Progetto LILS: l’inclusività a portata di segno

All'Università di Parma nasce la Laurea per Interpreti nelle Lingue dei Segni

Ultimamente si sta parlando molto della lingua dei segni, anche alla luce del decreto bis per la tutela della Lingua dei Segni Italiana (LIS) approvato lo scorso 5 maggio dal Senato. Ma che cos’è una lingua dei segni?

Una lingua segnata è un sistema linguistico a tutti gli effetti. E’ fatto di segni, movimenti ed espressioni e coinvolge mani, braccia e viso, viene utilizzata dalle comunità di sordi segnanti per comunicare fra loro o con persone udenti. Occorre precisare che non esiste una sola lingua dei segni: secondo Glottolog, un’organizzazione specializzata in informazioni geolinguistiche, esisterebbero 168 lingue dei segni diverse tra loro. Infatti ogni comunità di parlanti ha la propria, come avviene per le lingue vocali associate a Stati e territori – come l’italiano per esempio – ma fino a 40/50 anni fa erano perlopiù legate a gruppi di segnanti di determinati istituti, ad esempio l’Istituto per sordi di Bologna. Le differenze risiedono soprattutto nel lessico, ma l’intercomprensione – la capacità di due persone di comunicare tra loro con successo parlando ciascuno nella propria lingua –  rimane comunque abbastanza stretta. Per esempio la LIS e la lingua dei segni spagnola, per la parola ‘albero’, fanno riferimento al tronco che si dirama, mentre la lingua dei segni americana e quella australiana rimandano alle fronde e alla chioma. Tutti e quattro i casi quindi vengono associati alla parola ‘albero’, anche se hanno punti di vista diversi, il concetto che ne sta alla base è lo stesso.

L’esempio dell’Università di Parma

LILS acronimo di ‘Laurea per Interpreti nelle Lingue dei Segni’ – è un corso di laurea in Scienze della Mediazione Linguistica per traduttori e interpreti delle lingue dei segni internazionali (Classe L12). E’ supervisionato dall’Università di Parma e coordinato dall’ente di ricerca no-profit  OSSMED, l’Osservatorio Nazionale sulla Mediazione Linguistica e Culturale. Al progetto contribuiscono attualmente anche il Centro Ricerche, l’Innovazione Tecnologica e Sperimentazione (CRITS) della RAI di Torino, l’Istituto Statale per Sordi di Roma, l’Istituto per Sordi di Torino e la sede di Fermo della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici San Domenico. 

“Tale progetto – sostiene Davide Astori, docente di Linguistica generale e Interlinguistica presso l’Università di Parma – si misura con almeno cinque sfide: 1. introdurre un percorso di studi di taglio universitario che colmi il nostro gap, riguardo l’insegnamento delle lingue segnate, con il resto d’Europa; 2. creare un ecosistema educativo inclusivo che accolga sia gli studenti udenti che quelli sordi; 3. approfondire la ricerca riguardante le lingue segnate; 4. elaborare un lessico di frequenza della LIS e di un dizionario per scopi accademici; 5. ridefinire l’identità professionale dell’interprete di lingue segnate. Il progetto LILS, primo corso a livello nazionale di titolo di studio equipollente a una laurea triennale, è stato scelto durante l’anno accademico 2020-2021 da 20 studenti circa, al cui interno spiccavano anche degli studenti sordi”.

Non solo LIS

Il corso di laurea, oltre ad erogare corsi bilingui – in italiano e nella lingua dei segni – si propone per il suo taglio trasversale: oltre a studiare la lingua dei segni italiana studia anche la ASL, la lingua dei segni americana. Oltre allo studio della lingua in sé si approfondiscono materie quali: pedagogia, informatica applicata, storia della lingua italiana, linguistica italiana, linguistica generale e semiotica. Tra gli esami del secondo anno, secondo il professore Astori, troviamo una ‘chicca’: un progetto in itinere avente come fine l’apprendimento della LIS tattile – specialità micro settoriale – utile per migliorare la comunicazione con i soggetti sordociechi.

