ITsART: guardare la cultura come una serie TV

Come il Mibact e Chili sono riusciti a rendere il patrimonio culturale e artistico italiano tanto accattivante quanto una nuova uscita Netflix

Il 12 gennaio 2021 il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha annunciato la creazione di ITsART, una piattaforma culturale e digitale. Il Ministro da tempo aveva reso pubblico il suo desiderio di creare una libreria di contenuti culturali e artistici che fosse digitale, ma quell’annuncio ha rappresentato la prima vera concretizzazione di tale idea. Infatti, quello che la piattaforma si propone di fare è riunire in un unico sito spettacoli teatrali e di danza, concerti di musica classica e pop, visite virtuali ai musei e pure dei film. 

Un grande ostacolo al sogno digitale di Franceschini era sempre stato la scarsa digitalizzazione del settore culturale e artistico italiano: tra chi riteneva non fosse necessaria e chi la considerava un pericolo, erano davvero poche quelle realtà del settore che offrivano un archivio o un catalogo online dei propri prodotti. 

Eppure, molte hanno dovuto cambiare idea nel 2020. La pandemia ha portato alla chiusura prolungata di musei e teatri, facendo fermare le tournée delle compagnie e impedendo di aprire le esposizioni temporanee. In questo momento di crisi, sempre più realtà hanno provato a trasmettere i loro contenuti offrendoli online. Anche a Parma c’è stato chi ha organizzato delle visite virtuali, come lo CSAC-Centro di Studio, Archivi e Comunicazione che ha dato la possibilità di esplorare da casa la mostra “Design! Oggetti, processi, idee”, o chi ha organizzato eventi senza pubblico trasmessi in televisione, come il concerto in Piazza Garibaldi del 25 aprile 2020.

Grazie a questa scoperta delle opportunità del mondo virtuale, molti protagonisti della scena culturale italiana hanno imparato ad apprezzare le risorse date dalla digitalizzazione – giusto in tempo per la nascita di ITsART.

Il Netflix della cultura

It’s Art viene definito dal Ministro Franceschini il ‘Netflix della cultura’ per via della sua natura di piattaforma OTT, (Over-the-top), ma con il colosso americano, il progetto italiano condivide solo vagamente l’aspetto e l’idea alla base. Infatti, anch’essa fornisce agli utenti un catalogo di prodotti audiovisivi tra cui scegliere, molto eterogenei e dedicati ad audience diverse. Queste similitudini sono vincenti in quanto rendono l’utente più a suo agio con l’interfaccia della piattaforma, che, proprio come Netflix o Prime Video, divide la sua offerta in sezioni, presenta una barra di ricerca e a volte offre informazioni come il cast o dei contenuti extra come dei fotogrammi.

I contenuti presenti sono più di 700 questi contenuti si dividono in tre macrocategorie: Palco, Luoghi e Storie. L’offerta spazia dai più classici film e documentari, con uno spazio dedicato ai nuovi talenti del cinema italiano e uno al festival Giffoni per i più giovani, dalle narrazioni delle collezioni di musei e siti importantissimi come il Museo Egizio di Torino o gli scavi di Pompei, passando per spettacoli di ogni genere. Dall’opera alla danza, dai concerti di artisti contemporanei come Emma Marrone agli omaggi a Beethoven e Mozart, dal teatro ai festival musicali come il Maggio Fiorentino o il Festival Verdi.

Questa unione di contenuti classici e contemporanei e di un’interfaccia con cui l’utente ha già familiarità aiutano a “svecchiare” le proposte presenti, rendendo anche un concerto classico od un’opera lirica più accessibile e interessante per un pubblico non esperto in materia. Infatti, per entrare nel mondo dell’opera non servirà più un abito elegante ed un biglietto costoso, ma basterà un click dal proprio divano per provare gratuitamente o quasi un’esperienza nuova.

Ma sono le differenze tra ITsART  e i più noti Netflix e Prime Video che rendono il primo un progetto vincente.

Difatti l’errore era facile: realizzare una piattaforma che si dedicasse più all’intrattenimento che alla cultura, snaturando così l’obiettivo e le motivazioni che hanno portato fino alla sua creazione. L’offerta di ITsART è sì estremamente varia e pensata per diversi target, ma non si abbassa mai di livello. Si spazia dal teatro alla musica, al cinema, alla danza, insomma, ad ogni forma d’arte, eventi sia dal vivo sia on-demand, si trovano contenuti per adulti e per bambini, per esperti e non, ma ogni contenuto è caratterizzato proprio da una certa qualità.

