Dentro la natura: la microfotografia di Ghizzi Panizza celebrata nel mondo

IN MOSTRA ALLA GALLERIA FOGG ART

Cristalli di roseFiori di campo intrappolati nella rugiada, farfalle e damigelle immortalate in una fredda mattina nel breve istante in cui assumono parvenze umane. E’ il piccolo mondo racchiuso nelle fotografie ‘Drops and Demoiselle‘ in mostra dal 3 al 23 febbraio alla galleria Fogg art- photo gallery.

Alberto Ghizzi Panizza, l’autore, è parmense doc classe 1975 con una passione nel cuore diventata un mestiere nonostante la difficoltà di vivere di fotografia in un Paese come l’Italia. Da qui nasce la voglia e la necessità di viaggiare, di conoscere e catturare ogni attimo attraverso la macchina fotografica, diventata una fedele compagna. Lo spirito cosmopolita lo porta, nel corso degli anni, a collaborare con diverse riviste straniere specializzandosi come fotografo naturalista e paesaggista.
Considerato uno dei migliori fotografi esperti di fotografia macro ha ricevuto, nel corso della sua carriera, diversi riconoscimenti tra cui il primo premio all’Oasis International Photo Constest 2012 nella sezione ‘altri animali’ e il premio come miglior autore assoluto al concorso Fiaf della Città di Follonica 2014; diverse mostre a lui dedicate sono state organizzate in tutta Italia.
‘Drops and Demoiselles’, l’ultima fatica, vuol dire Lumachine e Damigelle e fa il giro del mondo. Sono molte le riviste straniere che ne pubblicano le foto, tra cui Daily Record, Daily Telegraph, Daily Mail, Metro, Huffington post, Le Matin, The Guardian online, Times, Vanity Fair. E dopo aver occupato le pagine di tanti Paesi, le Lumachine e le Damigelle immortalate sulle rive del Po tornano a casa, approdano a Parma.

Il fascino della natura sta nel ricercare le sue bellezze nascoste e nel valorizzare piccoli dettagli che per un occhio distratto risulterebbero insignificanti”. Così Ghizzi Panizza racconta perchè, dopo una carriera da fotografo paesaggista, è passato alla macrofotografia.
La natura vista da così vicino sorprende e anche la semplice rifrazione della rugiada davanti a un fiore o i germogli verde smeraldo del muschio, sembrerebbero irreali. Tutto sta nello scegliere la giusta angolazione capace di cambiare la percezione dell’ambiente.

Ma come si riesce a far sì che dettagli così piccoli risultino nitidi e ben a fuoco? “Nelle macrofotografie la profondità di campo è davvero minima e soltanto una piccola parte del soggetto risulta a fuoco.” Così, per ovviare a questo problema, Ghizzi Panizzi utilizza una tecnica di fotografia digitale, la Focus Stacking,che prevede una serie di scatti messi a fuoco a varie distanze successivamente uniti da un programma. Una sola fotografia può essere composta da trenta immagini. Questa tecnica richiede precisione e molta pazienza. Persino il minimo movimento fra uno scatto e l’altro è percettibile e perciò rovinerebbe l’intero lavoro. “Le ragnatele ornate da piccole gocce di rugiada sono i soggetti più difficili da immortalare, proprio perché basta un soffio di vento per muoverle e spazzarle via.” La profondità di campo, nelle macrofotografie, sfuma tutto ciò che sta dietro al soggetto, rendendo l’immagine quasi irriconoscibile. E’ così che l’arancione di un tulipano o il viola di un ibiscus si uniscono in uno sfondo monocromatico.

Le foto sembrano evocare un mondo incontaminato, idilliaco e inaccessibile all’uomo. In realtà si tratta di luoghi a noi molto vicini: la zona tra Reggio e Parma dove ormai da dieci anni Ghizzi Panizzi si reca per fotografare all’alba. Per fare in modo che sui soggetti non si creino ombre è necessario cogliere la natura alla luce più tenue, quando la rugiada si posa sui fiori e insetti immobili, infreddoliti dall’umida notte. “La parte più interessante del mio lavoro è che i soggetti da fotografare non li scelgo mai prima, colgo ciò che la natura mi offre in quell’istante.”

di Giulia Campisi e Debora Vella

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