“L’umanità illustrata” di Antonio Federico Art: una mostra fatta di “storie vere” a Parma

All'interno del Festival della Parola l'esposizione dell'illustratore che ha conquistato un pubblico di tutte le età sfruttando i social network

E’ un’arte per tutti e di tutti quella che Antonio Federico Art propone con la mostra “L’umanità illustrata”. Inaugurata a Parma nei giorni scorsi, è visitabile a ingresso libero fino al 31 luglio presso il circolo Pro Parma, a Moletolo. L’esposizione rientra nell’ambito delle iniziative collaterali del Festival della Parola, arrivato quest’anno all’ottava edizione.

Si tratta di diciotto storie per diciotto giorni. Diciotto vite che vengono rappresentate in un linguaggio fresco ma allo stesso tempo toccante, grazie alla sensibile penna dell’artista. E’ così un’occasione per riflettere sul senso della vita, sull’umanità che pian piano si sgretola sotto ai colpi del menefreghismo e del populismo oggi così dilaganti soprattutto sui social network. Ed è proprio dai social che è partita la nuova sfida di Federico Art, quando con poche pretese decise di iniziare a pubblicare i suoi disegni, raccogliendo in poco tempo l’apprezzamento di tantissimi utenti. Le sue opere parlano di straordinarietà ma anche di quotidianità, di forza e amore. Storie in cui tutti ci si possono rispecchiare.

Una raccolta di illustrazioni, quindi, diventate virali e riproposte questa volta dal vivo per raggiungere le persone con altri canali, ma con lo stesso messaggio: riscoprire il valore dell’umanità.  Immagini accompagnate dalle parole, da un racconto, che mostra quanto di bello – e allo stesso tempo doloroso – ci possa essere nella vita.

“Le mie opere sono nate per comunicare alle persone nella distanza generata dal Covid-19 – spiega Federico – per continuare a parlare in un luogo reale e vivo, raccontando storie vere: dalla scomparsa di mia nonna alla morte di Kobe Bryant e sua figlia Gianna. La mostra è fatta da loro, i miei disegni sono solo un tramite”.

“Dietro a ogni illustrazione c’è il percorso di vita di qualcuno che ho deciso di raccontare attraverso un disegno. Il disegno è stato anche cura per me stesso. – continua l’artista – Prima mi sono curato io, dopo aver passato un lungo periodo all’ospedale durante l’infanzia, poi ho deciso di condividere questo dono con gli altri, mettendo al servizio di tutti il mio lavoro”.

Storie di vita vera

L’ispirazione per Federico Art arriva da quello che lo circonda, “da quello che mi emoziona, che vedo e sento in giro. In ogni momento potrei vedere qualcosa che poi darà vita a un disegno”.

Ma lo scopo di questo filone di disegni, di questi ritratti di umanità, è “raccontare cosa accade nel tessuto sociale. Penso infatti che l’artista e l’arte abbiano un compito importante: quello di toccare le coscienze. Ultimamente c’è un po’ troppo negativismo, c’è bisogno di messaggi positivi, soprattutto sui social”.

Tra le storie esposte si vede quella dell’attore Marco Giallini, in lockdown emotivo da quando è scomparsa la moglie. E poi quella di Ghulam Sughra Solangi, la sposa bambina analfabeta che si è ribellata a una cultura che sottomette la donna, studiando da sola e diventando insegnate; nel 2011 ha ricevuto negli Stati Uniti il premio International women of courage e la sua storia è un inno alla libertà. C’è anche Ellie Goldstein, la bellissima modella di Gucci con sindrome di Down che ha fatto parlare di sé il mondo intero. E poi ci sono vite più comuni, quelle che potrebbero essere di tutti noi.

C’è Simone, una giovane vittima delle campagne Tik Tok che spingono giovanissimi al suicidio o a sfide estreme. “La madre Daniela mi ha raccontato la sua storia – racconta Federico – e ogni anno in suo ricordo accende una lanterna. In questa immagine ho voluto farle capire che durante quel gesto Simone è sempre con lei”.

