Onlyfans: cosa si cela dietro le quinte a luci rosse?
Un social, molti creator e ancora più utenti. Ecco il mondo della piattaforma hard raccontato da chi - anche grazie a quella - si guadagna da vivere
Benvenuti nella new era. Da tempo ormai il mondo del web e dei social influenza in maniera determinante la vita di milioni, o meglio miliardi, di persone modificandone le scelte, i pensieri e indirizzandole verso nuove ed inesplorate realtà. Una di queste è Onlyfans. Chi sui social ci vive – sopratutto su Instagram e Twitter – si sarà sicuramente imbattuto in varie pagine di influencer o normal people che hanno nella propria didascalia un link (singolo oppure che rimanda ad una selezione di vari indirizzi) che vi potrà catapultare in una realtà nuova. Alla stregua di Michael Jordan in Space Jam.
Questa piattaforma, in effetti, sta riscuotendo un successo ormai difficile da ignorare (quasi 25 milioni di utenti) ed il motivo è facilmente intuibile: permette in un modo molto semplice di guadagnare, tramite l’abbonamento di una quota mensile (posta in dollari), in cambio di foto e video del creatore. Il nuovo social – o mercato digitale – basato sull’intrattenimento, non tratta più esclusivamente contenuti audiovisivi, ma anche e sopratutto materiali per adulti.
Che cos’è Onlyfans?
Diffuso soprattutto durante il periodo di pandemia, Onlyfans è un sito web lanciato nel 2016 dalla società Fenix International Limited con sede a Londra. Si basa su una piattaforma virtuale e offre un servizio di intrattenimento molto originale, nel quale i creatori di contenuti pubblicano post con foto e video e danno il via anche numerose dirette streaming su richieste dei propri fans.
É proprio da qui che ha origine il nome “solo per fans” e per lo più, almeno in principio, offriva contenuti di qualunque genere, dai video di fitness alle ricette di cucina. Ora il tutto, però, sembra essersi catalizzato sui prodotti fordidden to 18 years.
Onlyfans infatti è così diffuso nell’ambito dell’intrattenimento a luci rosse proprio per la facilità con cui rende disponibili i contenuti per adulti e senza censure, consentendo a professionisti del porno e della prostituzione digitale il libero arbitrio. Inoltre, Onlyfans non applica una politica particolarmente restrittiva, quindi permette agli utenti di condividere le proprie foto e video semi-nudi o completamente in nudo, in cambio di una quota associativa mensile. La società paga l’80% delle commissioni riscosse al creatore dei contenuti, mentre il restante 20% è trattenuto dalla piattaforma.
La domanda che sorge spontanea è quindi: come può una piattaforma come Onlyfans appunto non essere regolamentata per legge, visto lo scambio di denaro in cambio di contenuti porno? Al momento questa domanda non ha una risposta esaustiva, visto che non sono presenti spiegazioni chiare e complete a riguardo, però questo ci fa riflettere sull’inaffidabilità della piattaforma. Del resto il loro slogan è: “Sign up to make money and interrare with tour fans!” (Registrati per guadagnare ed interagire con i tuoi ammiratori!).
Come funziona
Potersi iscrivere ad Onlyfans è molto semplice: basta cliccare sul link della persona che vorremmo seguire e ci verrà chiesto d’inserire un nome utente ed una password. Se non avessimo ancora effettuato l’iscrizione non ci resta che cliccare su Sign up for Onlyfans.com, inserire il nome (insieme ad un indirizzo e-mail ed una password) ed accettare la Privacy Policy. Il gioco è fatto.
Inizialmente i costi sono pari a zero – ci sono anche dei trial di periodo limitato – e alcune pagine si dichiarano gratuite, ma con il solito giochino che, se si aderisce a quelle, i contenuti saranno limitati e non “aperti” come quelli delle pagine ufficiali a pagamento. Il costo varia, non vi è uno fisso di partenza o un massimale, a deciderlo è il creatore di contenuti. Può andare dai 4$ al mese fino ai 25/30$ in base a ciò che viene proposto. Per potersi iscrivere basta collegare al proprio account una carta di credito dove verrà scalato l’importo maggiorato da una tassa, VAT (I.V.A. in italiano), che varia in base alla Nazione.
Questi però non sono gli unici soldi in ballo. All’interno di un singolo profilo vi sono sì dei contenuti, ma fino ad un certo punto. Infatti, una volta iscritti ad un profilo x, giunge un messaggio nel quale viene spiegata la politica del creatore di contenuti. Una lista, più o meno lunga, all’interno della quale viene proposto un fantomatico ‘menù’ di quanto proposto: video personalizzati, valutazioni, sexting, ecc…. Tutto con dei costi variabili da i 15$ per mezz’ora di chiacchierata intima a semplici tip (mance) per poter godere di una priorità nella risposta ai messaggi. Tutto viaggia sulle ali del denaro.
