“Gli anelli del potere”: il dominio degli spin-off
In arrivo a settembre 2022 il prequel de "Il Signore degli Anelli" su Amazon Prime Video. Riuscirà questa serie dal budget stellare a diventare la serie TV più grande di sempre?
Era il lontano 2017 quando Amazon annunciò per la prima volta di aver investito oltre 462 milioni di dollari per acquistare i diritti del franchise de Il Signore degli Anelli. Finalmente il 14 febbraio, dopo anni di speculazioni e crescente aspettativa, è stato rilasciato il primo teaser trailer della serie televisiva che si preannuncia essere la più grande di sempre: ‘Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere‘
La scommessa di Amazon
Questo è sicuramente il progetto più ambizioso in casa Prime Video, una piattaforma streaming che fino ad adesso si è contraddistinta per un catalogo di tutto rispetto a livello qualitativo, ma che è sempre stato giusto un servizio accessorio per il multimiliardario Jeff Bezos. Anche a fronte del budget più grande di sempre per una serie televisiva (come confermato dal ministro neozelandese Stuart Nash al Morning Report), non si può dire che quella di Amazon sia stata una scelta azzardata: infatti, le vicende create dalla penna di Tolkien sulla Terra di mezzo e gli hobbit appassionano generazioni di fan da ormai sessant’anni.
Il tempo ha solo mostrato benevolenza nei confronti della saga che negli anni 2000 ha regnato ai botteghini e ha ricevuto numerosi riconoscimenti con la trilogia cinematografica diretta da Peter Jackson (diciassette oscar complessivi) e ha già visto un’espansione attraverso la trilogia basata sul romanzo prequel Lo Hobbit, a dieci anni dall’uscita dei primi film.
Una grande campagna marketing
La serie, il cui pilota uscirà venerdì 2 settembre e sarà composta da otto episodi a cadenza settimanale, ha visto sin dai primi di gennaio l’inizio di una promettente e costosa campagna pubblicitaria. Tutto ha inizio il 19 gennaio, quando Prime rilascia il video che annuncia il nome della serie: il titolo viene letteralmente forgiato su una tavola di legno massiccio.
Arriva poi il servizio esclusivo della rivista Vanity Fair il 10 Febbraio, con le prime still e character poster ufficiali e, dopo la visione in anteprima dei primi tre episodi, un commento sulla serie: “Un sontuoso e avvincente mix di intrighi a palazzo, magia, guerra e mitologia”.
Amazon ha deciso anche di coinvolgere, con un evento nel castello medievale di Bellver, a Maiorca, influencer da tutto il mondo per mostrare loro il teaser trailer officiale. Tra loro anche esperti della saga come lo youtuber spagnolo Kai47, Marcel Aubron-Bülles (Thetolkienist su Twitter) e, in trasferta dall’Italia, la squadra composta da Guglielmo Scilla, Maurizio Merluzzo, due ragazzi del team della Slim Dogs, Camihawke e AlicelikeAudry, che hanno poi commentato il tutto in una “tavola rotonda“, anticipando che prenderanno parte a un evento a New York tra due mesi, in occasione dell’uscita del vero e proprio trailer.
L’attesa per il resto del pubblico si è conclusa durante la notte del Super Bowl, l’evento sportivo più seguito dell’anno negli Stati Uniti, in cui di solito vengono mostrati i trailer delle uscite più attese e – tra tutti – anche quello di Gli Anelli del Potere, il più visto di sempre nelle prime 24 ore dal rilascio con ben 257 milioni di visualizzazioni.
Meraviglie, grandi ritorni e nuove scoperte
In un minuto di filmato, ci troviamo davanti sin da subito effetti speciali degni se non superiori a quelli portati sul grande schermo nel 2001, ma anche nel 2012 con Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato, con ampie distese di verde e scorci di città mitiche, creature fantastiche mai viste prima e tutti gli abitanti della Terra di Mezzo che abbiamo imparato a conoscere: nani, proto-hobbit ed elfi.