Un altro gesto di umanità lo ha fatto Michele, lo studente di 21 anni che per pagarsi gli studi lavora come rider e una sera, a Milano, vedendo una ragazza in difficoltà accerchiata da un gruppo di suoi coetanei decide di non girarsi dall’altra parte ma di affrontarli, rimediando un profondo taglio al viso che necessiterà di 30 punti di sutura. Un gesto che poi lui minimizzerà davanti ai cronisti, riferendo che lo rifarebbe. Un gesto importante, invece, che dimostra come siano le azioni a qualificare le persone che siamo. “Sono loro i nostri eroi. – commenta l’artista – Persone che sentono naturale il far del bene e aiutare”.

Ma l’opera che più di tutte emoziona l’autore è quella che rappresenta sua nonna, venuta da poco a mancare. “Nella sofferenza di un momento difficile ho deciso di raccontare a tutti la persona che era ed è stato bello scoprire che un po’ tutti hanno rivisto i propri nonni in quell’immagine e in quelle parole. Da un momento personale è nata una riflessione collettiva”.

Il volto del manifesto della mostra è però quello del campione di basket americano Kobe Bryant, ritratto insieme a sua figlia Gianna, entrambi morti tragicamente in un incidente aereo a gennaio del 2020. “Al di là del campione che era, aveva deciso di investire su se stesso attraverso tanti sacrifici. Nulla avviene con facilità e lui secondo me rappresenta l’umanità, in quanto padre e sportivo. Lo sport ci aiuta a stare bene e aiuta i giovani a superare limiti e barriere, contrastare il bullismo o il razzismo”.

L’arte per tutti e di tutti

L’esposizione è stata organizzata da Rinascimento 2.0 Aps e Circolo Pro Parma, grazie a Marella Srl e Opem SpA; con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Parma 2021 Capitale della Cultura, Comune di Parma, Fondazione Cariparma, Net Project e il patrocinio di Parma, io ci sto!.

“Il Pro Parma – spiega Francesca Fanfoni di Rinascimento 2.0 – ha da sempre una tradizione, oltre che ricreativa, anche culturale, che abbiamo voluto contribuire a valorizzare di pari pari passo con la rinascita delle attività sportive”. “Il circolo ospita un centro estivo per bambini 5-11 – ha aggiunto Vanessa Vollaro di Pro Parma -, e mi ha molto colpito come in fase di allestimento della mostra siano rimasti incuriositi e affascinati dalle immagini e dai testi, a dimostrazione di come le opere esposte (stampate su supporto in alluminio accoppiato Dibond e pertanto adatte ad essere esposte all’aperto) e i messaggi veicolati parlino ad un pubblico di ogni età”.

Le opere presentate alla mostra, più tante altre, sono state raccolte nel volume “L’Umanità Illustrata”, con l’introduzione di Bruno Bozzetto; si trova nelle principali librerie e in vendita online. L’artista in questi mesi è in tour in Italia per presentare il suo libro che, grazie alle storie raccontate riesce a toccare diversi temi come il bullismo, la diversità e l’amore, il senso della vita, la forza e il coraggio, la violenza e la morte.

In quanto insegnante di Discipline Pittoriche in un Liceo Artistico di Prato, Federico è sempre a contatto con i giovani e per concludere ci regala una ‘lezione’ per gli aspiranti illustratori: “L’arte è importante per il messaggio che vuole mandare. Non è tanto il tratto perfetto, oggi, a rendere apprezzate opere come le mie. E’ più importante quello che si vuole raccontare. E infatti negli ultimi anni sono sempre di più gli illustratori, fumettisti o vignettisti che non badano tanto alla perfezione del disegno, ma al contenuto. Per questo dico spesso ai ragazzi di credere in se stessi e in quello che vogliono raccontare. La tecnica poi si impara e si affina studiando. L’ispirazione? Si trova osservando quello che ci circonda. Guardatevi intorno, cogliendo dettagli e sfumature che a un occhio disattento sfuggono”.

 

di Arianna Belloli

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