Quanto si guadagna
Denaro che, dal punto di vista dei creator, può entrare in maniera cospicua: 600-650$ (500-540 euro secondo l’attuale cambio) mensili per loro. Un’entrata del genere può sì rappresentare un arrotondamento – in questa generale fase d’incertezza economica -, ma anche un valido ‘stipendio’ come lavoro continuato. L’arma vincente? Trovare il cliente giusto. Difatti più del 60% degli introiti deriva da ciò che viene venduto/comprato in privato dove il costo di un singolo contenuto può arrivare ad eguagliare/superare quello dell’abbonamento mensile. Il materiale poi non è divulgabile all’esterno, anche se alcuni utenti stanno trovando il modo per aggirare tutto ciò, pena il danneggiamento del produttore di contenuti.
Basti pensare che con un unico video – dalla durata di 2-3 minuti circa – inviato a circa ad una ventina di persone, al costo di 10$, significherebbe un introito pari a 200$ in un semplice click. Per molti tutto ciò potrebbe sembrare irreale vista l’esistenza di siti porno che possono presentare gli stessi contenuti in modo gratuito. La mente umana a volte però risulta indecifrabile, per certi aspetti, e quando ci si fissa su qualcosa – sia essa a pagamento o gratuita – non si fa caso alla differenza.
Tutto ciò può essere però un’arma a doppio taglio. Da un lato un guadagno extra, dall’altro la paura di essere giudicati dalle altre persone. In un Mondo dove ancora la libertà presenta dei limiti lampanti e per certi versi invalicabili, intraprendere un’attività del genere potrebbe portare alla gogna sociale. Molti creator, che al di fuori dei social praticano altre attività, optano per non inserire il proprio link sulla pagina Instagram, ma tendono ad inviarlo nei direct su richiesta. Un mondo per sfuggire alla pubblica piazza? Probabile.
Fuga che non è riuscita a Mila Morrison – 18enne della Saint Luke High School – che, come riporta il sito HollywoodUnlocked, è stata sospesa a causa del suo account Onlyfans. Infatti il Preside della scuola d’indirizzo cattolico ha deciso di prendere provvedimenti per le sue azioni nella vita quotidiana e privata. Può dunque un qualcosa di privato andare ad influire poi sulla vita di tutti i giorni? Parrebbe di sì. L’interrogativo del quotidiano è chiaro: come avrà fatto il Preside a scoprire i contenuti senza iscriversi? Bella domanda.
Il punto di vista interno
Ma come funziona davvero Onlyfans? Per capirlo meglio abbiamo intervistato Fanny Targioni Tozzetti, ragazza 26enne di Milano, iscrittasi alla piattaforma per scelta – non meramente per necessità – il 12 dicembre 2020. Come lavoro principale e, come da lei definito, “convenzionale” svolge un’attività legata al marketing per un’azienda del milanese che rappresenta la sua fonte di guadagno principale. Nel tempo libero ha poi inserito la professione di modella freelance. Visto il brusco calo, causa pandemia, dei servizi fotografici, il passaggio a OF è stato spontaneo e naturale: rifarebbe questa senza alcun indugio.
Entrando nello specifico ci ha inizialmente spiegato come funziona, dal punto di vista del creatore, una pagina di OnlyFans: “È molto simile a Instagram. Vi è una sorta di feed, la possibilità di postare audio (diversamente da Ig) la possibilità di fare storie, messaggiare e così via… Può essere anche free, quindi per visualizzare tali contenuti non è necessario pagare nulla. Il tema però non sono certo i profili free, bensì quelli a pagamento come il mio. Quindi, ricapitolando:un simil profilo ig dove per visualizzare i feed e gli altri contenuti bisogna pagare”. Chiosando: “Un ottimo smacco alle censure imbarazzanti proposte dal social zuchemberghiano“.
