Billie Eilish è davvero ‘Happier than ever’?

Con il suo nuovo album, la giovane cantante ci fa scoprire scenari inediti

Billie Eilish, l’acclamata artista vincitrice di ben 7 Grammy Awards a soli 19 anni, il 30 luglio ha lanciato ‘Happier Than Ever’. L’album, prontamente elogiato dalla critica, è scritto interamente da lei e dal fratello, nonché suo produttore, Finneas O’Connell. Il periodo pandemico è stato di grande ispirazione per la cantante, portandola alla creazione di un’opera originale, innovativa e fortemente significativa.

Billie è già in testa a tutte le classifiche: ‘Happier Than Ever‘ è primo in quelle FIMI, mentre il singolo omonimo è al secondo posto nella top 100 globale di Apple Music. Inoltre, la giovane artista è anche prima nelle classifiche Billboard di ‘Artist 100’ e alcuni singoli quali ‘My future’, ‘Lost Cause’, ‘Therefore I am’, ‘Your power’ e ‘NDA’ hanno preceduto l’uscita dell’album, debuttando subito nelle classifiche top chart 40 di Billboard.

Una personale originalità

Il disco è caratterizzato da un sound particolarissimo, in cui vengono mixate tradizione e innovazione, dando vita a un’opera ‘senza tempo’ come lei stessa l’ha definita. Troviamo generi quali il pop, mischiato spesso con la musica elettronica e da qui abbiamo l’electropop, inoltre vi è R&B, techno, bossa nova, folk, rap, se non anche rock, in quella che è la sua rock opera songHappier Than Ever’… Insomma, c’è né per tutti i gusti. Basta davvero metterci un paio di cuffiette e cominciare l’ascolto per ritrovarci in un mondo nuovo fatto di emozioni contrastanti, vissute da una giovane americana che affronta una vita dal successo sconfinato, una fama che la porta a continue violazioni della sua privacy, paparazzi, abusi emotivi e non, misoginia, critiche sul suo corpo, che lei e nessun’altra donna son più pronte a subire. Una questione che tra l’altro denuncia nel suo singolo-monologo ‘Not My Responsability’, in cui ha fortemente criticato qualsiasi forma di body-shaming. Memorabile una sua breve performance poetica dal short-film – realizzato durante il suo tour ‘Where do We go? World Tour’ – in cui vediamo l’artista mentre si toglie lentamente i suoi vestiti e denuncia qualsiasi tipo di opinione nei suoi confronti non richiesta.

L’album sembra un alternarsi di canzoni più soft, dai suoni e dalla voce appena sussurrata, brani lenti e delicati, ad altri che presentano un impatto più rude, forte, rabbioso, dal sound a volte volutamente distorto, oltre che erotico come accade in ‘Oxytocin’, dall’impulso addirittura techno.

L’artista si sfoga ripetutamente nell’album, trattando delle sue difficoltà nel vivere una vita libera, senza essere inseguita da sconosciuti. Una problematica già sottolineata in ‘Getting Older‘, canzone di apertura dell’album: “There’s a lot I’m grateful for, but it’s different when a stranger’s always waiting at your door, which is ironic, ‘cause the strangers seem to want me more than anyone before”. Billie ci dice che “Sono molte le cose di cui sono grata, ma è diverso quando uno sconosciuto aspetta sempre alla tua porta, il che è ironico, perché gli estranei sembrano volermi più di chiunque altro prima”.

Effettivamente sarebbe facile dire che un’artista multi-milionaria come lei non avrebbe nulla di cui lamentarsi, ma ricordiamo che il suo album non è un lamento, non vuole drammatizzare la sua vita. Anzi, da queste frasi si riconosce la sua gratitudine, ma allo stesso tempo la sua difficoltà nell’essere felice come desidera, a causa di una vita rischiosa, in cui si ritrova a crescere prima del dovuto, posta quasi sempre davanti a frequenti pericoli. Ci spiega quanto sia difficile la sua quotidianità, tra uno stalker alla porta e l’impossibilità di vivere una storia d’amore adolescenziale senza che qualcuno la perseguiti o fotografi di continuo. Nel suo singolo “NDA”, infatti, parla proprio di questo: NDA sta per “non disclosure agreement”, cioè un accordo di riservatezza, che le persone vicino alle star devono firmare per non diffondere informazioni sensibili o personali, che la stessa Billie fa firmare a tutte le persone che frequenta.

Il punto di vista inedito dell’artista risalta ancora di più grazie ai testi, alla vocalità estremamente poliedrica e al sound originale, alle volte acustico, altre più elettronico, creato da suo fratello Finneas. Con “Happier Than Ever” abbiamo tra le mani un’opera con la O maiuscola, degna di un ascolto attento e approfondito, così da poter vivere appieno un’esperienza unica.

di Deborah Nisi

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