UniPr OnAir – La sostenibilità energetica: l’irrinunciabile sviluppo dell’energia pulita

I professori Eleonora Bonatti e Agostino Gambarotta incontrano il CEO di Enel Italia SPA, il dottor Carlo Tamburi, per illustrare quanto si è fatto, quanto si sta facendo e quanto si prospetta di fare per il raggiungimento del goal 7 dell'Agenda 2030 Onu

Carlo Tamburi

Il Goal 7 ha come scopo quello di assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia convenienti, seri, sostenibili ed evoluti, garantendo, entro questa data, l’accesso universale ai servizi energetici a prezzi economici e ampliando considerevolmente la percentuale di energie rinnovabili, tra tutte le tipologie esistenti a livello globale; accrescere lo sviluppo dell’efficienza energetica; consolidare la cooperazione internazionale per agevolare l’accessibilità alla tecnologia e alla ricerca di energia pulita e incoraggiare gli investimenti nelle infrastrutture energetiche e nelle tecnologie per l’energia pulita; ampliare l’infrastruttura e ammodernare la tecnologia per la fornitura dei servizi energetici in tutti i paesi in via di sviluppo, nel rispetto dei relativi progetti di sostegno.

In ragione di ciò è intervenuto il dottor Carlo Tamburi, amministratore delegato e presidente dell’azienda Enel Italia SPA, subholding dell’azienda ENEL, che si occupa di tutto quanto in Italia interessi principalmente la vendita di energia elettrica e di gas a circa 27 milioni di consumatori, nonché della distribuzione di energia elettrica a 31,4 milioni di acquirenti, e della produzione di energia elettrica, tramite sistemi rinnovabili, per circa 14 gigawatt.

In qualità di moderatori Eleonora Bottani, docente di Impianti industriali e meccanici, nonché direttrice di FTL – Future Technology Lab, competence centre nell’ambito delle tecnologie abilitanti dell’industria 4.0 del Tecnopolo dell’Università di Parma, e Agostino Gambarotta, docente di Impatto ambientale dei sistemi energetici, e inoltre direttore del CIDEA, Centro Interdipartimentale per l’Energia e l’Ambiente dello stesso Tecnopolo.

La transizione energetica: da energia a combustione fossile verso fonti sostenibili

Il primo punto affrontato è quello della transizione energetica, ossia del progressivo, ma importante passaggio dalla produzione di energia elettrica, derivante da combustibili fossili, a fonti energetiche a zero emissioni di anidride carbonica.

Un anno fa l’Europa, rispetto al 1990, ha innalzato gli obiettivi di riduzione di CO2 al 55% e il dottor Tamburi afferma che Enel, in qualità di principale operatore mondiale di energie rinnovabili, è decisa a dare un fondamentale contributo affinché questi obiettivi siano raggiunti, anche se l’azienda non può fare tutto da sola ma necessita del contributo e della cooperazione di diverse iniziative.

Concentrandosi, però, sulle emissioni, il primo punto che si fa presente è che queste sono causate non solo dall’energia combustibile ma anche dal riscaldamento, dai trasporti e dai sistemi industriali; perciò, si palesa in maniera incontestabile la necessità di una “rivisitazione più profonda, rivoluzionaria e innovativa dell’elettrificazione dei consumi”: non serve solo ridurre le emissioni di CO2, ma occorre trasformare gli usi e i consumi negli stili di vita di tutti, famiglie e imprese incluse.

Un altro aspetto da tenere presente su questo argomento è la produzione di energie rinnovabili. Nel 2008 nasce Enel Green Power e oggi il 52-53% dell’energia prodotta dall’azienda è costituita da fonti rinnovabili, delle quali gran parte sono di tipo geotermico e idroelettrico, meno di tipo eolico e fotovoltaico. Si conta di arrivare al 70% entro il 2030, se ci sarà il contributo di tutti gli altri attori coinvolti, trasporti e industrie, per esempio, solo per citarne alcuni. Senza tale generale partecipazione, l’obiettivo non sarà raggiunto perché da sola Enel dovrebbe “installare circa 7-8000 megawatt di nuove rinnovabili ogni anno per arrivare a quel famoso 70% di produzione rinnovabile al 2030”. 

Inoltre, recentemente c’è stato un calo di installazioni di nuove rinnovabili nel nostro Paese, “a causa soprattutto dei rallentamenti provocati da vincoli autorizzativi e burocratici”, per cui diventa basilare far comprendere a tutto il sistema la necessità di determinate decisioni, illustrando i problemi esistenti.

In termini di sostenibilità, Enel ha un altro obiettivo molto importante da raggiungere: chiudere in Italia, entro il 2025, sei grandi centrali a carbone. Naturalmente, la sostituzione di queste centrali, se si vogliono rispettare i tempi proposti, non si può risolvere solo con le fonti rinnovabili ma obbligatoriamente con un sistema misto che tenga conto di centrali a gas. Il tutto si complica se si tiene conto che negli ultimi anni c’è stato un incremento mondiale di consumo del carbone a causa del costo relativamente più basso rispetto al gas. Pertanto, se si pensa di chiudere le sei centrali, urgono, in tempi rapidi, soluzioni per la sostituzione. 

“Il principio base è che si deve andare verso le rinnovabili e, per fare questo in Italia, un must è il rispetto della chiusura delle centrali a carbone nel 2025”.

