Da Messi a Donnarumma: i calciatori che hanno lasciato le squadre del cuore
Definiti "traditori" dai tifosi abbandonati, molti sono i giocatori che hanno lasciato - più o meno inaspettatamente - le loro squadre
Messi dopo più di 20 anni lascia il Barcellona in direzione Parigi. Cristiano Ronaldo dopo 13 anni torna a vestire la maglia dei Red Devils (Manchester United). Gigio Donnarumma abbandona il Milan tra dispiaceri e critiche.
Nel corso di quest’ultima finestra di calcio mercato abbiamo visto con i nostri occhi trasferimenti eclatanti, non solo in serie A. Le lacrime della ‘pulce’ Lionel Messi, durante la sua ultima conferenza stampa davanti ai suoi compagni di squadra e al suo presidente, sono la conferma di quanto l’attaccante argentino fosse legato alla città e ai Catalani.
Un’esempio di giocatore bandiera del calcio mondiale che, a causa del salary cap (che decreta qual è l’ammontare di denaro totale che ogni franchigia può pagare per gli stipendi dei propri giocatori) non è riuscito a concludere la carriera nella squadra che lo ha consacrato nell’Olimpo dei grandi.
Durante gli ultimi decenni tanti sono stati i calciatori divenuti icone – sia per il calcio mondiale che per le loro squadre. Una delle più grandi leggende rossonere, Franco Baresi, pilastro difensivo del Milan, dichiarò al suo presidente l’intenzione di voler firmare il contratto di rinnovo “in bianco”, anche senza stipendio, perché come lui stesso affermò durante un’intervista post-partita: “sudare per la maglia del Milan è già un orgoglio”.
Queste sono le parole di una bandiera del calcio italiano che pur di inseguire il suo sogno di bambino avrebbe accettato qualsiasi proposta. Come Baresi anche Francesco Totti per 25 anni ha indossato la casacca della Roma; lo stesso Maldini, è sempre stato legato alla maglia rossonera.
Non tutti, però, solo stati altrettanto fortunati – o fedeli: molti sono, infatti, i giocatori che hanno abbandonato le loro storiche squadre storiche, tra la disperazione e la rabbia dei tifosi.
Gonzalo Higuain, dal Napoli alla Juventus!
Il primo caso riguarda “il pipita” Gonzalo Higuain. Arrivato dal Real Madrid direzione Napoli l’attaccante è subito diventato l’idolo dei tifosi napoletani tanto da essere osannato sia per gli innumerevoli goal segnati con la maglia partenopea sia per i successi regalati. I 36 goal messi a referto nella stagione 2015/2016 sembrano consacrarlo come la nuova “bandiera” napoletana. Tutti i sogni e le illusioni dei tifosi, però, crollano nell’estate del 2016 quando la Juventus sborsa 90 milioni di euro, pagando la clausola rescissoria, portandolo via verso Torino.
Un tradimento che Napoli e i napoletani non potranno mai dimenticare, sia per la rivalità tra le due compagini sia per il modo brusco con cui si è chiusa la storia tra l’attaccante e la città di Napoli. Nelle seguenti 3 stagioni trascorse con la maglia bianconera l’argentino verrà definito “lota” (termine napoletano che indica letteralmente la melma e il fango) dai suoi ex tifosi desiderosi di vendetta. Proprio contro la sua ex squadra segnerà goal pesantissimi che lo relegano nella cosiddetta ‘lista dei traditori’.
Il caso Donnarumma
Pochi mesi fa Gianluigi Donnarumma è entrato a far parte della ‘black list’ dei tifosi rossoneri dopo il mancato rinnovo e il successivo trasferimento al PSG. Gigio che aveva giocato in tutte le trafile, sin da bambino, con la maglia della sua squadra del cuore ebbe la possibilità di fare il suo esordio in prima squadra a soli 16 anni. Da quel momento sono trascorse altre 4 stagioni difendendo i pali del Milan, consacrandosi come uno dei portieri più forti del panorama mondiale.
Il rapporto tra la società e il portiere, però, entra in collisione quando l’agente del calciatore Mino Raiola chiede per il suo assistito un ingaggio superiore rispetto a quella che il Milan è disposta ad offrire. Per circa due stagioni i rapporti tra i dirigenti e il procuratore sono in fase di stallo, fin quando a rendersi protagonista è proprio Gigio che a termine di una partita bacia lo stemma della sua squadra sotto la curva dei suoi tifosi. Quel gesto sembra sugellare definitivamente la coesione che c’è tra il ragazzo e la sua squadra.
