Il lavoro nell’aula universitaria: studenti creano un’impresa virtuale

LABORATORIO DEL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA IN COLLABORAZIONE CON LEGACOOP

incontro dei partecipanti con i consulenti LegacoopSaper gestire un ruolo, lavorare in gruppo, assumere responsabilità, acquisire competenze, rafforzare la connessione tra i sistemi dell’istruzione, della formazione professionale e dell’imprenditoria. E soprattutto passare dalla teoria alla pratica. Questi gli obiettivi del laboratorio di simulazione La cooperazione come opportunità di impresa‘ nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Economia dell’Università di Parma e Legacoop Emilia Ovest, con il contributo di Coopfond che verrà ufficialmente inaugurato il prossimo 20 febbraio alle 15,30 al dipartimento in via Kennedy.
Il progetto è attivo già da una decina di anni ma  rimane molto innovativo se si pensa che a livello universitario in Italia si svolge solo a Parma e a Forlì, mentre  nel resto mondo esistono circa 5000 imprese virtuali in più di 40 Paesi.

UNA SIMULAZIONE CHE RISPECCHIA LA REALTA’ – Ma in cosa consiste una impresa virtuale? Il primo compito di chi si cimenta in questa esperienza è quello di dare vita ad una impresa che, seppur virtuale, lavora con la massima fedeltà al reale, simulando la gestione di una vera e propria attività aziendale. A questo sono chiamati gli universitari che partecipano al progetto. “I posti disponibili sono 30 e rivolti solo agli studenti che frequentano il secondo o il terzo anno del corso di laurea triennale in Economia – spiega il professor Eugenio Pavarani, coordinatore del progetto e docente di Corporate banking and finance del Dipartimento parmigiano – ma le domande che abbiamo ricevuto erano almeno il doppio. La selezione avviene, come nella realtà, attraverso la valutazione del curriculum. I ragazzi in questo modo  imparano fin da subito quanto è importante la compilazione corretta di esso inserendo ciò che interessa alle imprese”.

GLI ASPETTI DI UNA IMPRESA VIRTUALE – Il programma formativo si sviluppa nell’arco di 60 ore e si svolge due volte durante l’anno accademico, nel primo semestre da settembre a dicembre e nel secondo da febbraio a maggio. In quest’arco di tempo gli studenti si cimentano a sperimentare la costituzione di una impresa in tutte le sue fasi, operando le scelte gestionali necessarie all’avvio dell’attività e assolvendo a tutti gli adempimenti normativi, amministrativi, fiscali e contabili del caso. Ciascuna persona, infatti, ricopre un ruolo preciso all’interno dell’impresa, stabilito attraverso un contratto di lavoro che prevede una busta paga regolare anche se virtuale. “E’ un modello di apprendimento non didattico – sottolinea Pavarani – perché non ci sono dei docenti che spiegano cosa fare ma sono gli studenti che devono cercare di risolvere i problemi da soli o al massimo con il supporto di un consulente del lavoro”.  I giovani imprenditori sono inoltre dotati di una propria postazione informatica per acquisire maggiore familiarità con i software gestionali utilizzati nelle piccole e medie imprese.

studenti al lavoroIL ‘MODELLO’ PARMA IN AMBITO INTERNAZIONALE – Dal 2014, a seguito dell’accordo con Legacoop, gli studenti sono chiamati a costituire un’impresa che ricalchi il modello cooperativo. Ciò comporta un livello maggiore di coinvolgimento nelle attività: si tratta infatti di essere soci non solo nel senso di lavoratori, ma di imprenditori di sé stessi. Legacoop, inoltre, si è impegnata a sostenere gli studenti eventualmente interessati nello sviluppo di una reale start-up sul modello realizzato in laboratorio.
Ad aprile i partecipanti del laboratorio avranno la possibilità di presentare il proprio progetto alla Fiera internazionale delle imprese simulate, che quest’anno si terrà a Jesolo. Un’occasione per confrontarsi con le altre realtà presenti all’estero, cercare nuovi clienti e stipulare contratti. A tal proposito il professor Pavarani sottolinea che “la Centrale europea delle imprese virtuali di Essen, in Germania, ha indicato Parma come un buon modello da cui prendere spunto. Abbiamo già ricevuto visite della Cina, dalla Lituania e prossimamente verranno dalla Spagna per osservare il nostro operato”.

L’ESPERIENZA DIRETTA DEGLI STUDENTI –  Il laboratorio consente di maturare 8 crediti formativi e al termine di esso viene rilasciato un diploma di frequenza che attesta le competenze acquisite. Attenzione però, perché per arrivare alla fine bisogna mostrare il giusto impegno: trattandosi di un’impresa non si può arrivare al lavoro in ritardo o non presentarsi per pigrizia altrimenti si viene segnalati o addirittura licenziati, come già avvenuto.

“L’apprezzamento è risultato sempre molto alto“, afferma soddisfatto il coordinatore Pavarani citando i risultati del questionario anonimo di gradimento che alla fine del semestre gli studenti sono chiamati a compilare. “Una ragazza che ha partecipato al progetto qualche anno fa ricoprendo il ruolo di direttore del dipartimento delle risorse umane – continua – mi ha scritto dicendo che proprio grazie alle competenze acquisite durante questa esperienza è stata assunta all’interno di un’impresa reale“.  “Questo può essere il trampolino di lancio ideale per una start-up – afferma Claudio, studente di Economia che ha fatto parte dell’amministrazione del personale – qui ho imparato a gestire i permessi, le ferie e le buste paga, a suddividere l’azienda per i diversi ruoli di competenza, a redigere i contratti da sottoporre ai dipendenti per l’assunzione e a scegliere le diverse tipologie di lavoro e la loro durata. Ritengo sia un valore aggiunto notevole quando mi dovrò presentare ad un colloquio di lavoro”.
I partecipanti, però, non hanno acquisito solo competenze tecniche: “Ho imparato a rapportarmi con altre persone con cui lavoravo spalla a spalla sia all’interno del mio settore sia nel reparto marketing con cui collaboravo”, spiega Mattia, responsabile dell’area web. “Lavorando in gruppo ci sono confronti e rapporti costanti che ti consentono di crescere in modo più facile e veloce rispetto al solo studio – continua – personalmente ho imparato di più da questa esperienza che non dai libri di testo: sono cresciuto a livello personale e professionale“.

 

di Mariasilvia Como e Luca Mautone

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