Le diverse accezioni della sostenibilità energetica

Nel 2014 Enel ha creato una direzione generale che si occupa esclusivamente di innovazione e sostenibilità, dando largo spazio alla rinnovabilità. In questo modo “la sostenibilità e l’innovazione, non solo sono andate di pari passo, ma sono entrate pervasivamente in tutti i processi organizzativi, produttivi e di formazione aziendale”.

In particolare, Enel, dei diciassette SDGs dell’ONU, ne ha scelti tredici, “quelli più direttamente inerenti alle specifiche attività, ponendoli al centro della propria strategia operativa”. Tamburi dice: “Ci siamo veramente messi dentro al tema della sostenibilità e abbiamo cominciato a provare e, secondo me, ci siamo anche riusciti”.

Per Enel, però, non esiste solo una sostenibilità ambientale ma anche economica. Dice l’amministratore delegato: “Noi abbiamo a cuore, come operatore di sistema, anche il costo complessivo della bolletta elettrica; quindi, noi siamo ben consapevoli del fatto che dobbiamo proporre delle soluzioni che siano economicamente sostenibili e viabili per tutti”. Chiaramente, questo punto è in linea con quanto chiede l’Europa a proposito di just transition, “cioè di una transizione che non lasci indietro nessuno, permettendo, non solo a tutti di accedervi, ma anche di ridurre le distanza tra centro e periferia, tra nord e sud”. 

Nell’incontro si è parlato anche di sostenibilità sociale. Questa è stata promossa con iniziative che hanno avuto lo scopo, non solo di valorizzare i territori, ma anche di sviluppare nuove skill nella formazione dei lavoratori, coinvolti in moderne produzioni da implementare anche in Italia, sottraendo il monopolio alle aziende straniere, come, per esempio, la filiera fotovoltaica o quella delle batterie.

La sostenibilità dell’azienda, strettamente connessa all’innovazione, è per dirla con le parole di Tamburi, che si rifà alla Laudato si’ di Papa Francesco, “una sostenibilità integrale”.

L’imperativo di una diffusa cultura dell’energia e dell’ambiente

Il prof. Agostino Gambarotta mette in evidenza anche l’opportunità di creare “formazione nel campo dell’energia e dell’ambiente” insieme alla costituzione “di una cultura dell’energia e dell’ambiente soprattutto nei cittadini”, affinché non si giunga, per assurdo, alla difficoltosa produzione di energia pulita per poi sprecarla, non utilizzandola in maniera appropriata. 

Enel rispetto all’“informazione-formazione nei riguardi dell’energia “si muove in maniera risolutiva e profonda, prospettando soluzioni di risparmio energetico e di sostituzione degli idrocarburi.

Con importanti investimenti e con la nascita di una divisione presente in tutto il mondo, Enel X, da circa cinque anni l’azienda, per favorire l’acquisto e la diffusione di auto elettriche, sta installando una rete di sistemi di ricarica.

Per rendere il più pervasivo possibile il progetto, la società sta collaborando con i Comuni per favorire l’accrescimento di una mentalità olistica e coerente, che non si limiti a impiantare colonnine per la ricarica di batterie, ma che attui una serie di scelte che promuovano l’espansione e la diffusione degli automezzi elettrici: autobus, taxi ed NCC. 

Le soluzioni prospettate da Enel sono tante: dall’abbinamento della fornitura di elettricità e di gas fino alla possibilità di scaricare in rete tutta l’energia che i produttori non consumano oppure stoccare, se sono produttori di fotovoltaico. 

Una delle loro ultime campagne consiste nel lancio della sostituzione dei fornelli a gas con le piastre a induzione, anche se per il gas ci sono soluzioni diverse: “Se c’è un allaccio alla rete di metano, è un conto; se invece ci sono bombole, c’è una questione di sicurezza ma anche di impatto sulla microeconomia dei paesi. In molte zone meno urbanizzate, la rete del metano non è arrivata ed economicamente non è conveniente che arrivi. Tutto questo fa parte di quella sostenibilità sociale, oltre che economica, di cui parlavamo prima, cioè trovare delle soluzioni che non consentono a nessuno di questi di rimanere indietro o di essere penalizzati”.

Enel, comunque, sta lavorando anche sulla comunicazione “per l’efficienza energetica”, cercando di far comprendere “con poche e semplici parole” a tutti i consumatori la convenienza di questo passaggio con un “costo più basso della bolletta […], creando un circolo virtuoso che si auto alimenti”.

Quest’ultimo è uno dei disegni più impegnativi.

L’incontro si conclude con la proposta da parte del prof. Gambarotta di proseguire l’interessante discorso con l’organizzazione di un convegno presso l’università di Parma. La proposta è stata accolta molto favorevolmente dal dottor Tamburi perché, spiega, “Al di là degli aspetti personali, è veramente un interesse aziendale fare in modo che ci sia una diffusione, una divulgazione, una penetrazione di questi pensieri, di questi concetti a tutti i livelli; quindi, se l’università di Parma vuole farsi promotrice di iniziative di questo genere e, quindi, anche di megafono nei confronti della comunità cittadina piuttosto che degli studenti piuttosto che del corpo docente e quant’altro, ovviamente, è un nostro interesse usare tutte le piattaforme, tutti i palcoscenici, tutti i megafoni possibili immaginabili per diffondere queste nuove visioni di sostenibilità energetica”.

 

di Michela d’Albenzio

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