa è la risposta alla domanda iniziale: qual è il modo più giusto per dire la (mia) verità? Semplice, facendo ricorso all’umorismo. Una verità, anche amara, condita con una buona dose di umorismo è, per quanto mi riguarda, la ricetta ideale per esprimermi al meglio. Non so se funzionerà, ma ci voglio provare.

Per il momento, chiudo – ovviamente – con una citazione del mio scrittore preferito:

“Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità; nessuno ci crede e tutti la prenderanno per pazza!” 

L. Pirandello, “Il berretto a sonagli”

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