Incel: la comunità dei ‘celibi involontari’ racconta un problema

Un fenomeno sociale complesso e delicato, del quale forse si ha un'idea confusa o erronea: il professor Fausto Pagnotta ha fatto chiarezza

Nei meandri di quell’infinito e variegato mondo che è l’internet, può capitare che prendano vita comunità virtuali – se non vere e proprie subculture – che talora possono espandersi ben oltre i confini del mondo digitale e riversarsi in quello reale. Il tutto, ovviamente, non senza conseguenze. Una di queste, della quale si sente parlare già da qualche anno, è quella rappresentata dal fenomeno (e dall’ideologia) Incel.

Di cosa si parla quando si parla di Incel

Il termine “Incel” è la contrazione dell’espressione inglese involuntary celibate, traducibile letteralmente come “celibe involontario”. È stato coniato nel 1993 da una studentessa dell’Università di Ottawa che, firmandosi con il nome di Alana, creò un forum chiamato Alana’s involuntary celibacy project per dare supporto alle persone in cerca di un partner, ma utilizzato anche come valvola di sfogo per le frustrazioni amorose. Nasce quindi come movimento utile e di sostegno. Il termine rimane impopolare fino a quando, intorno al 2013, iniziarono a formarsi comunità e gruppi di incel sul web che davano però spazio a contenuti sessisti e razzisti, trasformando questa frustrazione in violenza e odio.

Per approfondire più nel dettaglio l’argomento abbiamo deciso di rivolgerci al Professor Fausto Pagnotta, sociologo e docente a contratto di Sociologia delle disuguaglianze di genere, oltre che membro del Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale dell’Università di Parma.

Fausto Pagnotta

Il professor Fausto Pagnotta

Il termine Incel “oggi identifica una variegata categoria di persone che si riconoscono nella condizione di maschi, eterosessuali e, appunto, ‘celibi involontari’, caratterizzati da un’accentuata disistima verso sé stessi e da un radicato sentimento di inadeguatezza rispetto ad altri esponenti del genere maschile considerati più ‘performanti’ a livello di riconoscimento sociale, ma soprattutto inadeguatezza rispetto al genere femminile per il fatto di non riuscire a instaurare una relazione sentimentale e/o sessuale con le donne”, spiega il professore.

Negli ultimi anni, soprattutto nel contesto americano, il fenomeno si è reso noto anche per alcuni episodi violenti, in cui giovani uomini che si (auto)definivano incel si sono resi protagonisti di efferate stragi. “Sarebbe tuttavia sbagliato e fuorviante – sostiene il professor Pagnotta – credere che tutti coloro che frequentano, soprattutto sul Web, i gruppi Incel siano dei potenziali stragisti, dato che la categoria abbraccia una molteplicità di persone con diverse gradualità di esasperazione rispetto alla condizione in cui si riconoscono. Una esasperazione che arriva fino a gravi forme di misoginia. Il tessuto sociale dei gruppi Incel sembrerebbe alquanto eterogeneo, tuttavia coloro che ne fanno parte sono fortemente connotati dal ‘sentimento dell’esclusione sociale‘ e dalla conseguente frustrazione, nonché dal risentimento che ne derivano”.

Un difficile rapporto con la società

Quello degli Incel è un fenomeno prettamente maschile: “Se prendiamo in considerazione il contesto occidentale americano in cui il fenomeno è balzato per la prima volte alle cronache non possiamo non considerare l’alto tasso di competitività che ricade sugli uomini e sulle donne, fin dalla più giovane età, e questo attraverso altrettanti stereotipi di genere che ne codificano le aspettative da parte della società così impostata”. Anche il genere maschile, quindi, è sottoposto a determinati stereotipi, ancora profondamente radicati nella società, americana ma anche occidentale.

Ad esempio, “in diversi contesti vige purtroppo ancora l’idea che l’uomo considerato di ‘successo’ nel gruppo dei pari sia quello che riesce ad intrattenere più relazioni sessuali o amorose. Ci troviamo di fronte per l’ennesima volta alla legittimazione dello stereotipo dell’ ‘uomo conquistatore’ in perenne competizione con gli appartenenti al suo genere, e soprattutto del conseguente stereotipo della donna ‘trofeo’ e ‘preda’, che di fatto la relega in una condizione degradante ed oggettivata. Gli uomini che non riescono a sostenere le performance imposte dai modelli sociali dominanti in termini affettivo/relazionali o sessuali vengono progressivamente stigmatizzati come ‘perdenti’ ed esclusi ed emarginati a livello sociale. Molti di questi trovano nei gruppi Incel spazio per dar sfogo alla propria sofferenza e frustrazione, che spesso si tramutano in rabbia, odio, e in certi casi in vere e proprie forme di violenza“.