Le ambientazioni sono un richiamo sufficiente a stuzzicare le attenzioni di tutti coloro che si sono avvicinati all’universo fantasy tolkieniano, anche se le vicende saranno ben lontane da quelle dei Beggins&Co. Infatti, la serie TV sarà ambientata nella “seconda era” della Terra di Mezzo, che precede di migliaia di anni quella narrata nei libri, raccontando storie inedite ispirate dai tanti dettagli lasciati qua e là da Tolkien tra le pagine dei suoi libri, tra miti e canzoni riguardo l’ascesa e la caduta di regni ed eroi.
Soprattutto verrà svelata la forgiatura dei venti anelli del potere citati nel titolo di cui – come gli appassionati sanno bene – rimarrà solo uno. Ad aumentare l’effetto nostalgia contribuirà il ritorno di alcuni personaggi già noti, dagli elfi immortali Galadriel e Elrond al villain Sauron in una versione più giovane.
È innegabile che questo escamotage del ‘grande ritorno’ oggi sia molto in voga e sia parte integrante del fenomeno del fanservice: qualcosa fatto appositamente per appagare i fandom. È ciò che è successo con l’ultimo Spider Man: No Way Home (ormai non si può più parlare di spoiler), oppure con la saga prequel di Harry Potter Animali Fantastici, in cui il protagonista delle vicende dovrebbe essere di fatto Newt Scamander, ma il cuore della storia ruota tutto intorno alla figura del giovane Albus Silente.
Una tendenza al “riciclo”
Se per i fan più accaniti questi progetti scaldano il cuore come un ritorno a casa, molte persone sono contrarie alla tendenza di Hollywood e dintorni di raccontare sempre le stesse storie in salse diverse. Sono sempre più i film e le serie spinoff, remake, prequel o sequel di altre e sempre meno sono i prodotti totalmente originali. Le motivazioni posso essere varie e anche comprensibili.
È un dato di fatto che investire su un franchise che continua a funzionare rappresenti una sicurezza economica e una fetta di pubblico fedele assicurato. Disney, fra remake live action ed estensione seriali e filmiche di Star Wars e Marvel Cinematic Universe, detiene un vero e proprio monopolio. Unico competitor ad oggi è la Warner, che possiede i diritti sul Wizarding World di J.K Rowling, il mondo dei fumetti DC, e il “monsterverse” (i mostri più famosi del cinema del passato: Godzilla, King Kong, la Mummia).
Amazon, che fino ad ora è rimasta in disparte, parte in quinta portando in scena l’universo fantasy più importante di sempre, cercando anche di emulare il successo (fino ad adesso) irripetuto di Game of Thrones.
L’erede al Trono?
GoT, la serie della HBO basata sui romanzi di George R.R. Martin segna una tappa storica nell’era della serialità: dalla complessità della trama, a un budget e un tipo di produzione mai visto per un progetto portato sul piccolo schermo, la serie ha portato a uno stravolgimento della concezione e della percezione delle serie televisive.
Dopo la sua conclusione – alquanto discussa – nel 2019, la HBO aveva già in programma diverse serie spinoff e gli altri servizi via cavo o streaming hanno innegabilmente tentato di creare un ‘erede’ del suo successo e della sua portata. Ci ha provato Netflix con The Witcher o Disney+ con The Mandalorian o WandaVision e Loki, ma nessuna ha veramente eguagliato il fenomeno.
Se si parla di epicità e budget, le prospettive della serie di Prime Video sono più che rosee, ma gli showrunner Patrick McKay e JD Payne hanno prontamente precisato, in un’intervista a Collider, che non ci saranno i toni violenti del Trono di Spade e che il loro sarà “uno show per tutti, anche per bambini di 11, 12 o 13 anni, che forse qualche volta durante la visione si nasconderanno sotto le coperte”, rispettando il tono dato da Tolkien ai libri: a volte più oscuro e intenso, altre più politico e sofisticato, ma soprattutto ottimistico e commovente. Un inno all’amicizia e alla fratellanza di un gruppo di underdogs che sono chiamati a superare grandi ostacoli. Sarà davvero la serie TV più grande di sempre? A questo punto non ci resta che aspettare il 2 settembre.
di Giulia Padova
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