Fra le altre discipline studiate troviamo anche teoria e tecnica della sottotitolazione, logopedia, pedagogia specializzata e la lingua italiana per sordi. Menzione speciale per il glottodrama, il progetto con l’obiettivo di studiare una tecnica di insegnamento sperimentale basata sull’apprendimento delle lingue attraverso tecniche laboratoriali usate in campo teatrale, al fine di sfidare con successo le maggiori difficoltà psicologiche e fonetiche nell’apprendimento delle lingue straniere. Il metodo è stato sviluppato e validato scientificamente da un partenariato internazionale finanziato dalla Commissione Europea.

Foto di theblondesalad.com, Dino Giglioli (nella fotografia in basso al centro) e il cast completo per la realizzazione del video “La Differenza – LIS” di Marco Ligabue

Il primo incontro con la LIS

Prima ancora del progetto LILS, l’Università di Parma si era da sempre contraddistinta per l’attenzione rivolta alle lingue segnate. A tal proposito il professore Astori ci racconta che “Il 13 Aprile del 2012 venne organizzato, nell’aula magna della nostra Università, un incontro con Emilia Caronna – delegata del Rettore nell’ambito specifico – la quale trattò di molti temi, insieme agli specialisti presenti, circa la sordità e l’inclusione. Oltre all’intelligenza della Caronna, grande importanza ebbe Dino Giglioli, esperto di caratura internazionale e raffinato interprete, nell’aumentare l’interesse della nostra Università nei confronti della LIS”. Il corso di lingua dei segni italiana, tenuto dall’esperto Dino Giglioli presso il dipartimento di Humanities – ora DUSIC – è stato riattivato sotto la denominazione di “fondamenti di lingua dei segni italiana” come attività didattica trasversale, facoltativa per tutti gli studenti iscritti ai corsi di studio dell’Università degli Studi di Parma. 

 

Foto di www.donne.it

La lingua dei segni nella contemporaneità

Nonostante siano poche le persone ad approcciarsi allo studio di una lingua segnata, sono molti gli esperti che cercano di far conoscere le opportunità che offre la LIS. Il professore Astori racconta infatti di Rosaria Giuranna, poetessa eclettica di origine siciliana che, componendo poesie adoperando solo la LIS, fa capire la pregnanza di simboli intrinseca alle lingue dei segni possedute da nessun’altra lingua: “sono stati i miei genitori, entrambi sordi, a trasmettermi il valore delle storie: mi raccontavano dei film che vedevano, le cui storie le riportavo in lingua dei segni ai miei compagni di scuola. Se mi accorgevo che la loro attenzione cominciava a calare, allora spontaneamente trovavano qui strategie nell’eseguire il mio racconto riportando così i loro occhi su di me. Quando a scuola mi venivano proposte brevi poesie in italiano ero convinta di dover riportare la stessa brevità anche nella sua versione in lingua dei segni, ma mi accorgevo che più seguivo l’italiano più mi sfuggiva il senso profondo”.

Rimanendo nell’ambito dell’arte, spicca all’interno del mondo della musica l’interprete Mauro Iandolo che, durante la settantesima edizione del festival di Sanremo, ha tradotto nella lingua dei segni il brano “Dov’è” portato in gara dalla band Le Vibrazioni. Figlio di due genitori sordi, Iandolo apprende fin da piccolo la lingua dei segni divenendo – in base a quanto detto da lui stesso in un’intervista rilasciata al programma Rai “Vieni da me”, un ‘udente di cultura sorda’. L’obiettivo di Iandolo è semplice: grazie alla sua abilità di cantare con i segni vuole testimoniare la capacità della musica di essere universale.

Nel campo letterario è proprio il professore Davide Astori a dare il suo contributo con la partecipazione a un incontro – organizzato dalla Biblioteca Statale di Cremona – avente il titolo di “Amore in tutti i SENSI: lingua, lettura e inclusione“. In questa occasione, oltre a discutere  della LIS e a dare qualche informazione circa la comunità dei sordi, approfondisce l’importanza della LIS nel campo letterario corredando il suo discorso con la lettura di Pietro Celo del V canto dell’Inferno Dantesco, a dimostrazione del fatto che l’uso di una lingua segnata invece di esautorare la potenza semantica del testo, la va ad arricchire di ulteriori significati provenienti dalla gestualità.

di Arianna Galeotti e Carmen Stagnitti

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