Incel

Da Wikimedia Commons

Ma, ovviamente, questo fenomeno non è né esclusivamente occidentale né esclusivamente contemporaneo: come spiega Pagnotta, “il fenomeno degli Incel così come è strutturato e si manifesta ha delle sue specificità che soprattutto nel Web inteso come spazio globale di relazione possono oltrepassare il contesto prettamente occidentale, tuttavia non si può negare che l’atteggiamento misogino e lo sviluppo di forme d’azione discriminatorie e violente nei confronti delle donne si siano diffusi ampiamente in varie epoche e in più contesti sociali e culturali e ancora oggi lo sono. L’impegno contro questi fenomeni deve essere sempre più posto in una prospettiva globale e quindi transculturale”.

Un difficile rapporto con le donne

Molti membri di gruppi Incel fanno riferimento alla teoria LMS, acronimo di Look, Money, Status: questi sarebbero i soli tre elementi (ovvero aspetto fisico, condizione economica, status sociale) che attrarrebbero una donna. Di conseguenza, l’uomo che non possiede queste caratteristiche, sarebbe destinato a rimanere solo e vergine per tutta la vita. Naturalmente, oltre che essere una teoria maschilista, è anche una teoria non scientifica.

I modi di rappresentazione irrealistici – in cui abbiamo uomini e donne strettamente codificati e stereotipati – proposti dal cinema, dalla televisione, dalle pubblicità o dai social media, sono fattori che contribuiscono a rafforzare il pensiero Incel: “Non credo si possano fare semplicistiche equazioni tra modelli dominanti a livello mediatico e la teoria LMS – spiega Pagnotta – tuttavia non possiamo non sottolineare come in larga parte i modelli mediatici più diffusi veicolino proprio Look, Money and Status come obiettivi di potere a cui ambire per avere successo e riconoscimento sociale. E questo riguarda entrambi i generi”.

Continua il professore: “i gruppi Incel vedono nel femminismo e soprattutto nei movimenti di emancipazione della donna a partire dal ’68 alcune tra le maggiori cause che, secondo la loro prospettiva, hanno portato alla difficoltà di parte del genere maschile di poter intrattenere rapporti con le donne perché rese più libere nella scelta/selezione del partner e quindi maggiormente escludenti”.

Per quanto riguarda invece il rapporto degli Incel con l’omosessualità, vi è un’altra teoria a cui essi fanno riferimento, quella cosiddetta RedPill, (“Pillola Rossa”, dal film Matrix, dove grazie a una pillola di colore rosso il protagonista prende coscienza della realtà). “Secondo questa teoria – spiega Pagnotta – l’omosessualità è differenziata in rapporto al genere: se per quello maschile è considerata come orientamento naturale e parallelo a quello eterosessuale, invece per quello femminile non è considerata come condizione naturale ed è squalificata”.

La donna viene quindi considerata un oggetto di desiderio e la sua mancata conquista porta l’Incel ad essere frustrato per le aspettative disattese. E questa situazione spesso si manifesta in forme radicali ed estreme di odio e violenza Di conseguenza, ad accomunare le persone che si autodefiniscono Incel è un senso d’inferiorità, d’impotenza e d’insicurezza nei confronti del genere femminile. Questo è lo specchio di un mondo maschile sempre più in crisi d’identità dovuta alle pressioni sociali di certi stereotipi.

Frustrazione

Foto di John Hain da Pixabay

Questo fenomeno dev’essere contestualizzato in una società che rende ogni individuo vittima di un pressante sistema di competitività sociale e di una necessaria prestazione performante secondo modelli esasperati ed esasperanti, promossi da una certa cultura aggressiva di mercato. Sostiene Pagnotta: “sembra paradossale date le difficoltà e l’impegno per raggiungere la parità di genere e per contrastare la violenza contro le donne, ma bisogna iniziare in modo organico e strutturale a porci oggi il problema della fragilità e della vulnerabilità maschile“.

Un problema di cui non si parla

Essendo quello degli Incel un fenomeno relegato quasi esclusivamente a qualche zona di Internet, non molti sanno di cosa si tratta ed è anche per questo che lo si tende a sottovalutare. Ma questa è la strada più sbagliata da percorrere. Pagnotta avverte che “la principale conseguenza di una sottovalutazione del fenomeno è lasciare spazio alla progressiva radicalizzazione e soprattutto diffusione delle forme misogine che lo contraddistinguono”.

