The Falcon and the Winter Soldier: tra azione e politica

Gli “alleati” di Capitan America sono finalmente i protagonisti di una sorprendente miniserie originale.

© Marvel Studios

Dopo Wandavision, è arrivata la seconda serie della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe targata Disney+. Creata da Malcolm Spellman e diretta da Kari Skogland, originariamente The Falcon and the Winter Soldier avrebbe dovuto essere la prima a sbarcare sulla piattaforma streaming, ma l’emergenza sanitaria ha modificato tale programmazione. Infatti, le riprese sono iniziate a ottobre 2019 ad Atlanta, per poi spostarsi nella Repubblica Ceca a marzo 2020. In primavera la produzione è stata interrotta proprio a causa della pandemia di COVID-19 e le riprese sono ricominciate solo nel settembre 2020. Alla fine, però, l’attesa dei tantissimi fan della Marvel è stata soddisfatta: come per la serie precedente, i sei episodi sono stati rilasciati a cadenza settimanale, dal 19 marzo al 23 aprile.

Un’eredità importante

Qui protagonisti sono gli storici alleati di Steve Rogers/Capitan America, Sam Wilson, alias “Falcon”(interpretato da Anthony Mackie) e Bucky Barnes, noto come Winter Soldier o Soldato d’Inverno (Sebastian Stan): il primo è un militare che, grazie a una particolare tuta alata, è specializzato nei combattimenti aerei; il secondo è un super soldato dotato di un braccio di vibranio, un metallo immaginario dell’Universo Marvel. Abbiamo già visto entrambi nelle pellicole incentrate sul supereroe a stelle e strisce, ma anche in Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame (2019).

scudo

© Marvel Studios

Proprio nella conclusione di Endgame, Rogers affidava il suo scudo a Sam ed è da questo passaggio di testimone che riparte la miniserie televisiva. Falcon sente il peso di questo simbolo, anche perché gli sembra “appartenere a qualcun altro” e lo consegna al governo statunitense. Barnes non è d’accordo con tale suo gesto e ciò crea tensione tra i due protagonisti.

Vecchi e nuovi personaggi

Il governo affida dunque lo scudo di Rogers all’ufficiale della marina statunistense John Walker (Wyatt Russell) presentandolo al pubblico come il nuovo Capitan America. Con lui i due protagonisti si trovano ad avere a che fare nel corso delle vicende della serie. Al contempo, essi devono collaborare anche con due personaggi già visti nei film dedicati a Capitan America, ovvero il Barone Zemo (Daniel Brühl) e Sharon Carter (Emily VanCamp).

© Marvel Studios

L’obiettivo comune a tutti questi personaggi, infatti, è affrontare la super criminale Karli Morgenthau (Erin Kellyman), leader del gruppo terroristico Flag-Smashers, che lottano per abbattere i confini tra le nazioni. Metà della popolazione universale era stata spazzata via dal titano Thanos durante gli eventi di Infinity War, ma tutti erano ritornati dopo cinque anni con il “blip” in Endgame. La Morgenthau vuole essere presentata come una “cattiva” che, però, ha “buone” intenzioni. Tuttavia, la sua caratterizzazione è un po’ semplicistica: mancano molti dettagli nella storia di Karli e anche dei suoi seguaci, il che li rende degli antagonisti che, più che combattere per la libertà, uccidono persone innocenti senza farsi troppi problemi.

Qualità e impegno politico

La sceneggiatura è un po’ discontinua: ci sono episodi che procedono con un ritmo abbastanza veloce e altri che, giustamente, si prendono il tempo necessario per narrare le vicende dei vari personaggi. In questo modo, oltre che la vita “supereroistica” di Falcon e del Soldato d’Inverno, gli spettatori assistono anche al lato più umano dei protagonisti: Bucky sta cercando un suo equilibrio interiore, dopo i crimini commessi quando era sotto il controllo dell’organizzazione terroristica HYDRA, e segue un percorso di terapia psicologica; Sam invece vorrebbe essere maggiormente d’aiuto alla sorella, che si trova in difficoltà economiche a causa dell’attività di famiglia che va a rilento.

Visivamente la serie è realizzata in maniera eccellente. Le coreografie delle lotte corpo a corpo, che riguardano soprattutto il Soldato d’inverno, sono ottime e le sequenze action dei combattimenti aerei con protagonista Falcon sono spettacolari. La serie, insomma, è di grande qualità e lo dimostrano i 25 milioni di dollari di budget per ogni episodio. Non c’è da stupirsi: lo stesso Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, ha descritto la serie come “un’esperienza cinematografica”.

bucky

© Marvel Studios

Ma l’aspetto forse più particolare di tutta la serie è lo schierarsi apertamente contro il razzismo. Nel franchise del Marvel Cinematic Universe l’argomento non era mai stato affrontato così apertamente. In particolare, scopriamo la storia di Isaiah Bradley (Carl Lumbly), uomo di colore che come Steve Rogers era un super soldato, ma che, rispetto a quest’ultimo, aveva ricevuto tutt’altro trattamento: mai glorificato, oggetto di sperimentazioni per trent’anni e poi dimenticato, nonostante avesse servito il Paese. La sua storia fa capire a Sam il perché non si sentisse veramente a suo agio con lo scudo di Steve: in cuor suo è convinto che nessuno accetterebbe un Capitan America nero. Tematica, quella del razzismo, affrontata nel corso di diversi momenti molto potenti della serie. In una di queste scene, infatti, mentre i due protagonisti parlano per strada, giungono sul posto due poliziotti, che chiedono i documenti solo all’uomo di colore, temendo che Sam stesse infastidendo Bucky. Il personaggio di Falcon, dunque, ci fa aprire gli occhi sulle discriminazioni che gli afroamericani vivono ancora oggi.

La serie è stata complessivamente molto apprezzata e, a seguito di questo successo, è stato annunciato un quarto capitolo cinematografico dedicato a Capitan America. Per ora i numerosi fan della Marvel sono in attesa di Loki, nuova serie originale Disney+, con protagonista il Dio dell’inganno, che debutterà sulla piattaforma digitale mercoledì 9 giugno.

di Lorena Polizzotto

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*