Un profilo richiede certamente del tempo: “Sono soldi ‘facili’ a detta di qualcuno, e chiaramente non voglio lanciarmi in paragoni assurdi; c’è lavoro duro e lavoro meno duro. Ma anche veicolare il messaggio che in ‘due minuti si fa soldi’ non è giusto“. Parole chiare, con le quali poi ha voluto specificare: “Parlo per la mia esperienza, che si rifà prettamente alle foto di nudo. Va scelto il materiale, seguendo chiaramente delle logiche (ho postato ieri? Cos’ho postato? Ha senso postare anche oggi? E cosa?) e vi assicuro che non è così immediato. Una volta scelto, va postato in primo luogo su OF e dopodiché censurato molto bene e postato su Instagram, con conseguente storia e collegamento al post e grandissimo spirito di inventiva per far trapelare il messaggio ehi questo contenuto è senza censura su un sito che non ti posso nominare o mi bannano“. Sì, perché Instagram ha recentemente inasprito le già dure condizioni di utilizzo della piattaforma, vietando la condivisione di riferimenti alla tua pagina OF e anche Twitter.
Un’organizzazione certosina che non termina qui: “L’ultima fase del mio postare un contenuto riguarda proprio Twitter. Il contenuto qui viene censurato in modo un po’ più ‘libertino’, condiviso con un riferimento specifico, ad esempio la condivisione del link stesso di OF. Per la mia esperienza – modeling e foto di nudo – gestisco tutto da sola, ma altre figure come personal trainer o chi pubblica contenuti per adulti possono pure farsi aiutare. Il tempo da dedicare non è poco ed inoltre fidelizzare, base per far funzionare OF, non è semplice“.
Un’entrata extra, che ha bisogno d’essere seguita. Ad oggi – basandosi sulla sua esperienza – non sembrerebbero esserci dei vincoli tra la stessa piattaforma ed il creatore di contenuti: “Non mi è mai capitato di dovermi informare sulla parte “legale” e non sono la persona più esperta a cui domandare. Comunque, considerate che la scelta di aprire OF è a monte di 5 anni nel mondo della fotografia di nudo, quindi ho potuto permettermi questa decisione ‘a cuor leggero’ non pensando di incappare in situazioni che mi portavano a chiudere il profilo. Francamente quel momento non lo vedo minimamente vicino. In sintesi non credo sia vincolante in nessun senso, deciso di cancellare tutto lo puoi fare”.
Nello specifico, però, qual è il guadagno? Le cifre vengono così ripartite: “OF percepisce il 20% di tutto quel che guadagni (abbonamenti o tips). Va però sottolineato che il guadagno è in dollari, il che per noi creators italiani non è proprio il massimo. Teniamo poi anche presente il costo della transazione di denaro intercontinentale, che non è molto conveniente”.
Un lato preso poco in considerazione è la vita di coppia legata ad una piattaforma di questo tipo. Ci possono essere delle interferenze? Il pensiero di Fanny è chiaro: “Ho conosciuto il mio compagno solo un anno fa circa, facevo foto di nudo già da 4 anni. Quindi sicuramente non è stata chissà che rivoluzione, l’apertura del profilo OF. Il problema vero è il tempo da dedicare, una persona spesso e volentieri appiccicata allo smartphone è una cosa insopportabile. Quindi se ci sono discussioni sono più legate al tempo investito che sul contenuto condiviso”.
Solo questione di tempo, nessuna gelosia: “Sicuramente aiuta anche il fatto che, seppur fidelizzo, fidelizzo amichevolmente. Non offro servizio di sexting. Ti vendo le foto e fai quel che più credi giusto. Se è autoerotismo non condividerlo con me, se no la reputo molestia. Vale la pena iscriversi alla mia pagina se apprezzi il mio modo di fare fotografia e il mio modo di mostrarmi. Non faccio pornografia, ma condivido qualche contenuto di fetish. Quindi se sei una/un fan di una mia parte del corpo non tradizionalmente sessualizzata (non genitali) possiamo concordare la creazione di contenuti ad hoc”.
La risposta da parte del pubblico, a questa determinata strategia di pubblicazione, è buona. A volte però si creano delle discussioni sui prezzi di alcuni contenuti: “La discussione è sempre dietro l’ angolo Che ti costa solo una foto? Ci metti due minuti a farla, sì e intanto tu stai percependo un contenuto personalizzato a puntino, scattato per te, da una persona che hai scelto tu. Lo considero un bene di lusso e quindi è giusto che venga pagato. Un mio video fetish non costa poco, ma ci mancherebbe anche”.
Conclude poi con un’analisi sul suo pubblico: “Attualmente ho circa 120 iscritti, a maggioranza uomini, che spesso mi dicono di condividere il mio materiale con le loro mogli, ragazze…La cosa, non lo nego, mi lusinga non poco. Per lo più è un pubblico ben educato. Credo sia possibile avere fans che dalle tue foto traggono più benefici ed emozioni. Ricevo commenti meravigliosi di gente che va oltre il nudo e capisce il messaggio della fotografia”.
di Simone Puccio e Riccardo Cisilino
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