Questo problema va affrontato. Pagnotta suggerisce di lavorare su due piani: innanzitutto preventivo, a livello educativo e formativo; in ambito scolastico, fin dalla più tenera età, si dovrebbero inserire percorsi di educazione socio-relazionale ed emozionale: molti giovani non hanno gli strumenti adeguati per imparare a gestire e comprendere le forti emozioni e pulsioni che l’adolescenza porta con sé. In secondo luogo, “sull’ottimo esempio dei Centri LDV (Liberiamoci dalla Violenza) dell’Ausl, dedicati agli uomini maltrattanti, bisognerebbe pensare a percorsi specifici sul territorio che intercettino e accolgano queste nuove forme di malessere e solitudine relazionale ed esistenziale. Il fenomeno Incel, con il suo portato di sofferenza, non va giudicato, ma piuttosto approfondito e affrontato con strumenti adeguati perché parte e frutto della società in cui viviamo e non qualcosa di esterno ad essa”.

 

di Elisa Carlino e Alessandro Volpari

2 Commenti su Incel: la comunità dei ‘celibi involontari’ racconta un problema

  1. I ragazzi incel sono condizionati non da stereotipi ma dai modelli e canoni estetici presenti sui social
    L articolo denota poco interesse nei ragazzi incel ma sembra che metta più in primo piano gli effetti sulle donne.
    Gli incel sono una conseguenza di una società ginocentrica.
    Il fatto che gli uomini lottano per conquistare è sempre esistito ma non ha mai creato certi problemi infatti anche nelle vecchie foto si vede che gli uomini erano anche brutti ma non contava nulla l aspetto.
    È abbastanza ridicolo dire che la donna sia oggettificata per il fatto che un uomo la desideri forse chi la pensa così non sa cosa sia l attrazzione e il deaiderio di conquistare altre persone.
    È incredibile che oggi cercare di conquistare competere tra maschi venga definito oggetivizzare la donna.
    I pensieri espressi da pagnotta sembrano quasi un pretesto per non ammettere che il cambio della società sia la conseguenza dell esistenza degli incel.
    La realtà è che un tempo nei film veniva mostrato un uomo qualsiasi anche rozzo e brutto mentre ora il femminismo ha oggettivato fisicamente l uomo e tutti gli attori hanno tutti tratti precisi per nulla carismatici ma per lo piu dei bei faccini per nulla virili
    Questo nuovo canone impostato dall america sta causando questo fenomeno incel prima non succedeva.
    Inoltre nei social si propone lo stesso canone che piace all massa ma fa soffrire chi non è all altezza di quell estetica.
    Come soffrono anche le donne vedendo canoni fisici incredibili.
    Il problema qui non viene affrontato ma sbra solo una scusa per tirare in ballo che sia tutta colpa degli stereotipi
    Ma non è così.
    La società moderna ha imposto canoni precisi e basta i film vecchi avevano uomini virili e quindi brutti che davano carisma mentre i bellocci non hanno nessun carisma in pratica il nuovo modello di uomo è belloccio e femmineo questo esclude in pratica ogni maschio che non rientri in canoni lineati.
    Bisogna essere realisti e capire i danni he ha fatto il femminismo a queste persone che si definiscono incel.
    E questo tipo di articolo dice che bisogna conoscere e pevenire il fenomeno incel non per aiutare i ragazzi che soffrono o per scoprire i danni del femminismo
    Ma per il semplice fatto che potrebbe sfoggiare nella misoginia
    La stessa società ginocentrica che vuole nascondere gli effettivi problemi e allontanare i ragazzi dal mondo incel per evitare che si ribellino e che possano cambiare il mondo dove hanno anche loro la possibilità di vivere una vita normale

  2. Incel Qualunque // 10 luglio 2023 a 22:03 // Rispondi

    Che le donne prediligano uomini belli e benestanti, o almeno una delle due cose, non sembra uno stereotipo misogino, ma semmai un’ovvietà.
    Il misogino, in ogni caso, non è necessariamente omofobo. Jack Donovan, assai influente sulla “manosphere”, è un saggista dichiaratamente misogino e fascista, ma anche omosessuale (anzi, dice lui, “androfilo”).
    Quanto a maltrattare la compagna, gli incel non potrebbero neanche volendo, per il semplice fatto che non ce l’hanno. E se ne trovassero per miracolo una la venererebbero come una benedizione celeste. Semmai sono i dongiovanni, spesso, a bistrattare le donne, data anche la facilità con cui possono avvicendarle.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*