Cinquanta sfumature di politica ‘fuori tempo’

UNO SGUARDO DENTRO SE STESSI E UNO SUL MONDO

Luca MautoneE’ stata una bellissima settimana ricca di eventi.

Ricca di sfumature. Come Cinquanta sfumature di grigio, film attesissimo che citando una recensione “ha aggiunto qualcosa in più al genere erotico arricchendolo con scene di sesso spinto”.

I critici italiani danno sempre il meglio di loro stessi pur di non dire certe cose. Pensate invece che quelli esteri in maniera molto soft hanno definito il tutto un ‘porno per mamme’.

Per fortuna, poi è arrivato Sanremo e ci siamo distratti un po’. Occhio a non distrarsi troppo però. Basta che ti giri un attimo e il Pd ti manda a ‘p…rostitute’ la Costituzione (tanto per restare in tema).

Poi vi chiedete perché ultimamente a Berlusconi piaccia tanto il Partito Democratico.

In realtà siamo passati dal ‘Patto del Nazareno’, a ‘Batto al Nazareno’. Dal ‘porno per mamme’ al ‘porno per nonni’.

In fondo diciamocelo, il premier Matteo Renzi, è come Christian Grey. Anzi, il protagonista del libro di E. L. James sembra uno ‘sfigato’ al confronto.

Sì, perché Matteo non si è accontentato di una ragazzina. Lui è l’uomo che ha sodomizzato l’Italia intera.

E gli italiani cosa hanno fatto nel frattempo? Scioperi? Mobilitazioni?

Ma no, guardavano Sanremo! Il che non è necessariamente un male, come fanno credere quei (pochi) radical chic che ad ogni occasione buona ne approfittano per prendere le distanze.

Nella kermesse canora, il premio per il miglior arrangiamento quest’anno è andato ‘erroneamente’ a Nek. Dispiace per il cantante di Sassuolo, ma va detta la verità: come se le sono ‘suonate‘ a Montecitorio, nessuno al mondo mai. Dal nostro Parlamento arrivano come sempre grandi lezioni di stile. Provate a immaginare la scena di uno che urla “pezzi di m…” con in sottofondo un quartetto d’archi dell’orchestra sanremese. Il risultato è lo stesso di leggere un tweet di Gasparri con l’accompagnamento di Mozart. Roba comunque, da far sembrare un complimento la ‘battutaccia’ di Alessandro Siani, rivolta verso un ragazzino obeso che voleva solamente salutarlo.

Povero Siani. E’ partito che voleva diventare il nuovo Massimo Troisi, finirà che tra poco farà gli sketch a ‘Il boss delle cerimonie’. Dai cantanti di Sanremo, ai neomelodici da matrimonio.

Abbiamo capito che i comici a Sanremo quest’anno non hanno fatto ridere (fatta eccezione per la bravissima Virginia Raffaele). I comici in politica quanto a risate, invece, non deludono mai. L’ultima trovata di questa settimana sono state le “dimissioni in massa per andare di nuovo al voto” proposte da Beppe Grillo e dal suo Movimento 5 Stelle. Si sa che il leader genovese diventa particolarmente ‘iperattivo’ quando c’è Sanremo di mezzo. Speriamo che con tutte le ‘eliminazioni‘ della gara non si faccia come al solito prendere la mano. In casa pentastellata basta un momento e ti ritrovi mezzo gruppo parlamentare a spasso. O al prossimo Sanremo. Tanto ormai ci va chiunque.

Del resto anche Grillo avrebbe voluto prendere parte al Festival più ‘democristiano‘ degli ultimi anni. In veste di autore anti-euro. Immaginatevi Arisa sotto l’effetto dell’antidolorifico del dottor Ferlito annunciarne l’entrata: “Di Grillo-Casaleggio-Di Battista, Mille lire al mese (sottotitolo in spiccato accento romanesco: e se voj, te piji anche un caffè con ottocento lire), canta Paola Taverna”. Altro che ‘anestetico’. Casaleggio conosce dei pusher decisamente migliori.

Il ritorno alla lira sarebbe stato sicuramente calzante in una gara dall’atmosfera ‘vintage’, dove a trionfare è stato un simpatico terzetto che si fa chiamare ‘Il Volo’.

L’unico ‘volo’ che conoscevo prima di questo Sanremo era quello che molti giovani prendono per fuggire via da questo Paese. Invece adesso ci sono questi tre ‘ragazzini’ trasformati in un bel ‘prodotto per l’estero’ grazie alle cure di mamma Rai, Antonella Clerici e Tony Renis. Cioè stiamo esportando oltreoceano qualcosa che dal punto di vista artistico ha almeno 70 anni. E pensate che tra tutti i ricercatori, gli studiosi, e tutti coloro che si sono costruiti una vita dignitosa all’estero, siamo andati a richiamare in Italia proprio questi qui. Alla faccia del rottamatore di Rignano sull’Arno che intanto se ne sta su Twitter a cinguettare di ‘gufi‘ e ‘sorci verdi‘. Con tutti questi animali di mezzo, mai che facesse un accenno ai ‘maiali‘ che stanno trasformando la nostra Costituzione in una ‘porcata’ simile al romanzo della James: da ‘Costituzione della Repubblica Italiana’ a ‘Cinquanta sfumature di carta straccia‘.

Chissà, un po’ come un terzo dei brani in gara per questo Sanremo, la nostra ‘carta dei principi’ potrebbero farla scrivere a Kekko dei Modà: “Art. 1 – L’Italia è una repubblica fondata sui soliti quattro accordi, sull’amore, le fragole e magari si potesse anche morire (ovviamente senza pensione e senza lavoro)”.

Se tutto ciò vi ha convinto sul lasciar perdere l’Italia, potreste sempre buttarvi sulla musica greca.

Dicono che Yanis Varoufakis, ministro dell’economia nel governo Tsipras, le stia “suonando” ai tedeschi e alla Merkel. In Europa pare che la musica stia cambiando. E, se ad un certo punto, dovesse trattarsi di un ‘sirtaki‘, a me non dispiacerebbe affatto.

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