Ma quando tutto sembra essere pronto al rinnovo, nell’estate appena trascorsa bussa alle porte di Milanello la dirigenza del PSG, forte di poter acquistare il giocatore a parametro zero e consapevole del suo contratto ormai scaduto con il Milan. Viene raggiunto cosi l’accordo tra la squadra francese e Mino Raiola, accettando l’intesa che risponde alle richieste di stipendio formulate dall’agente. Donnarumma – da campione europeo con l’Italia – parte verso Parigi , lasciando il popolo milanista in uno stato di forte sgomento e rabbia.
L’ira nei confronti di “Dollarumma” (definito così dai tifosi alludendo ai dollari, soldi, richiesti dal calciatore) si è manifestata quando il portiere scese in campo con la Nazionale lo scorso 6 ottobre, in occasione della semifinale di Nations League contro la Spagna. Riempito da bordate di fischi Gigio non gioca la miglior prestazione di sempre, tanto che il giorno dopo intervistato da Striscia la Notizia si fa tatuare – per finta – lo scudetto rossonero. Gesto ulteriore che non verrà apprezzato dai milanisti.
Luis Figo e la testa di maiale sgozzata
Luis Figo è uno degli esempi di ‘tradimento’ più famoso del calcio mondiale. Cresciuto nel vivaio dello Sporting Lisbona, il calciatore si è affermato a livello europeo con la maglia blaugrana nel 1995. Nonostante fosse un idolo per i tifosi, il portoghese nel 2000 decide di accettare il trasferimento agli eterni rivali del Real Madrid spezzando il cuore dei catalani.
La rabbia dei tifosi del Barça nei suoi confronti è tale da concretizzarsi durante un Clasico del 2002: dalle tribune del Camp Nou viene, difatti, lanciata una testa di maiale all’indirizzo del calciatore che si apprestava a battere un calcio d’angolo. La partita venne sospesa dall’arbitro dato che le proteste del pubblico non smettevano, solo il capitano del Barcellona Puyol cercò di placare gli animi dei suoi sostenitori con scarsi risultati.
Nell’aprile del 2017 si tenne al Camp Nou il match tra le leggende del Barcellona e quelle del Real Madrid: Figo era listato nella formazione blaugrana, ma il malcontento dei supporters fece cambiare decisione alla UEFA che trasferì nella formazione rivale il portoghese. Inevitabilmente il rancore dei catalani si fece nuovamente sentire.
Leonardo Bonucci, dalla Juventus al Milan e viceversa
Cresciuto nella primavera dell’Inter, il centrale difensivo italiano trascorre qualche stagione a Bari per essere poi acquistato dalla Juventus. Dopo sette stagioni con la Vecchia Signora, nel 2017 – a seguito di un presunto litigio con l’allenatore Massimiliano Allegri – Bonucci passa al Milan. In una celebre intervista dichiarerà: “Sono venuto qui per spostare gli equilibri” ma ancora oggi i tifosi milanisti stanno cercando quali “equilibri” possa aver smosso il difensore.
La sua esperienza a Milano termina solo dopo una stagione, fallimentare, dove dopo ad aver richiesto e ottenuto la fascia di capitano non riuscirà a portare il Milan in Champions League come aveva promesso a inizio stagione. L’unica nota positiva che i tifosi rossoneri ricordano è il goal siglato contro la Juventus all’Allianz stadium, accompagnato dalla sua celebre esultanza chiamata “sciacquatevi la bocca” (invitando il pubblico ad avere “la bocca pulita” prima di parlare di lui). La stagione successiva tornerà alla corte di Allegri e compagni lasciando senza parole i supporters milanesi.
Ronaldo “Il Fenomeno”, un derby tra Italia e Spagna.
Ronaldo Luís Nazário de Lima, definito “il Fenomeno” ha indossato le quattro maglie dei due derby più prestigiosi d’Europa, quello spagnolo tra Barcellona e Real Madrid e quello di Milan0 tra Inter e Milan. Il brasiliano ha vestito per tre anni la maglia del Barça prima di passare all’Inter nel 1997, dove resterà per cinque stagioni regalando agli interisti una Coppa Uefa, prima di trasferirsi al Real Madrid.
Infine dopo un avventura di 5 anni in maglia merengue andrà a giocare per il Milan – per un solo anno – prima di tornare in Brasile. Indossare la maglia di questi grandi club, rivali, non evidenzia certo la fedeltà del giocatore: una cosa però è scura, la possibilità di avere nel proprio club un calciatore dalle sue enormi capacità non è per tutti. Questo i tifosi lo sanno e perciò lo ammirano.
Di Gabriele Pio Piccolo
Scrivi un commento