Je suis Charlie e je ne suis pas Charlie

"IL VERO MUSULMANO NON AGGREDISCE GLI ALTRI"

Editorialedi Rania Kassem, docente di Lingua e Cultura araba |

 

Il 7 gennaio 2015 due terroristi mascherati e armati di kalašnikov sono entrati negli uffici del giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi, Hanno aperto il fuoco contro i dipendenti, gridando “Allāhu Akbar (Allah è il più grande). … abbiamo vendicato l’offesa all profeta Maometto. Abbiamo ucciso Charlie Hebdo!

Nell’attentato sono morte dodici persone e undici sono rimaste ferite. Tutti leader e capi di stato di oriente e occidente hanno condannato fermamente l’attentato ed espresso solidarietà alla Francia. Una marea umana di tutte le credenze e tutti gli orientamenti politici hanno riempito le piazze in Francia e nel mondo esprimendo la loro rabbia e contestazione contro questo atto barbarico. Lo slogan Je suis Charlie ha coperto i social media mondiali.

Charlie Hebdo è stato trasformato a un nome ambivalente: si riferisce a un gruppo infuriato (islamici radicali) incapace di adottare la libertà di espressione (controverse raffigurazioni di simboli islamici sacri) ed è diventato uno slogan internazionale di sostegno per la libertà di espressione (e di stampa). La domanda è: questo conflitto è tra un gruppo di musulmani radicali armati e una rivista francese laica? E’ un conflitto culturale tra occidente e oriente? O è quello che erroneamente viene preso come un divario incolmabile tra il Cristianesimo e Islam? E dove dovrebbe stare il buon senso?

Tante ricerche sono state fatte per trovare riferimenti di tali atti criminali nella cultura islamica. E tanti modi per contrastare l’ondata omicida del terrorismo islamico sono stati esplorati. E’ ovvio che i musulmani fondamentalisti, Takfiris, jihadisti, militanti di al Qaeda e Isis, hanno ucciso -e ancora oggi uccidono- decine di migliaia di bravi e poveri musulmani. Tutti sotto lo stesso slogan di “Allahu Akbar” e con il vecchio pretesto di difendere l’Islam e applicare i suoi valori.

Io personalmente, però, ho delle persone care uccise da questi falsi musulmani criminali. E’ ovvio che quei gruppi estremisti sono tutt’altro che musulmani e non rappresentano una religione monoteistica vecchia di 1.400 anni e seguita da un miliardo e mezzo di persone nel mondo. Credere che gli aggressori su Charlie Hebdo rappresentino l’Islam è come credere che l’assassino di Chapel Hill in Carolina del Nord o Anders Breivik in Norvegia (2011) o il cecchino americano in Iraq o Ratko Mladić in ex Jugoslavia, rappresentino il Cristianesimo. (Senza riferire le azioni militari della Nato e degli Stati Uniti nel Medio-Oriente che hanno ucciso migliaia di civili innocenti di tutti religioni).

La cultura islamica prende spunto dal libro sacro del Corano che è considerato la costituzione del’Islam allo stesso modo che la Bibbia è considerata la costituzione del Cristianesimo. Sì, si può semplicemente leggere il Corano per capire il comportamento dei musulmani e le loro azioni e reazioni e il loro rapporto con gli altri musulmani e con le altri persone di diversi gruppi etnici e religiose. Il Corano spiega tutto.

Il famoso messaggio cristiano “a chi ti da un schiaffo, porgi l’altra guancia” si ripete tante volte nel Corano: “Se alzerai la mano contro di me per uccidermi, io non l’alzerò su di te: io temo Allah, il Signore dei mondi”. (Al-Ma”idah, La tavola imbandita,28). I dieci comandamenti del vecchio e nuovo testamento si ripetono nella sostanza nel Corano. Non uccidere un’anima è un comandamento fondamentale del Corano: “Che chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. I nostri messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla terra”. ( Surah Al-Ma”idah, La tavola imbandita, 32). Per un vero musulmano, uccidere una sola persona è come uccidere tutta l’umanita. Il Corano incita i credenti ad avere un cuore tenero e misericordioso: “E’ per misericordia di Allah che sei dolce nei loro confronti! Se fossi stato duro di cuore, si sarebbero allontanati da te. Perdona loro e supplica che siano assolti. Consultati con loro sugli ordini da impartire; poi, quando hai deciso abbi fiducia in Allah. Allah ama coloro che confidano in Lui”. (Surah Al-‘Imran, La famiglia di Imran, 159). Il Corano chiama alla equità, al devozione e al temere di Dio: “Siate equi: l’equità è consona alla devozione. Temete Allah. Allah è ben informato su quello che fate”. (Al-Ma”idah, La tavola imbandita,8).