Inoltre, si può usufruire di tutto questo gratuitamente – basta registrarsi alla piattaforma. Alcuni contenuti sono a pagamento, disponibili sia al noleggio sia alla vendita, ma molti prodotti sono davvero alla portata di tutti.

Guardare la cultura

La vastità e l’importanza nel patrimonio artistico italiano è ben nota a tutti, sebbene sia quasi impossibile poterlo apprezzare nella sua interezza. Banalmente, andare ad uno spettacolo o ad una mostra costa; e non c’è solo il prezzo del biglietto, ma anche quello del trasporto. Come si possono apprezzare i tesori della Galleria Nazionale di Roma o del Museo Archeologico di Napoli, se non ci si può permettere di viaggiare, magari pernottare una notte perché non ci sono abbastanza collegamenti? O come si può assistere ad un concerto di Zubin Mehta al Teatro alla Scala se i biglietti sono andati subito sold out oppure non ce li si può permettere?

Certo, ITsART non vuole sostituirsi allo spettacolo dal vivo, anzi. Non solo senza lo spettacolo dal vivo questa piattaforma non sarebbe così ricca, ma soprattutto l’obiettivo è quello di sostenere la cultura e non di digitalizzarla, di promuovere mostre, spettacoli e concerti dal vivo e non di sostituirli. Questo progetto è cresciuto senz’altro in seguito all’assenza prolungata di occasioni per assistere o mettere in scena uno spettacolo con un pubblico, ma non per diventarne l’alternativa. E’, più semplicemente, una possibilità, un ramo della cultura che permette agli appassionati di non perdersi un appuntamento a cui magari non possono assistere e ai novizi di farsi conquistare da nuove forme d’arte. 

Infatti, una delle attrattive più forti di questa piattaforma è proprio quella di imparare qualcosa di nuovo quasi sempre a costo zero e senza la pressione o la noia di dover assistere ad ore e ore di performance se questa non convince: si può chiudere la finestra e passare al contenuto successivo, senza dover sopportare le occhiatacce o i giudizi di chi siede accanto.

Il futuro di ITsART

Nonostante i pregi, bisogna ammettere che non è la prima volta che si mettono dei contenuti culturali a disposizione degli utenti, e non sempre questi progetti sono andati bene. Quello che potrebbe segnare la riuscita di questo progetto è la collaborazione tra pubblico e privato. Il pubblico infatti è colui che si occupa della scelta dei contenuti: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Cassa depositi e prestiti selezionano il materiale e le proposte arrivategli, creano una disposizione e una suddivisione nelle categorie già presenti. Il privato si occupa invece della parte tecnologica, di marketing, di promozione e di distribuzione: questo ruolo è stato vinto da Chili, già nota piattaforma OTT. Le tre realtà hanno così unito le proprie conoscenze in termini di arte, tecnologia e marketing. 

Questa è stata un’idea importante per la riuscita del progetto, perché ha permesso che ogni campo fosse seguito da esperti specifici e che non ci fossero accavallamenti tra gli interessi economici e quelli culturali. Infatti sui contenuti, a quanto pare, non c’è parere di Chili, che si occupa solo di vendere e distribuire al meglio i prodotti indicategli, sfruttando anche il proprio bacino di utenti.

Inoltre, ciò che la differenzia da altre piattaforme che offrono contenuti simili come RaiPlay è il non avere la proprietà dei contenuti che offre. Uno spettacolo del Festival Verdi può essere ospitato da ITsART ma non dovrà cedere i suoi diritti, il che è significativo per le realtà culturali e artistiche che non vogliono vendersi ma semplicemente promuoversi. E bisogna anche tenere a mente che se le registrazioni di spettacoli o i film si possono trovare abbastanza facilmente nella rete, lo spazio dato ai musei è una peculiarità di questa piattaforma. 

Tutto sommato, ITsART è non solo una buona, ma un’ottima opportunità per conoscere e imparare ad apprezzare maggiormente il patrimonio artistico e culturale italiano. In un momento come questo, dove la cultura ha sofferto terribilmente e perso fin troppo, registrarsi ad un sito e fare un po’ di binge watching a costo zero è davvero il minimo che si può fare. Questa sera, prima di aprire Netflix o Prime video provate a dare un’occhiata qui: https://www.itsart.tv/it/ . 

Non ve ne pentirete.

Un esempio di uno spettacolo a pagamento, l’opera “Rigoletto” andata in scena durante il Festival Verdi del 2008

 

di Teresa Tonini

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