EditorialeLa vita di Gesù Cristo è descritta nei dettagli nel Corano. “[Ma Gesù] disse: In verità sono un servo di Allah. Mi ha dato la Scrittura e ha fatto di me un profeta [….] Pace su di me il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il Giorno in cui sarò resuscitato a nuova vita […] Questo è Gesù, figlio di Maria, parola di verità della quale essi dubitano” (Surah Maryam, Maria, 33). Il Corano dice che Cristo è stato mandato da Dio per l’umanita: “A Gesù, figlio di Maria, abbiamo dato prove chiare e lo abbiamo coadiuvato con lo Spirito di Santità” . (Surah Al-Baqarah, La Giovenca, 87). E Maria madre di Gesù ha un rango molto elevato: “E quando gli angeli dissero: In verità, o Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo […] Quando gli angeli dissero: O Maria, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente: il suo nome è il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’Altro, uno dei più vicini”. (Surah Al-‘Imran, La famiglia di Imran, 42)

Nel Corano, il vecchio testamento e un libro sacro di Dio. “Facemmo scendere la Torâh, fonte di guida e di luce” (Surah Al-Ma”idah, La tavola imbandita, 44). Il Corano chiede ai suoi fedeli di amare e rispettare tutti gli altri popoli di religione e culture diverse: “O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato”. (Surah Al-Hujurat, Le Stanze Intime,13).

In un altro contesto, il Corano chiede ai suoi fedeli di non giudicare mai le persone di altra fede, solo Dio puo giudicare il creato: “E certamente, nel Giorno della Resurrezione, Allah giudicherà tra coloro che hanno creduto, i giudei, i sabei , i cristiani, i magi e coloro che attribuiscono associati ad Allah. In verità Allah è testimone di ogni cosa”. (Surah Al Hajj, Il Pellegrinaggio, 62). Dio dice nel Corano di non fare assolutamente alcun danno ai cristiani: “…troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono: In verità siamo nazareni, perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio e monaci che non hanno alcuna superbia”. (Surah Al-Ma”idah, La tavola imbandita, 82).

Vorrei aggiungere qualche parole del profeta Maometto (Hadith) che ho scelto tra tanti altri e che completano le parole del Corano: “Il musulmano vero è quello che non aggridice gli altri nè con la forza nè con la parola”, “il vero credente e quello che la gente affida di loro vite e loro beni”. “Non tradire, non attaccare, e non uccidere un bambino piccolo, nè un uomo vecchio, né una donna, non bruciare una palma, e lasciare in pace le persone accolti in luoghi di pregiera di altre fede”.

Quello che ho portato fino ad ora è una piccola parte delle regole scritte e corrette dell’Islam, che prendono come riferimento unico dal Corano e dal Hadith. Solo quelle persone che seguono i veri comandamenti dell’Islam sono dei veri musulmani. Gli altri che sono fuori la vera legge islamica, anche se all’anagrafe sono nati musulmani, in realtà non sono dei veri musulmani anche quando attuano le loro crimine gridano “Allahu Akbar”. Per fortuna sono pochissimi.

Questo crimine accaduto a Parigi è da condannare assolutamente da tutte le persone credenti o laici e da tutte le fede e tutte le ideologie. Pero io ho due riflessioni: la prima è che la satira non è nata oggi, ma è vecchissima nella storia giornalistica ed è sempre stata una critica umoristica e mai una offesa al cuore e alla fede delle persone che credono, e spero che torni alla sua vera funzione. La seconda riflessioni è che in questo momento, dove dei piccolissimi gruppi estremisti da una parte o dall’altra, di una fede o d’un’altra, cercano di creare tensione, odio e segregazione e negare l’altro diverso, non è un comportamento corretto per mettere benzina sul fuoco. E sarebbe meglio per tutti di sentire e seguire le parole del Papa Francesco:  “Non si può offendere o fare la guerra, uccidere in nome della propria religione […] non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la religione degli altri”. (PANORAMA, 15 gennaio 2015)

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*